Ci sono cose che risvegliano in me impulsi omicidi…

Una delle quali è lo squillo del cazz del cellulare nel buio della sala. Soprattutto in certi momenti.

Avete presente IT? Avete presente la scena in cui Patrick entra nelle fogne cercando Cicciobombo Ben?
use

In quel momento ho provato il desiderio (comprensibile, no?) di chiamare il vecchio Pennywise. “Vieni, amico, c’è lavoro per te…”

Published in: on ottobre 29, 2017 at 9:10 am  Comments (3)  

da Caporetto a Ustica e a Mangano

100 anni fa sul fronte della Seconda Armata successe quel che successe.
retto
I numeri tondi fanno colpo. Di conseguenza articoli, libri e programmi tv ci rendono edotti su come e qualmente andarono le cose, su cosa fece il generale tale e cosa disse il generale talaltro.

Non voglio farmi nemici tra gli storici e i divulgatori, ma…

Ma vorrei tanto che avvenimenti più vicini venissero esaminati con altrettanto zelo e altrettante ricerche coinvolgessero USTICA (la prima cosa che mi è venuta in mente) o quel bravuomo di Vittorio Mangano “stalliere di Arcore”, nel libro paga di un personaggio un po’ più attuale di Cadorna o Badoglio.
berl

Guardatelo bene questo signore. Sembrava finito… e magari tra qualche mese se la sinistra non smette di autodistruggersi il presidente Mattarella gli chiederà di formare il nuovo governo.

Avete toccato quel che va toccato?

Beh, adesso sdrammatizziamo un po’.

Siano convocati il commissario Montalbano, don Matteo, la prof. Baudino, gli ispettori Coliandro, Barnaby e Cordier!!!!

Vogliamo scoprire chi lo ha ucciso e perché!!! Avrà fatto qualche sgarbo a qualche industria del caffè?
ragn

Published in: on ottobre 26, 2017 at 7:34 PM  Lascia un commento  
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ANNA FRANK e gli imbecilli

Perdonali, cara Anna, perché non capiscono un cazzo.
fran

Avevo cominciato a scrivere di te, ma non ero in vena. Copio perciò qualche riga dell’articolo di Mario Calabresi su Repubblica. Non saprei dire di meglio.

“L’idea che l’immagine di Anna Frank possa essere utilizzata per insultare è talmente arretrata e grottesca da squalificare per sempre chi l’ha pensata… Ribaltiamo i piani, restituiamole il suo valore, trasformiamola in un omaggio, non lasciamola sola e in mano all’ignoranza.”

Published in: on ottobre 25, 2017 at 9:27 am  Comments (8)  

RITORNO IN BORGOGNA, di C. Klapish

Un bel film, credetemi.

Non è necessario essere devoti al dio Bacco per apprezzarlo. Al limite può piacere anche agli astemi, perché il tema centrale non è il vigneto ma la famiglia.

Dopo l’immagine, se proprio insistete, vi riassumo la storia.
https://i.ytimg.com/vi/Bq5xtzcoYmk/maxresdefault.jpg
C’è questa azienda vitivinicola, che traballa ma non molla. Morto il patriarca i 3 eredi hanno molti problemi.

  • Jean era andato via dalla Borgogna 10 anni prima; ha girato il mondo, è finito in Australia dove possiede un vigneto e ha lasciato Alicia e un figlio di 5 anni; vuol vendere tutto e tornare là
  • Juliette non vuol vendere un bel niente; legatissima alla bella casa e soprattutto alle vigne, non si è mai mossa di lì e non si è sposata; è un tipo tosto: bisogna vederla quando si fa obbedire dallo squadrone dei vendemmiatori
  • Jeremie, il più giovane, è sposato e ha sulla groppa uno suocero piuttosto ingombrante

Come andrà a finire?

NO SPOILER!!!!!

Andate a vederlo (merita davvero) e lo saprete.

