Come avevo preannunciato il supermercato della Zona Stadio ha riaperto dopo un mese (riassetto straordinario).
Ci sono andato subito e ho ripreso a soffrire alle casse automatiche.
E’ vero che si risparmia tempo (se le altre casse, quelle gestite da esseri umani, sono intasate); il tempo è denaro eccetera.
Ma lo stress è tanto.
- deposita gli articoli nell’area apposita (fin qui me la cavo)
- passa gli articoli sul lettore (beeep, beeep)
- hai passato la tessera socio? (me la dimentico sempre)
- necessaria approvazione: ho comperato del vino e la macchina non è sicura che io abbia compiuto 18 anni (dalla sua postazione una commessa mi fa cenno di proseguire)
- paga con i contanti o con la tessera (meglio i contanti)
- ritira il resto; il denaro viene distribuito sotto la fessura (denaro sta per carta moneta; le monete non sono denaro? bah)
- informazione necessaria (vuol sapere se userò i sacchetti di plastica biodegradabile)
- ritirare la spesa (forza, è quasi fatta!!!)
- grazie per aver usato fast pay (è sempre quella voce femminile… mi piacerebbe vedere i provini con cui scelgono la voce da registrare: “dev’essere una voce dolce, ma non troppo…”)
- adesso la tappa finale: avvicinare il codice a barre della ricevuta all’apposito lettore (ho impiegato anni per imparare a farlo… all’inizio ero costretto all’umiliazione di chiedere come qualmente…)
FINITO!!!!!!!! Vado a casa con un leggero mal di testa.