se tu che mi leggi sei profondamente commosso per la morte di Maradona te lo dico subito: NON LEGGERE QUESTO POST

Voglio essere sincero. Per questa morte non verserò lacrime. Maleditemi se volete (ad alcuni fa bene maledire, li fa sentire vivi) ma ci sono cose più importanti per me.

Ci sono tante donne e tanti uomini che negli angoli del mondo (da Lampedusa alla Siria) in questo momento soffrono le pene dell’inferno.

Lui (spero) ha smesso di soffrire.
ciaomors

Published in: on novembre 25, 2020 at 5:39 PM  Comments (7)  

La fantascienza non abita nel paese dei cachi. Me l’ha detto Philip K. Dick, american novelist.

Stavo rileggendo THE MAN IN THE HIGH CASTLE, capolavoro di Dick noto qui da noi col titolo LA SVASTICA SUL SOLE.
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A un certo punto mi sono rivolto all’autore (tramite un congegno che mi ha prestato “Doc” Brown) per chiedergli: perché in Italia non si scrivono storie così?
flussEcco la risposta, tradotta in italiese:

Chi scrive storie di fantascienza pensa al futuro.

Noi americani crediamo nel futuro, nel cambiamento. Voi sperate di vivere in un eterno presente.

    • ripetete all’infinito quella lagna del festival di sanremo
    • dipendesse da voi la Carrà vivrebbe in eterno
    • da 1500 anni pensate che qualsiasi cosa succeda (invasione degli Unni, bombe americane, virus cinesi) ci penserà il Papa a salvarvi il culo
    • il vostro più acuto politico ha scritto che il potere logora chi non ce l’ha; di conseguenza siete rassegnati a vedere la Juventus vincere altri 200 campionati
    • peggio ancora: dietro ogni frase, intelligente o banale, vedete allusioni ai giochetti della vostra politica; se sentite dire “ho visto i raggi B balenare nel buio davanti alle porte di Tannhauser” pensate che si alluda alle primarie per eleggere il sindaco di Bologna; e nella frase seguente “tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia” vedete un messaggio recondito di nostalgia del regime fascista

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Published in: on novembre 24, 2020 at 10:12 am  Comments (2)  
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Happy Birthday, Scarlett!!!! (sei ancora giovane, prima o poi l’Oscar lo danno anche a te)

Finora nemmeno un oscar!!! 

Eppure non sei una bella oca. Hai talento! (almeno io la penso così)

Comunque sei in buona compagnia. Marilyn Monroe, Greta Garbo, Rita Hayworth, Marlene Dietrich, Catherine Deneuve, Ava Gardner e Sigourney Weaver messe insieme totalizzano ZERO OSCAR.

