And the winner is…

Tutto cominciò la notte degli Oscar, quando W. Beatty fece un casino inaudito sbagliando busta.

Poi fu la volta del testamento di Nathaniel Rothschild: il notaio sbagliò busta e annunciò che la totalità dei beni mobili e immobili andava alla Palestine Jewish Association… ma si corresse subito “l’erede universale è in realtà Barry Jenkins, regista di MOONLIGHT”

Quando il Re di Svezia annunciò il nome del Nobel per la letteratura successe ancora. “Vince il Premio il signor Philip Roth… scusatemi, ho sbagliato; il Premio va a Barry Jenkins…”

Piazza San Pietro era fremente di curiosità, quando il Camerlengo cominciò a parlare: Nuntio vobis gaudium! Habemus Papam! Excellentissimum Angelum…”

Un fulmine lo incenerì e una voce profonda (udita da tutti, in tutte le lingue del mondo) proclamò: “Neanche per idea! Il nuovo papa è Barry Jenkins!”
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Published in: on febbraio 27, 2017 at 11:30 am  Comments (2)  
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Un anno fa vinceva SPOTLIGHT (e chi se lo aspettava?) – Ci sarà una sorpresa anche quest’anno?

Alzi la mano chi si aspettava la statuetta a SPOTLIGHT.

Non vedo molte mani alzate.
mani
Fu, effettivamente, una sorpresa. Quasi tutti si aspettavano REVENANT (qualcuno puntò su LA GRANDE SCOMMESSA, qualcuno su THE MARTIAN).

E se anche la notte di domenica 26 ci lasciasse a bocca aperta? Tutti i bookmakers danno LA LA LAND come sicuramente vincente… e se vincesse ARRIVAL?

Ripeto quanto già detto. Ora tutta Hollywood è schierata contro Trump, la sua xenofobia e la grande muraglia al confine messicano. E la storia di ARRIVAL può essere letta come “accogliamo gli stranieri e non spariamo… almeno prima cerchiamo di capirli!”

Published in: on febbraio 24, 2017 at 11:09 am  Comments (4)  
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Quando Hollywood parla di Hollywood

Premessa. Qui non ci sono TUTTI i film ambientati a Bosco degli Agrifogli (l’elenco comprenderebbe centinaia di titoli), ma solo quelli in cui al centro c’è quel mondo litigioso e nevrotico di produttori, registi, attrici ecc che produttori, registi, attrici conoscono benissimo.

Sono stati realizzati dei film veramente ben fatti. E adeguatamente premiati: ci vuole un Tir per trasportare tutte le statuette vinte.

Naturalmente cito solo quelli che ho visto. Mi hanno detto che E’ NATA UNA STELLA è bellissimo. Quando l’avrò visto lo recensirò.

Inoltre nell’elenco non troverete ARGO, un film bellissimo, dove parte dell’intreccio riguarda il mondo del cinema, ma il nocciolo è altrove. Fine della premessa.

argo

SUNSET BOULEVARD (Viale del tramonto, 1950; regia di B. Wilder) – La grande ex-Diva (Gloria Swanson) si innamora  si aggrappa a uno sceneggiatore spiantato e molto più giovane (William Holden); lo uccide e impazzisce del tutto. Nel film appaiono nel ruolo di se stessi C. B. DeMille e Buster Keaton. 3 statuette + un baule di nominations

SINGIN’ IN THE RAIN (Cantando sotto la pioggia, 1951; regia di S. Donen e G. Kelly) – Addio al cinema muto, evviva il sonoro! Un grande divo (Gene Kelly), racconta dei suoi inizi (ha fatto la controfigura per anni) impara a scandire bene le battute e trova l’amore. 2 nominations, ma nessuna statuetta

THE BAD AND THE BEAUTIFUL (Il bruto e la bella, 1952; regia di V. Minnelli) – Un produttore particolarmente son-of-mignott (Kirk Douglas, che ha costruito il personaggio ispirandosi a D.O. Selznick) si arrampica sulle scivolose scale del successo e poi ruzzola giù. La “bella” del titolo è Lana Turner. 5 statuette + una nomination per Kirk

THE LAST TYCOON (Gli ultimi fuochi, 1976; regia di E. Kazan) – Robert De Niro è un produttore geniale (personaggio ispirato da I. Thalberg), ma va in crisi e gli tolgono subito la poltrona da sotto il culo. Un sindacalista (Jack Nicholson) lo prende a sberle. una sola nomination

S.O.B. (Son of bitch, 1981; regia di B. Edwards) – Dopo un clamoroso flop un celebre regista (R. Mulligan) medita il suicidio; decide di trasformare il suo musical in un pornosoft e induce la moglie (Julie Andrews) a recitare a seno nudo; alla fine viene ucciso dagli agenti della security e muore felice: una tragedia simile è una manna per gli incassi!

