Ascoltavo distrattamente un notiziario locale alla radio e ho capito male la notizia.
“Turista ferita questa mattina nella tangenziale di Bologna. Una pietra ha sfondato il parabrezza…”
Porca troia! I soliti teppisti che gettano sassi dai cavalcavia…
Ma poi ho capito che la pietra non era caduta dall’alto, tipo asteroide della pubblicità delle merendine.
E’ che il calcestruzzo si sgretola, soprattutto quando sui viadotti passano a gran velocità migliaia di camion al giorno. In questo caso uno dei suddetti bisonti dell’autostrada ha sollevato (senza malizia, ci mancherebbe!) una pietra di oltre 2kg che si è alzata a parabola fino a colpire il parabrezza dell’auto che seguiva.
- quindi niente teppisti (Salvini, non occorre pattugliare i cavalcavia!)
- potremmo dare la colpa ai camionisti che corrono troppo?
- oppure al sistema capitalista che impone ritmi di lavoro stressanti?
- oppure, più banalmente, alla Società Autostrade che crede di costruire ponti e viadotti indistruttibili e poi KRAK?
Tempo fa scherzavo sui rischi che si corrono percorrendo il Paese dei Cachi. Ma ora occorre un approccio scientifico al problema viabilità.
Vi invito pertanto a risolvere il seguente
PROBLEMA
Un’autovettura A percorre alla velocità costante di 90 km/h l’autostrada B preceduta dal camion C di nazionalità da definire. Tenendo conto che la temperatura dell’aria è di 37° fahrenheit al momento dell’incidente, che la distanza tra A e C è di 42,05 m (se uno rispetta davvero la distanza di sicurezza salta fuori subito un furbetto che si inserisce garibaldinescamente nello spazio intermedio), che il peso specifico del calcestruzzo varia tra 1,4 a 2,5 a seconda di quanta sabbia ci hanno messo, che THESE ARE THE TIMES TO REMEMBER era la sigla di SENTIERI e che il ministro delle infrastrutture si chiama Toninelli calcolare quante probabilità ha il conducente dell’autovettura A di arrivare sano e salvo al termine del viaggio.
Nessun camionista è stato molestato nella stesura di questo post