Published in: on ottobre 24, 2017 at 6:49 am  Lascia un commento  
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L’ASTRONOMO, di Jan Vermeer

Devo ringraziare Luca701 per aver citato questo capolavoro del grande Vermeer.
vermeer

Un personaggio pieno di fascino, questo astronomo.

Si protende in avanti, spingendo la mano destra verso il globo celeste (con le costellazioni e tutto) e per farlo si puntella al tavolo con la sinistra, mano lunga e nervosa a cui il pittore ha dedicato molta attenzione.

Mi piace pensare che quest’uomo sia mosso da una sincera sete di conoscenza. Si chiederà cosa si nasconde nella volta del cielo?

E mi piace immaginare che un suo discendente camminerà un giorno su Marte o qualche altro pianeta.

Concludo con una breve allusione a un personaggio (qui parodiato da Chaplin) che apprezzava molto il quadro di Vermeer.
hit

Tanto gli piaceva che lo rubò. Insieme a tantissimi altri avrebbe voluto metterlo nel megamuseo che progettava di costruire a Linz. Al Nerone del XX secolo, però, il mappamondo scoppiò in faccia.
chaplin

Published in: on ottobre 21, 2017 at 10:47 am  Comments (2)  
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IL PALAZZO DEL VICERE’ di G. Chadha

IO – “Questo film andrebbe studiato a scuola. Qui c’è la storia del colonialismo e della decolonizzazione, il tema della convivenza delle religioni, ci sono Gandhi, Nehru, Churchill…”

PAOLA – “Se provassi a farlo vedere ai miei alunni passerei dei brutti momenti; denuncerebbero al Telefono Azzurro la mia crudeltà

  • perché c’è troppo dialogo e poca azione
  • perché c’è una storia d’amore senza una briciola di sesso (non si baciano nemmeno!)
  • non ci sono eroi spaccatutto (la violenza c’è, eccome, ma è collettiva)
  • forse quello che provocherebbe maggior delusione è la mancanza della contrapposizione manichea “buoni-cattivi”; chi aveva ragione? quelli come Gandhi che volevano far convivere nello stesso stato gli indù, i mussulmani, i sikh ecc? ma la coabitazione forzata non avrebbe aumentato le stragi?

Meglio riservare il film a spettatori particolarmente inclini alla riflessione.

Ma mi accorgo che ho accennato solo indirettamente alla trama. Lo farò dopo l’immagine e aggiungerò qualcosa a proposito di un film americano dell’anno scorso con molte analogie a questo VICEROY’S HOUSE.
lasd

Delhi 1947. Lord Mountbatten, cugino di re Giorgio VI, viene inviato dal governo (laburista) di Londra a gestire la difficilissima indipendenza del subcontinente indiano. Verrà spartito in due stati, uno induista e uno islamico?

E come si concluderà la love story tra il giovane indù Jeet e la giovane musulmana Aalia?

Stavolta niente spoiler.

Rivelo soltanto che nel finale ci sono colpi di scena, mentre la prima parte appare noiosa ai ragazzini in sala (anche perché non muore nessuno).

Come dicevo sopra, ARRIVAL (ha sfiorato l’Oscar, ricordate?) ha notevoli analogie con IL PALAZZO DEL VICERE’.

Al centro c’è il problema della convivenza e la difficoltà del dialogo (in un caso tra terrestri e alieni, nell’altro tra fedeli di diverse religioni).

E c’è il confronto tra l’istintivo “ammazziamoli-tutti” e la razionalità (che, in ARRIVAL, prevale).
arriva

 

Published in: on ottobre 18, 2017 at 7:43 am  Comments (5)  
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BLADE RUNNER all’italiana, in 2D e mezzo (doveva essere in 3D, ma i mezzi sono quello che sono)

I protagonisti

Kapicchioni Clemente (in arte, K; interpretato da Paolo Ruffini) è un replicante. Dirige un’agenzia di pompe funebri (la famosa “meglio attè che ammè”) e si premura di seppellire i replicanti di vecchia generazione.