Dopo l’immagine elencherò i film in cui mi sei piaciuta di più. Agli eventuali commentatori di questo postaccio il compito di aggiungere altri titoli.
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  • LOST IN TRANSLATION (2003; Charlotte è a Tokyo, dove incontra un attore sul viale del tramonto; lei è sposata con un coglione… chi si contenta gode? no, credo proprio di no!)
  • LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA (2003; Griet è una servetta in casa Vermeer, che la ritrae in un quadro giustamente famoso; la signora Vermeer non apprezza, chissà perché…)
  • LE SEDUTTRICI (2004; Meg è ad Amalfi, in vacanza col ricchissimo marito; sospetta che detto marito faccia il cretino con una fatalona, ma alla fine scopre che… lo sapete già, vero?)
  • IN GOOD COMPANY (2004; Alex è la figlia del protagonista, un dirigente di alto livello che dall’oggi al domani viene scavalcato nella gerarchia aziendale per decisione del Megadirettoregalattico -interpretato da Malcolm McDowell, che dai tempi di Arancia Meccanica ha fatto molta carriera-)
  • THE ISLAND (2005; Jordan Due Delta è un clone -ma nessuno glielo dice- di una top model che si chiama Sarah Jordan; ne ho parlato giovedì scorso)
  • MATCH POINT (2005; Nola è un’attrice americana, al cui fascino è difficile resistere; rimasta incinta dell’ex tennista Chris, gli chiede di divorziare dalla moglie; non aspettatevi il lieto fine)
  • SCOOP (2006; Sondra vuol diventare una grande reporter e le capita un caso incredibile; alla fine le sarà utilissimo essere una brava nuotatrice)
  • THE PRESTIGE (2006; Olivia lavora per il Magoricco e cerca di scoprire i segreti del Magopovero; con chi andrà a letto? 1 con il Magoricco, 2 col Magopovero, x con tutti e due)
  • L’ALTRA DONNA DEL RE (2008; Maria Bolena, sorella di Anna, diventa l’amante di Enrico lo Sporcaccione; alla fine ha ancora la testa sul collo; come nei 3 film precedenti, l’azione si svolge a Londra)
  • VICKY CRISTINA BARCELONA (2008; questa volta non siamo a Londra; Cristina è una turista americana perennemente insoddisfatta; se non le bastano Bardem e il vino tinto temo che non abbia molte speranze)
  • LA VERITA’ E’ CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA (2009; Anna è un’insegnante di yoga alquanto disinibita; perché non ti danno mai l’Oscar, Scarlett? è che non gli piaci abbastanza…)
  • THE AVENGERS (2012; interpreta Natasha, la Vedova Nera; non è la miglior interpretazione della tua vita, Scarlett, ma è la meglio pagata; è il mercato, bellezza…)
  • HITCHCOCK (2013; Janet Leigh è scelta dal Maestro della Suspence come protagonista di PSYCHO, quella che viene pugnalata nella doccia; lo scherzo che Hitch fa a Janet al termine delle riprese è davvero pesante)
  • AVE, CESARE! (2016; DeeAnna è una star nella Hollywood degli anni 50; a quell’epoca una gravidanza -senza sapere esattamente chi fosse il padre- era scandalosa; ma si trova sempre il rimedio)
  • JOJO RABBIT (2019; Rosie, berlinese, è antinazista per molti motivi e nasconde un’adolescente ebrea in casa; nel 1945 finirà impiccata in piazza davanti agli occhi del figlio)

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PARNASSUS che voleva ingannare il diavolo (Terry Gilliam 2009)

Concludo la collana delle 7 perle.

(non sono i migliori film della storia, ma mi stanno aiutando a superare il tedio di questo novembre in cui si parla solo di vaccini, tamponi, moduli di autocertificazione, dimessi, medie nazionali di prevalenza…)

Personaggi principali

  • PARNASSUS, mago dai molti misteri, gira il mondo con uno sgangherato carro di Tespi e una piccola compagnia di tipi strambi, tra i quali sua figlia Valentina. Ha incontrato Mr. Nick in India più di mille anni fa. E’ praticamente immortale, ma ciò significa solo prolungare all’infinito la sua infelicità.
  • Mr NICK (the Devil, I suppose) si diverte a fare scommesse con Parnassus. Grazie a una di queste scommesse vince l’anima di Valentina che dovrà scendere all’Inferno il giorno del suo 16° compleanno. Ma… (il finale, se volete conoscerlo, ve lo rivelo nelle ultime righe del post). Noto che ai Britanni piace chiamare Nick il Diavolo. Penso che ciò abbia a che fare con Nicolò Machiavelli, o meglio con l’idea che hanno di Machiavelli.
  • TONY è il personaggio più sconcertante e ambiguo. Lo spettatore fa molta fatica a classificarlo: solo alla fine si capirà che… (ve lo dico dopo). Qualcuno lo ha impiccato sotto un ponte di Londra, ma Valentina riesce a rianimarlo. Poi 4 mafiosi russi lo inseguono. Poi viene onorato come filantropo di livello mondiale. L’ambiguità è accentuata dal fatto che viene interpretato da 4 attori diversi: Heath Ledger (morto tragicamente durante le riprese), Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law (la cosa ha una sua logica: ogni volta che Tony attraversa lo Specchio Magico assume un aspetto diverso).

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COME VA A FINIRE?

Si scopre che Tony è veramente un mascalzone, un ipocrita (e fa una brutta fine). Valentina si consegna volontariamente a Mr. Nick, che però la lascia ritornare sulla Terra dove lei sposerà Anton, uno degli attori della compagnia di Parnassus.

Parnassus, a sua volta, vedendola felice rinuncia a interferire con la sua vita e si allontana tra la folla di Vancouver.