THE PLAYER (I protagonisti, 1992; regia di R. Altman) – Non credo esistano film come questo, che riunisce decine di camei (Julia Roberts, Jack Lemmon, Susan Sarandon, Rod Steiger, Peter Falk, James Coburn, Bruce Willis, ecc) mentre si progettano film e il Produttore (Tim Robbins) uccide uno sceneggiatore, ma la fa franca e ne sposa la vedova (Greta Scacchi) 3 nominations

THE AVIATOR (2004; regia di M. Scorsese) – Howard Hughes (L. Di Caprio) ha due passioni: gli aeroplani e le attrici. Nella sua camera da letto vita sono passate Jean Harlow (G. Stefani), Katherine Hepburn (C. Blanchett), Ava Gardner (K. Beckinsale) eccetera eccetera. 5 statuette + una carrettata di nominations

THE ARTIST (2011; regia di M. Hazanavicius) – Omaggio pluripremiato al cinema muto americano da parte dei francesi. Il Grande Divo (J. Dujardin, che si è ispirato a Douglas Fairbanks) si oppone al sonoro: produrrà un film muto con la sua pecunia. Disastro. Ma l’amore lo salverà! 5 statuette + un fagottone di nominations

MY WEEK WITH MARILYN (Marilyn, 2011; regia di S. Curtis) – Nel 1956 LEI (M. Williams) sbarcò in Inghilterra per girare IL PRINCIPE E LA BALLERINA con Laurence Olivier (K. Branagh). Tra gli altri personaggi Vivien Leigh (J. Ormond), Sybil Thorndike (J. Dench) e una guardarobiera (E. Watson). 2 nominations

HITCHCOCK (2012; regia di S. Gervasi) – Come il mago della suspence ideò e realizzò PSYCHO. A. Hopkins è perfetto; ma anche H. Mirren (Alma Reville), J. Biel (Vera Miles) e S. Johansson (Janet Leigh) non scherzano! una nomination

HAIL, CAESAR (Ave Cesare, 2016; regia di E&J Coen) – Riuscirà il Grande Divo (G. Clooney) a scoprire la verità sul comunismo? Si troverà un padre per il baby che la Grande Diva (S. Johansson) nasconde con sempre maggior difficoltà? Su questi e altri drammi del cinema anni ’50 si farà presto luce! una nomination

LA LA LAND 14 nominations… ma ne parliamo domenica sera.

Published in: on febbraio 22, 2017 at 7:12 PM  Comments (1)  
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3 filmoni alla vigilia degli Oscar (and the best is…)

Febbraio è sempre un bel mese per chi ama il cinema.

Tra novembre e gennaio nelle sale si son visti film che non definisco cinepernacchie perché le pernacchie si offenderebbero.

Ma adesso elenco 3 cose belle. Vederle ha migliorato la qualità della mia vita.

HACKSAW RIDGE (M. Gibson)

LA LA LAND (D. Chazelle)

ARRIVAL (D. Villeneuve)

Vi dico subito che non intendo stabilire una graduatoria. Sono generi diversissimi (guerra, musical, fantascienza) e quindi non paragonabili tra loro. E’ come chiedersi se era più precoce Mozart o più ninfomane Savita Bhabhi.

  • LA LA LAND ha le maggiori chances di acchiappare la statuetta dorata; è un film delizioso, spudoratamente sentimentale (ma non c’è il zuccheroso lietofine di CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA) e piace anche a chi (come me) non spasima per il genere Hollywood about Hollywood: VIALE DEL TRAMONTO, IL BRUTO E LA BELLA, S.O.B., THE ARTIST ecc; tornerò sull’argomento molto presto
  • HACKSAW RIDGE è la storia vera e sanguinosa di un eroe atipico: Desmond Doss, primo obiettore di coscienza dell’esercito americano, che fu decorato per aver salvato 75 commilitoni senza sparare un solo colpo (Okinawa 1945); non è un film militarista, la guerra viene mostrata in tutta la sua brutalità (e comunque quella guerra andava fatta: ve l’immaginate un mondo dominato dall’Asse?); Gibson sarà uno stronzo, umanamente parlando, ma come regista è un maestro
  • di ARRIVAL ho già parlato il 24 ultimoscorso; siete patiti della SF? siete fan di Amy Adams? io appartengo ad entrambe le categorie, perciò sono uno dei pochissimi a nutrire qualche speranziella che una delle 8 nomination centri il bersaglio; anche perché a Donald Trump darebbe molto fastidio il successo di una storia dove gli alieni sono buoni e una donna dimostra più intuito di tutti i militari messi insieme

la
Nel prossimo post manterrò la promessa di 18 righe fa.

quando c’era Berlinguer…

Da un po’ di tempo passo bei momenti su Raistoria, sia nel pomeriggio che in prima e seconda serata.

