Storia di due romanzi. Paralleli. Anzi non tanto paralleli.
IL CODICE DA VINCI (scritto da Dan Brown nel 2003) demolisce la tradizione cristiana, sostenendo che quello che sappiamo su Gesù è probabilmente falso, che quello che venne chiamato Santo Graal era in realtà l’eredità genetica di Gesù trasmessa attraverso Maria Maddalena alla dinastia dei re Merovingi, che i Templari furono sterminati perché sapevano la verità ecc
I VERSETTI SATANICI (romanzo scritto da Salman Rushdie nel 1988) demolisce la figura di Maometto (nel romanzo ha il nome di Mahound, “il Messaggero”) e della sua sposa Aisha. Per evitare l’accusa di blasfemia l’autore usa uno strattagemma: gli episodi in cui compaiono il Messaggero e l’adolescente Aisha sono “sogni”, partoriti dalla mente del protagonista Farishta. Ma il trucco non è bastato a placare l’ira di Khomeini and Co.
Le differenze principali ve le racconto dopo le immagini.

:max_bytes(150000):strip_icc()/the-da-vinci-code-589f9cee3df78c4758a2d9e7.jpg)
Com’era prevedibile entrambi i romanzi provocarono reazioni molto vivaci. Ma non nella stessa misura.
IL CODICE DA VINCI (che per la verità ha un valore letterario molto scarso) suscitò qualche protesta in occidente. Però alla fine venne stampato in tutto il mondo e procurò celebrità e palanche al suo autore.
Mentre I VERSI SATANICI, che valgono molto di più (credetemi), hanno procurato a Rushdie una condanna a morte e qualche giorno fa un simpaticone è andato molto vicino al bersaglio.

Inoltre la pubblicazione non ha fatto di Rushdie un uomo ricco. I VERSI SATANICI sono vietati in mezzo mondo; non solo in paesi a maggioranza musulmana (Pakistan, Egitto, Indonesia ecc) ma anche nei paesi in cui vivono minoranze islamiche significative (India, Sudafrica, Kenya).
Vittima di un attentatore mussulmano il traduttore giapponese Hitoshi Igarashi fu ucciso il 12 luglio 1991. Analoghi attentati hanno raggiunto Ettore Capriolo (reo di aver tradotto l VERSI SATANICI in italiano) e William Nygaard (editore norvegese).
Quanto a me mi dispiace soltanto di non conoscere abbastanza il dialetto bolognese: sarebbe un onore poter tradurre l’opera in questione nella mia lingua natale.