Published in: on novembre 18, 2020 at 6:24 PM  Comments (7)  
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THE TREE OF LIFE (T. Malick, 2011)

TRAMA ESSENZIALE. Jack O’Brien è un uomo d’affari stanco e disilluso. Gli torna in mente la sua verde età a Waco (Texas) negli anni  ’50: il padre, la madre, i fratelli… Quando uno dei fratelli muore, la pur religiosissima madre chiede angosciata a Dio “PERCHE’, SIGNORE, PERCHE’?” E anche il giovane Jack si era posto la questione: “Perché io devo comportarmi bene se tu, Dio, sei cattivo?”

Alla fine, varcata una misteriosa porta, Jack si ritrova in una spiaggia assolata, in una specie di paese dei morti dove (sulle note di un Requiem di Berlioz) ha modo di riconciliarsi col padre (che in fondo era un buondiavolo, ma incattivito dalla vita).

Tutto ciò viene raccontato molto bene, in un tripudio di immagini: aurore boreali, meduse, campi di girasoli, dinosauri, eclissi e tanti tanti bellissimi alberi.

C’è anche un pezzettino d’Italia: uno dei “mostri” di villa Lante presso Bomarzo.

Detto ciò, dopo aver rivisto il film in v.o. devo spiegare per quale motivo questa storia non suscita in me l’entusiasmo di tanti critici (ad es. Roberto Escobar o Curzio Maltese).

Purtroppo io ho degli anni ’50 un pessimo ricordo, acuito da molte analogie tra la mia famiglia e gli O’Brien. Anche noi eravamo tre fratelli (fortunatamente ci siamo ancora tutti) e abbiamo subìto un padre autoritario (molto più severo di Brad Pitt, credetemi sulla parola). Nostra madre era anche lei una vittima, schiacciata dalla personalità di un vero tiranno… Insomma il film in questione risveglia in me ricordi molto molto amari.

E’ veramente un peccato perché (torno a dirlo) questo autore MI INCANTA. Lo accosterei a M. Antonioni per il suo FAR PARLARE LE IMMAGINI, più che gli attori (per doppiarlo non hanno impiegato molto tempo, presumo).

Concludo con la citazione dal Libro di Giobbe con cui inizia il film: “Dove eri tu quando IO gettavo le fondamenta della Terra… quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e i figli di DIO mandavano grida di gioia?”

Published in: on novembre 16, 2020 at 12:54 am  Comments (8)  
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BRIDGE TO TERABITHIA – questa è la storia di Jess e di Leslie

UN PONTE PER TERABITHIA è un film del 2007. Racconta dell’amicizia, prematuramente interrotta, tra un 13enne e una 13enne in una scuola rurale della Virginia.

  • JESS appartiene a una famiglia povera (troppe sorelle; anche comprare un paio di scarpe da ginnastica mette in crisi il bilancio) e si sente trascurato dal burbero padre; in compenso ha un notevole talento per il disegno;
  • LESLIE è isolata dai compagni perché (orrore!) non ha in casa la TV; i suoi genitori sono ricchi, ma “alternativi”  (hanno insegnato alla figlia che la tivvù chiude i cervelli) e cambiano casa troppo spesso.

Due anime solitarie sono destinate a capirsi molto bene. Vi racconterò dopo la foto come va a finire (e capirete perché non è il caso di farla vedere a scuola).

Qui voglio solo accennare alla morale della storia: anche quelli che SEMBRANO CATTIVI manifestano alla fine aspetti positivi inaspettati.

  1. La prof “Bocca di mostro” Myers ha terrorizzato generazioni di scolari. Dimostrerà di avere un cuore. Fino alle lacrime.
  2. Janice Avery è campionessa di bullismo. Scopriremo a metà film che un padre alcoolizzato la picchia a sangue. Leslie le dà un consiglio utile e Janice saprà essere riconoscente (in modo molto muscolare).
  3. Anche Jack (il padre di Jess) è stato indurito dalla vita. Sembra insensibile ai problemi del figlio, ma saprà trovare le parole giuste nel momento cruciale. Lo interpreta Robert Patrick (lo spietato T-1000 in TERMINATOR 2).

terabithia
Adesso mi tocca spiegare come va a finire…

Ma lo faccio per una buona ragione. Devo prevenire chi avesse voglia di farlo vedere a una scolaresca (delle medie o delle superiori): questo è un film per adulti.