Rick Deckard (interpretato da Giorgio Panariello) è un replicante, riluttante all’idea di essere imballato nelle casse da morto di K; si nasconde nelle macerie di Forte dei Marmi.

Trama essenziale

K scopre, abbandonata in fondo a un vecchio magazzino, una bara su cui una mano infantile ha inciso la frase

Supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra come se fosse antani
ber

K –“Ma questo l’ho scritto io, quand’ero bimbino! Me lo rammento benissimo!”

Sulla base di questo e di altri indizi K capisce di non essere stato creato all’ILVA di Taranto, ma di essere uscito da una passerina. Si mette in testa anche di essere figlio di Rick e lo va a cercare. Dick non lo vuol vedere e si nasconde tra i ruderi della Capannina.

K – “Esci di costì, babbino mio! Sono il tu’ figliolo, e mi chiamo Kapicchioni…”

Dick – “Te tu m’ha’ rotto i coglioni!!!”

K – “E di nome faccio Clemente!”

Dick – “Me li hai rotti ugualmente!!!”

Finalmente Dick esce allo scoperto e per impressionare il pischello si mette a declamare

Dick -“Io non so chi tu se’ né per che modo venuto se’ qua giù, ma fiorentino mi sembri veramente quand’ io t’odo…”

K – “O bischero!!! Fiorentino a me? Io son livornese livornese! Dell’Ovosodo!”

Dick – “E tu saresti il mi’ figliolo? Ma chi lo vuole in casa un citrullo livornese, figlio di una bucaiola maremmana e di qualche soldataccio della quinta armata!!! Annusa questo, bellino!!”

E gli scorreggia in viso, lasciandolo stecchito (si fa per ridere, via!)

Quando il regista (Neri Parenti) ha visionato il materiale ha rinunciato a montarlo, gridando che una simile bischerata era buona giusto per qualche spot sulla cura delle emorroidi.

Poi è fuggito alle isole Cayman con i soldi dell’anticipo. Sull’aereo c’erano anche il Ruffini e il Panariello, intenti anch’essi a contare i loro soldacci.
ruffipanar

Published in: on ottobre 14, 2017 at 8:08 am  Comments (1)  
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La donna oggetto

Quando ho sentito questa espressione per la prima volta?

So che fremete dal desiderio di saperlo e perciò ve lo dico.

Ero piccino e sentivo spesso alla radio una buffa canzone (ormai dimenticata) del Quartetto Cetra.
castel

Cominciava così:

“il visconte di Castelfombrone, cui Buglione fu antenat

ha sfidato il conte di Lomanto ed il guanto gli ha gettat”

Si batteranno per una donna, che diventa subito famosa…

“la donna oggetto di quella tenzone

una canzone

di D’Annunzio meritò”

Già, la donna oggetto. Invece di duellare non potevano lasciar decidere lei?

1 per il Visconte.

2 per il Conte

X nessuno dei due

Conclusione. Allora non ero sensibilizzato alla problematica femminista come lo sono adesso. Mi divertiva l’ironia della contesa cavalleresca, conclusasi con la riconciliazione (succedeva spesso) e un pranzo al restaurant.
dann

Published in: on ottobre 12, 2017 at 3:02 PM  Lascia un commento  

BLADE RUNNER 2049 (siamo tutti replicanti?)

Al di sopra del BAH, senza dubbio. Però confesso di essere rimasto un po’ deluso.

Mi aspettavo di trovare risposta ai miei interrogativi esistenziali.

  1. Siamo tutti replicanti? Siamo programmati nel laboratorio “Eden Corporation” da un Ingegnere che continua a inserire nel nostro codice la clausola “devi morire”?
  2. Oppure ci ha programmati Lucy, la protagonista del film di Luc Besson?
  3. L’agente K è figlio di Darth Vader e di conseguenza fratello della principessa Leila?

darthInvece la storia va in altra direzione. Se non la conoscete già ve la riassumo, cercando di non spoilerare troppo.

