Ciao, Gianrico
Caro Gianrico, ci hai lasciato ieri alla tenera età di 100 anni.
Grazie ai progressi della medicina diventa sempre più frequente diventare centenari (domani l’altro toccherà alla tua amica Franca).
Cosa ricordo di più nella tua brillante carriera? Shakespeare, Shaw, Checov? O la pubblicità del formaggino, duettando con una giapponese che si chiamava (mi pare) Kaori?
Niente di strano: tutti gli attori della tua generazione hanno fatto pubblicità. Gassman ha cantato le lodi dei Baci Perugina, Dario Fo di un elettrodomestico, Grillo dello Yogurt, Gino Cervi di un brandy “che crea un’atmosfera”…
Visto che ho citato Cervi, concludo parlando della commedia IL CARDINALE LAMBERTINI.
Qui a Bologna tutti a dire che solo Cervi, bolognese al 100%, era adatto a interpretare un arcivescovo che alternava le battute in italiano alle “tirate” di Balanzone.
Ma io non sono razzista e il tuo cardinale mi è piaciuto.
Visto che ora stai discutendo con Cervi su come “porgere” certe battute vi prego di aspettarmi. Quando arrivo lì potrei fare un provino per la parte di Carlo Barozzi.
Mi aspetterete, vero? Solo qualche decennio…

JOJO RABBIT al cinema Chaplin
Sei mesi dopo la prima uscita torna sullo schermo del Chaplin questa storia surreale. Penso la conosciate tutti, ma nel dubbio la riassumerò dopo l’immagine a colori.
Mi sembra bello che la sala in cui ho goduto di questo film (che non è un capolavoro, ma ha molte gag ben riuscite) porti il nome di Charlie Chaplin.
Anche lui volle ridicolizzare il “pagliaccio feroce” (D’Annunzio dixit). E ci riuscì alla grande.
Qui c’è il grottesco, ma rispetto a THE DICTATOR c’è molta più tragedia.
TRAMA. Jojo ha 10 anni nel 1945. Fin da piccolissimo ha subìto il lavaggio del cervello nazista e, poiché nel suo reparto della HJ lo disprezzano tutti, si fa coraggio giocando con un amico immaginario.
Immaginate quale?
Cominciano i colpi di scena.
Rosie (la madre di Jojo) è segretamente antinazista e nasconde in casa un’adolescente ebrea. Dopo un po’ tra i 2 giovani nasce qualcosa che è più di un’amicizia.
La Gestapo arresta e impicca Rosie. Jojo si libera finalmente di Hitler, buttandolo simbolicamente dalla finestra, e la guerra finisce con l’arrivo dei Sovietici (prima) e degli Americani (dopo).

VENGO ANCH’IO? (come una bella canzone viene oltraggiata dalla pubblicità)
Quello che penso della pubblicità l’ho già detto qui, qui, qui e qui. Alle tante nefandezze della pub se n’è aggiunta una nuova.
Per la verità non è tanto nuova: mi è capitata tra i piedi durante il mese scorso, ma riaffiora nei miei peggiori incubi.
Ve lo ricordate quel motivetto allegro che Enzo Jannacci portò al successo negli anni ’60?
E’ una serie di strofe surreali che iniziano sempre con le parole Si potrebbe andare tutti quanti…
Alla fine partiva il ritornello: Vengo anch’io! (qui la voce Iannacci diventava stridula)
NO, TU NO!!!!
Ma perché? (voce stridula)
PERCHE’ NO!!!!!
Tutto sommato è una canzone triste.
Anche se il motivetto e l’orchestrazione sono allegri, è una storia triste. La storia di un emarginato che vorrebbe unirsi al gruppo, ma gli sbattono la porta in faccia.
Mi è capitato di risentire quel ritornello nella pubblicità di un supermercato. Ma il senso era totalmente stravolto.
No, tu No! diventa Sì, tu sì.
L’amarezza di chi si sente sbattere la porta in faccia (sensazione che tutti abbiamo provato almeno una volta) diventa l’entusiasmo di chi va a fare la spesa, riempiendo il carrello e ascoltando Antonella Clerici che canterella sì tu sì.
Vi sentite infelici, non vi fila nessuno, vi sbattono la porta in faccia? Niente paura! C’è sempre la risorsa del carrello pieno nel mondo fasullo della pubblicità.
Un mondo dove tutti sorridono, le donne sono appena uscite dal parrucchiere, e gli uomini sono perfettamente rasati.