  • Anzitutto, i nostri alunni non sopportano l’idea della morte. Non l’accettano. Punto e basta. Se proprio volete far vedere il film a scuola FERMATEVI al minuto 66 (quando Jess va al museo con la prof. Edmunds).
  • Qualcuna/qualcuno chiederà perché i due protagonisti non si baciano mai. Lo avrebbero fatto sicuramente (l’amicizia tra adolescenti fa sempre un salto di qualità), ma sarebbe venuta fuori una love-storiella, dolciastra come tante…
  • Qualcuno (particolarmente stupido) chiederà: “Ma sono vere le storie che quei due vivono a Terabithia?” Dimostrando di non aver capito un tubo.
Published in: on novembre 15, 2020 at 9:48 am  Comments (14)  
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SOME LIKE IT HOT (Billy Wilder, 1959)

Per i pochi che non la conoscono, riassumo la TRAMA. Joe (Tony Curtis) e Jerry (Jack Lemmon) assistono involontariamente alla strage di San Valentino (14 febbr 1929). Inseguiti dai gangsters, si nascondono, travestiti da donne, in un’orchestrina jazz femminile. Joe seduce la cantante Sugar (Marilyn Monroe) fingendosi miliardario e impotente. Jerry, sempre vestito da donna, è concupito da un vecchio satiro che alla fine salva tutti nel suo yacht. “Guarda, sono un uomo!” gli grida Jerry alla fine, togliendosi la parrucca. “Nessuno è perfetto…” è la battuta conclusiva.
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Dire che questo film (pieno di battute scoppiettanti e di bella musica) è un capolavoro della commedia americana è come dire che in Sicilia c’è qualche mafioso. A quanto pare non sono il solo a pensarlo, visto che A QUALCUNOecc è votato come #1 della categoria anche da altri partecipanti al torneo di Gegio

http://torneodeifilm.blogspot.com/

Voglio solo aggiungere che ascoltare la versione originale nel DVD aggiunge piacere al piacere: ad esempio, si ammira Curtis nella sua imitazione di C. Grant e si impara che l’impresario Poliakoff appartiene alla cultura yiddish.

E quando si sente Marilyn pronunciare la battuta “la ciliegia col baco tocca sempre a me!” non si può non pensare che le restavano meno di 3 anni da vivere.

Ultima osservazione: ci vuole un pallottoliere per contare i cadaveri. Tra la banda di Stecchino e quella di Ghette sono almeno 12.

Ma in una commedia come questa anche la morte fa ridere.
hot

Published in: on novembre 14, 2020 at 12:55 am  Comments (7)  
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WALL-E (best of 2008)

Anno felice per me il 2008. Non solo perché ho iniziato a bloggare, ma perché sono usciti dei film bellissimi

  • GOMORRA – ne ho parlato qui
  • TUTTA LA VITA DAVANTI – recensito qui
  • GRAN TORINO – recensito qui
  • THE READER – recensito qui
  • IL PETROLIERE – recensito qui
  • CORALINE E LA PORTA MAGICA – recensito qui
  • IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE – recensito qui
  • IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON – recensito qui

Premesso ciò quello che mi è piaciuto di più è questo gioiello della Pixar.
wal
Cos’è WALL-E?

  • E’ fantascienza. Evidenti le citazioni di 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO, soprattutto nel contrasto tra il comandante McCrea e il computerone (voce di Sigourney Weaver).
  • E’ una storia d’amore. Molto casta ovviamente, date le caratteristiche anatomiche di Wall e di Eve. Sono Dante e Beatrice nello spazio. Solo che lui è molto più simpatico (non è un poeta, è un operatore ecologico).
  • E’ un apologo ecologista. Tra le tante previsioni catastrofiche del cinema americano, quella di un pianeta diventato un’inquinatissima discarica mi sembra la più realistica. Siamo su quella strada.

In sintesi, se lo conoscete non avete bisogno che vi dica quanto è bello.

Se non lo conoscete BEATI VOI perché vi aspetta una grandissima goduria. Se andate subito, DI CORSA, a comprare il dvd.

Trama essenziale

Da secoli l’umanità ha lasciato la Terra e vive in immense astronavi. Non c’è spazio per fare sport, per cui donne e uomini sono pigri e obesi. Viene inviata sulla Terra EVE, robottina naturalista, che scopre che ora qualche pianticina riesce a vivere. E incontra WALL-E, il robottino romanticone.

