BALLA COI LUPI, il romanzo e il film

La settimana scorsa la 7, una rete che ama il cinema di qualità, ha mandato in onda questo capolavoro e naturalmente me lo sono visto. E mi è venuta voglia di rileggere il romanzo, dopo tanti anni.

 Adesso posso METTERE IL SEGNO X alla solita domanda: meglio il romanzo o il film? BELLISSIMO L’UNO, BELLISSIMO L’ALTRO.

Film da oscar (ne ha vinti sette), diretto e interpretato da Kevin Costner nel 1990. E tratto dal romanzo omonimo di Michael Blake, che ha curato (logicamente) la sceneggiatura. In America gli scrittori non trovano sconveniente collaborare col mondo del cinema. Non hanno la puzza sotto il naso, come spesso succede qui.

Naturalmente il linguaggio visivo ha le sue esigenze. Viene sacrificato l’aspetto psicologico, IL LUNGO E SFACCETTATO PROCESSO psicologico che conduce un ufficiale dell’Esercito americano a staccarsi dalle sue radici “bianche” e a solidarizzare con gli “indiani”. Ci sono le pagine del diario, riassunte. E ci sono molti primi piani, abbastanza inutili (secondo me) perchè la faccia di Kevin Costner tradisce ben poche emozioni.

Invece sullo schermo vengono enfatizzate scene che nel romanzo riempiono poche righe. Ad esempio la sanguinosa battaglia contro la tribù dei Pawnee (durante la quale Balla-coi-lupi dimostra capacità strategiche notevolissime) o la fiumana dei bisonti al galoppo.

Quanto al romanzo, ci sono delle pagine indimenticabili. La foresta sulla riva del fiume, che la ferocia dei cacciatori bianchi ha trasformato in un cimitero; il tentato suicidio di Mano-Alzata; il nascere della pensosa amicizia tra Balla-coi-Lupi e lo stregone Uccello-saltellante (nel film lo chiamano Uccello-scalciante, ma secondo me suona male); l’eroica azione del ten. Dunbar (un altro tentato suicidio) vista dal punto di vista cinico e bellicista dei suoi superiori.

E le interminabili riunioni del Consiglio degli Anziani. Dieci-orsi, il capo tribù, ha notato che le discussioni prolungate conducono all’indecisione e alla paralisi, perciò adotta una tattica interessante: si addormenta di colpo quando sente nascere la spirale dell’inconcludenza. Bisogna suggerire questa tattica ai nostri leaders.

Published in: on dicembre 11, 2008 at 9:03 am  Comments (6)  
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IL MAGO di Ursula K. Le Guin

Un ragazzino (non ha ancora 12 anni) scopre di avere capacità veramente insolite. A un certo punto arriva un uomo alto, appoggiandosi a un bastone, che gli dice: “Tu sei un giovane promettente. Vieni con me e diventerai un grande mago!”

E gli insegna come raggiungere la SCUOLA DEI MAGHI, dove il ragazzino incontrerà molti altri giovani che imparano, anno dopo anno, a perfezionare incantesimi…

Film già visto, dirà qualcuno. Qui si parla di Harry Potter, romanzo di Joanne K. Rowling, la quale riuscì a pubblicare il primo episodio nel lontano 1997…

NIENTE AFFATTO.

Nel 1968 (millenovecentosessantotto) l’americana Ursula Le Guin (credo ancora vivente) pubblicava A WIZARD OF EARTHSEA (trad. italiana IL MAGO, nel 1989) in cui l’apprendista mago si chiama GED, LO SPARVIERO, quello che lo manda a Roke (la scuola dei maghi) si chiama OGION IL TACITURNO e il rettore della scuola si chiama Arcimago NEMMERLE.

Siamo al limite del plagio. Ma naturalmente ci sono notevoli differenze.

I romanzi della Le Guin sono ambientati in Earthsea, un arcipelago immaginario, una specie di TERRA DI MEZZO dove c’è più mare che terra. Ambientazione tipo vichinghi (le navi vanno prevalentemente a remi), alla Tolkien insomma.

AL CONTRARIO la caratteristica delle storie potteresche (che spiega buona parte del suo enorme successo) è che sono ambientate nel presente, NEL MONDO CHE TUTTI NOI BABBANI CONOSCIAMO.

C’è il primo ministro britannico, informato ogni tanto dal suo omologo Ministro della Magia, c’è la stazione di King’s Cross, c’è la NOSTRA TELEVISIONE, c’è il BULLISMO (il cuginastro di Harry è a capo di una banda di bulli nell’episodio HP E L’ORDINE DELLA FENICE), c’è il divieto municipale di sprecare l’acqua durante la siccità estiva…

E c’è il mondo (ricco di fascino soprattutto per noi del continente) delle scuole inglesi d’elite, con le loro uniformi e i loro rituali pieni di sussiego.

C’è la rivalità tra i collegi (con il torneo sportivo), il prof. incazzato perchè deve fare una supplenza, l’intromissione del ministero (il personaggio Dolores Umbridge non vi fa venire in mente nessuno?) e la vita quotidiana nelle camerate dei collegiali.

Mi accorgo che sto andando fuori tema. Bisognerà tornare sulle altre incredibili coincidenze (?) tra IL MAGO e il maghetto.  Me ne occuperò la prossima volta.

Published in: on dicembre 5, 2008 at 1:49 PM  Comments (4)  
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IL CLUB DEGLI IMPERATORI

Nella graduatoria dei migliori film stranieri dell’attuale decennio NON HO INSERITO questo bel film del 2002.

Quasi me ne pento, adesso che ho trovato il DVD e me lo sto rivedendo con calma.

Trama. In un liceo dalle parti di Washington il prof. Hundert insegna storia antica. Un po’ troppo nozionistico (secondo me) e discutibile in alcune idee (Cicerone era davvero importante per capire la democrazia romana?) il professore si impegna a fondo nel suo lavoro ed è molto popolare presso gli studenti, specialmente quando batte un home run che manda la palla a sfondare un vetro dell’auto del preside.

Ma, un brutto giorno, arriva uno studente VS (veramente stronzo): Sedgewick, figlio di papà e pieno di soldi.

Mentre l’idealista prof si sforza di tirare fuori qualcosa di buono da lui, Sedgewick bara in continuazione. Arrivato in finale in una specie di gara tra gli studenti di storia, bara anche lì ma è smascherato. Tuttavia suo padre lo tira fuori dai guai e Sedgewick prende un immeritato diploma.

Venticinque anni dopo i due protagonisti si trovano di nuovo faccia a faccia. Sedgewick da stronzo semplice è diventato uno STRONZO AL CUBO, abile uomo d’affari e futuro senatore. Ma sarà sputtanato a dovere, davanti all’unica persona che gli stia a cuore: suo figlio.

Eccellente l’interpretazione di Kevin Kline nella parte del professore. Belle fotografia e colonna sonora.

Quanto alla mia classifica (per quello che vale) ho tempo fino al 31 dicembre 2009 per riscriverla.

P.S. Rivedendo il finale, mi torna in mente Primo Levi. Nel maledire quelli che non vorranno ricordare l’Olocausto, conclude “i vostri nati torcano il viso da voi” (è quello che avviene al cinico Sedgewick).

Published in: on dicembre 3, 2008 at 4:46 PM  Comments (6)  
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