Ieri ho visto DJANGO SCATENATO. Domani lo rivedrò con gli amici.
Mi è piaciuto fino a un certo punto. Lunghi dialoghi, ritmo un po’ così (fino al crescendo finale rossiniano: bang bang bang boum strabouuum)
Aspettatevi una recensione come si deve per i prossimi giorni.
Intanto beccàtevi questa domanda.
Come ha visto la Hollywood classica il conflitto tra BLUE BELLIES nordisti e GREY PANTS sudisti? I primi titoli che mi vengono in mente sono
- VIA COL VENTO (1939) in cui le simpatie vanno tutte ai sudisti
- NASCITA DI UNA NAZIONE (1915) ottica ancora più sudista; i “buoni” mettono il cappuccio del KKK
- SOLDATI A CAVALLO (1959): l’ottica è nordista (John Ford era un Yankee del Maine), ma si ammira il disperato coraggio dei sudisti
- e poi c’è Buster Keaton in THE GENERAL (1927), dove il maldestro eroe non ha altra ambizione che indossare la divisa confederata (conditio sine qua non per baciare Annabelle); ma è un film comico e quindi non fa testo (sarebbe come se Grillo venisse preso sul serio).
Insomma, ho notato parecchie simpatie per il Sud schiavista.
Beh, Tarantino non ha proprio sentimenti del genere. La descrizione che fa del “vecchio sud” è raccapricciante: crudeltà, caos, fango e soprattutto l’obbrobrio della schiavitù.
Quando Candyland viene rasa al suolo nel fuoco d’artificio finale lo spettatore non può che rallegrarsi: “Se lo meritavano davvero, quei bastardi!”
Non c’è traccia quindi del qualunquismo italiesco del vero DJANGO (1966); l’eroe di allora (Franco Nero, che qui vedrete al bar del Cleopatra Club, nel Mississipi) non sbandierava ideali, ma voleva solo vendicare la moglie; le bande contrapposte di Jackson e Rodriguez erano egualmente composte da topi di fogna.
Qui invece esistono i “buoni”. Sono gli schiavi (a cominciare da Django e Broomhilda) e lo spettatore sa che presto verrà la loro liberazione a mezzo guerra.
Ne riparleremo.
Dovrei recensire anche CLOUD ATLAS, ma non ne ho voglia.
Forse perché sono rimasto alquanto deluso. Mi aspettavo molto di più dagli autori di MATRIX.
E’ venuto fuori una storia interminabile e malriuscita. Non voglio spingermi alle intemperanze verbali che ho letto in molti commenti (da Natalia Aspesi a Cannibal Kid), ma ribadisco: è raccontata male.
Infine, lasciatemi anticipare che presto posterò su SCHINDLER’S LIST.
Un anno fa lo avevo inserito tra i migliori film dedicati all’OLOCAUSTO.
Lungo anche questo (più di 3 ore) e perciò inadatto ad essere proposto nelle scuole (lo dico per esperienza diretta); è spesso citato, anche da chi non l’ha visto.