Niente sarà più come prima…

ARGO (Oscar 2013)

Perché mi è piaciuto tanto questo film ispirato a una vera operazione della CIA?

Per l’odissea del volpone Mendez all’aeroporto? Un montaggio veramente ben fatto: mancano le prenotazioni, bisogna avvertire subito Carter, il pullmino non parte, i “produttori” non possono rispondere al telefono…

Per la satirica descrizione della babilonia hollywoodiana? “Tu vieni a ingannare qui, dove tutti ingannano per vivere? Sei nel posto giusto!” “Se io devo produrre un fake movie, sarà un fake hit”

Perché si tiene conto del punto di vista dei rivoluzionari iraniani? (i nostri devono salvarsi, si capisce; ma chi odia lo Scià e la Cia ha le sue ragioni…)

Per il finale? L’eroe torna a casa, chiede il permesso di entrare alla moglie e abbraccia il piccoletto. Più che l’astuto Odisseo sembra Sam Gamgee.
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Concludo applaudendo la scelta coraggiosa e vincente di chi programmò ARGO al cinema Jolly, tenendolo in cartellone più di 4 mesi: novembre, dicembre, gennaio (nelle altre sale circolavano vampiri innamorati, Bilbo Baggins e Cetto Laqualunque), e febbraio.

Intanto erano arrivati Golden Globes e Oscar… (meritava l’Oscar anche per la miglior regia, secondo me, Facciadipietra Affleck; lo diedero, immeritatamente, a Ang Lee)

Published in: on novembre 12, 2020 at 3:34 am  Comments (5)  
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CASABLANCA, il mito

Casablanca (Oscar per la regia a M. Curtiz nel 1944) ha i suoi difetti (chi non ne ha?) che ora elencherò.

MA CI SONO MOMENTI (alla Gare de Lyon sotto la pioggia, la roulette truccata sul 22, “una volta sapevi dirle meglio le bugie”, il dialogo finale all’aeroporto) CHE MI STRINGONO ALLA GOLA.

Sarà che sono vecchio, sarà che mi torna in mente la prima volta che l’ho visto… boh.
cas
Vediamo i difetti, le deliziose incongruenze.

La visione manichea dello spettatore americano esige che i buoni siano incredibilmente buoni: chi lavora per Rick non può che essere un santo (anche il barista russo: nel 1942 i russi erano alleati), il doppiogiochista capitano Renault subisce l’influsso di Rick e si unisce alla Resistenza, persino Ugarte si riscatta ecc.

Ma è possibile che tutti i “buoni” siano anche ELEGANTISSIMI, SEMPRE ELEGANTISSIMI???

Passi per la romantica Ilsa (non c’è un momento in cui non sia perfettamente truccata e vestita all’ultima moda di Parigi), ma cosa mi dite di Laszlo, capo del misterioso FRONTE CLANDESTINO? Sfoggia un completo chiaro, fresco di sartoria, con una cravatta impeccabile. Delle torture subite nel lager rimane traccia solo in una piccolissima cicatrice sul sopracciglio. Di più: non nasconde affatto la sua identità e si reca tranquillamente in prefettura per essere interrogato dalla Gestapo. E tutti quei soldi chi glieli ha dati? Ha vinto alla lotteria di Casablanca? O il FRONTE CLANDESTINO (l’idea che gli americani si erano fatti della Resistenza era alquanto naif) è munito di enormi risorse finanziarie?

Quanto al maggiore Strasser sembra uno di quei cattivi da operetta, tipo IL PRIGIONIERO DI ZENDA. Si muove da solo, va da solo all’aeroporto e spara tenendo la cornetta del telefono con l’altra mano. Un vero ufficiale della Gestapo, credo, non si sarebbe scomodato: avrebbe mandato i suoi scagnozzi a bloccare la partenza dell’aereo (arrestando tutti i passeggeri) e, quanto a Laszlo, lo avrebbe ucciso dopo tre minuti di film, appena finiti i titoli di testa.

Questo secondo la logica.

Già, ma così non ci sarebbe stato il triangolo Rick-Ilsa-Laszlo e Bogey non avrebbe potuto dare il suo meraviglioso addio a Ingrid Bergman.
casb

Published in: on novembre 11, 2020 at 12:04 am  Comments (8)