Atto primo. In una megalopoli arruginita (R. Gosling ci aveva suonato e ballato quando c’era il sole) K, replicante di nuova generazione, ha il compito di uccidere “mandare in pensione” i vecchi Nexus che vivono in clandestinità. E’ un brutto mestiere, ma qualcuno deve farlo. Va in crisi quando scopre i resti di una replicante sotto un albero morto. Peggio ancora. Gli torna in mente di aver posseduto un cavallino di legno; cavallino che ritrova esattamente dove l’aveva lasciato più di 20 anni prima, quando era un povero orfanello. Ma se è stato bambino, che razza di replicante è?

(l’auto volante usata da K è un modello Peugeot, fateci caso)

Atto secondo. Tutto si complica. Gli alti papaveri vogliono sapere come si fa a ingravidare una replicante: soprattutto vuole saperlo mr. Wallace che ha costruito il suo impero costruendo “lavori in pelle”. L’unico che può saperlo è Rick Deckard, nascosto da 28 anni nelle macerie di Las Vegas e protetto dall’Unione Replicanti Rivoltosi Socialisti. K. se lo trova finalmente davanti: “dimmi, sono figlio tuo e di Rachael?”

Atto terzo. Mentre nei primi 2 atti prevale la riflessione (direi la filosofia) qui domina l’azione: spara-spara, ammazza-ammazza, sopravvivono in pochi (ho promesso di non spoilerare). Finale aperto, in attesa dell’inevitabile sequel.

Conclusione. Merito maggiore del film è la profezia di un futuro di grande progresso tecnologico e disastrosa  degradazione dell’ambiente. 

L’albero morto di cui sopra è il simbolo di questo futuro. Nei 32 anni che ci separano dal 2049 siamo ancora in tempo per salvare la Madre Terra o i nostri figli dovranno adattarsi a vivere su Marte?
marsP.S. Tempo fa mi divertivo a immaginare come in Italia si sarebbero potuti realizzare i remake di film americani (ad es. Checco Zalone protagonista di GANGS OF BARI VECCHIA). Forse ci riproverò con LAMETTA RUNNER 2049 (Paolo Ruffini al posto di Ryan Gosling e Giorgio Panariello al posto di Harrison Ford).

Datemi 2 giorni e ci provo.

Published in: on ottobre 10, 2017 at 8:53 am  Comments (7)  
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Io ne viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…

bladerunnLa versione originale di BLADE RUNNER (ce l’ho in VHS) è stata modificata nelle versioni successive, soprattutto nel finale.

Non solo sparisce la rosea favola (“vissero insieme felici e contanti contenti per molti e molti anni” perché Rachael è stata programmata per vivere a lungo), ma non c’è più la voce fuori campo.

La quale voce fuori campo filosofeggia

  • “…in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata; non solo la sua vita: la vita di chiunque, la mia vita…”
  • “…volevano le risposte che tutti noi vogliamo: da dove vengo? dove vado? quanto mi resta ancora?”

Nel cinema contano più le immagini della filosofia. Le immagini e la musica.
vangel
La filosofia va bene in altri ambiti. Lo spettatore sussulta quando Deckard precipita nel vuoto e Roy Batty (per solidarietà da replicante a replicante?) lo afferra per il polso. Ma domande come “cosa succede dopo la morte? esiste un’altra vita? ecc” inquietano (è difficile rispondere…).

Sento dire che BLADE RUNNER 2049 è pieno di azione e povero di spiegoni. Se è così avrà molti spettatori (avremo un ottobre piovoso) e lascerà qualche dubbio nelle nostre menti cinefile.

  • come mai Deckard non muore mai? l’hanno programmato per vivere in eterno? o semplicemente servirà per il 3° episodio?
  • che fine ha fatto Rachael?
  • il lardo di colonnata fa bene agli androidi o gli aumenta il colesterolo?

rach

Published in: on ottobre 6, 2017 at 10:47 am  Comments (12)  
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