CARRIE, inteso come romanzo
Come avevo detto un mesetto fa, conosco bene questa storia. Ho visto il film del 1976 e quello del 2014, ma non avevo mai letto il romanzo.
Ora sono contento di averlo letto.
TRAMA ESSENZIALE
La protagonista, la 16enne Carrie, vive (malissimo) a Chamberlain (Maine) dove le compagne (e i compagni) di scuola la maltrattano giorno dopo giorno e soprattutto quella simpaticona della madre la tortura psichicamente ripetendole che lei, Carrie, è una creatura di Satana.
Viene il giorno della vendetta. I misteriosi poteri di Carrie, esasperata da un’ennesima feroce umiliazione provocano la morte di gran parte degli abitanti di Chamberlain. Muoiono per primi quasi tutti gli alunni e gli insegnanti della scuola e infine la madre che ha avuto il tempo di piantarle un coltellaccio da cucina tra le scapole.
Così muore dissanguata la povera Carrie. In punto di morte percepisce che la coetanea Sue Snell aveva cercato di aiutarla (era stata, quindi, la sua unica amica).
Come dicevo è un romanzo scritto molto bene e ha inaugurato la lunga serie di opere di Stephen King. L’ho letto con molta attenzione confrontandolo con il ricordo delle versioni cinematografiche.
Le pagine scritte insistono molto sul personaggio della madre di Carrie, descrivendolo come un vero mostro. E’ talmente sessuofoba da considerare le mestruazioni della figlia come prove della sua natura diabolica. Nei film la fanno soltanto urlare, senza soffermarsi troppo sulle sue contorsioni mentali.
CONCLUSIONE
In questi giorni ho rivisto parecchie volte JOKER (assegnandogli la palma di best movie della stagione). Mi è sembrato di trovare analogie tra lo sprofondamento nella follia omicida del clown di Gotham City e la 16enne del Maine. La differenza è che la vendetta di Carrie esplode in un terribile finale, mentre Joker scende nel suo inferno per gradi.
Aggiungo che foneticamente il nome Carrie fa rima con Derry, l’immaginaria “città del male” creata dalla penna di King. La stesura definitiva di IT è del 1986, mentre CARRIE è stato pubblicato 12 anni prima.

Un salto di qualità (buon compleanno, Larissa!)
Dopo l’eccezionale prestazione di Savona ripubblico il post di 2 anni fa.
Allora il pronostico di una medaglia olimpica sembrava folle.
Adesso, arrivata a 6metri e 80, nulla è impossibile.
Quando vedo i salti di Larissa sono felice come sportivo e come italiano.
Una progressione così non si vedeva da tempo. In prospettiva Larissa (ancora minorenne) può salire sul podio alle prossime olimpiadi, a Tokyo nel 2020.
Intanto ha vinto i campionati europei di categoria; aggiungo che le sue prestazioni sono di livello mondiale (6.64 personal best).
Premesso ciò e chiedendo scusa se queste note tecniche hanno annoiato, voglio sottolineare che la figlia di Gianni Iapichino e di Fiona May (allego foto di famiglia) è la miglior risposta a chi crede che ci voglia la pelle bianca per essere italiani.

Lettera aperta a Arthur Fleck (in arte JOKER)
Caro Arthur, sono un tuo ammiratore segreto. Uno dei tanti.
Siamo in tanti, sai. In tantissimi paesi. Alle volte indossiamo dei gilet gialli, alle volte teniamo in mano dei forconi, alle volte vestiamo di nero…
Non abbiamo un ideale comune, non desideriamo tutti le stesse cose. Quello che ci unisce è l’odio.
L’odio verso i privilegiati, i fighetti che vanno in giro sui loro fottuti suv, quelli che indossano quei fottuti vestiti super griffati, quelli che passano l’estate sui loro fottuti yacht…
Caro Arthur, quello che hai fatto a Gotham City ci ha entusiasmati.
Però lasciati dare un consiglio.
NON FONDARE UN MOVIMENTO POLITICO, tipo Movimento 5 Clowns. Pensa a come si è afflosciato (qui, nel Paese dei Cachi) un esperimento che chiamerò, con nome di fantasia, M5S.
P.S. Spero di farti cosa gradita annunciando che il film JOKER è stato scelto, dopo matura riflessione, come miglior film della stagione 2019/20.
Sorridi!!!!