L’altra sera parlavano di Berlinguer.
enri
Ovviamente in bene. Basterebbe pensare al rissoso bordello che è diventato il PD per capire l’importanza di un leader autorevole e serio come lui.

Eppure…

Eppure lo contestavano, anche duramente. Sono abbastanza vecchio da ricordare gli anni ’70, le folle di adolescenti con il Manifesto (spuntava dai tasconi dell’eskimo) che berciavano contro l’imborghesimento del PCI.

E ce n’era anche per Luciano Lama, che di Berlinguer era grande amico.
lamaeb
E’ il dramma (anzi, la tragedia) della sinistra italiana. C’è sempre qualcuno che salta su, in nome di un’imprecisata “purezza rivoluzionaria”, a contestare chi la rivoluzione non la ritiene imminente.

Succedeva anche negli anni ’20. La scissione del 1921 indebolì il Partito Socialista e chi ci guadagnò fu Mussolini, che si trovò davanti una sinistra disunita.

Dopo il delitto Matteotti (nell’unico momento in cui il fascismo era vulnerabile) i Socialisti insistettero fino in fondo con la “secessione aventiniana”, i Comunisti tornarono in aula. Quando ci si accorse di quanto fosse indispensabile l’unità antifascista era troppo tardi.
duce

Published in: on febbraio 16, 2017 at 11:39 am  Comments (6)  
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A UNITED KINGDOM, by Amma Asante

L’ultima volta che avevo visto Rosamund Pike ricevere una proposta di matrimonio era il 2005. Lei interpretava Jane Bennet e quello che si inginocchiava era Bingley (personaggio non molto intelligente, ma pieno di sentimento).
bing
Qui, in A UNITED ecc, si inginocchia un quasi re: Seretse Khama (molto sentimento e anche molto cervello) erediterà il ruolo di sovrano del Botswana.
marriage
Oggi, nel 2017, questo matrimonio interrazziale non sarebbe uno scandalo.

Ma allora (1947) sì.

Tutti contrari: il padre di lei (“non farti mai più vedere”), lo zio di lui (Reggente del regno), il governo del confinante SudAfrica e, di conseguenza, il governo di Londra. “Senza l’oro del SudAfrica quanto credete che reggerà la sterlina?” borbotta il premier laburista Atlee.

Insomma, una storia d’amore contrastatissima. Se volete (ma proprio se volete) sapere come va a finire, lo racconterò dopo l’ultima immagine.

Prima, però, qualche considerazione tecnica sul film.

    • molto ben recitato, soprattutto nei ruoli secondari; deliziosa Terry Pheto (la sorella di Seretse) e praticamente perfetto Jack Davenport (il pomposo funzionario dell’Impero Britannico); tra i “cattivi” compare brevemente Tom Felton, già noto tra i Serpeverde di Hogwarts
    • magnifica la fotografia: albe africane, tramonti africani, deserti, giraffe, aironi ecc; a Londra c’è tanta nebbia (ma lo sapevamo già)
    • un po’ troppo lungo (quasi 2 ore; almeno 15′ si potevano tagliare in sede di montaggio); c’è della retorica, ma non se ne poteva fare a meno dato il soggetto; complessivamente lo giudico AL DI SOPRA DEL BAH

poster

Cosa succede nel finale? L’AMORE TRIONFA (evviva San Valentino!) e la solidarietà femminile aiuta la coraggiosa protagonista a vincere e convincere.

Aggiungo però che se non avessero trovato tutti quei diamanti l’indipendenza del Botswana sarebbe stata molto più difficile da raggiungere (nel 1966).

ALLIED, by R. Zemeckis

LUI (interpretato da Brad Pitt) ha sposato LEI (Marion Cotillard) e vivono felici nell’Inghilterra del 1943 (alla vigilia dello Sbarco).

Hanno anche una figlia, Anna.

LUI lavora per i Servizi Segreti alleati (e se non fosse vero?). LEI è stata membro della Resistenza francese (e se non fosse vero?). Si sono conosciuti in una rischiosissima azione a Casablanca; sono riusciti a fuggire in Inghilterra (è stata solo fortuna?) e si amano tanto (e se non fosse vero?).

Colpo di scena!

I capi avvisano LUI: “non ti fidare di LEI, è un’astuta spia nazista! abbiamo le prove…”

Effettivamente le accuse su LEI sembrano fondate. Ad esempio, dovrebbe essere una brava pianista, ma quando LUI le chiede di suonare casca l’asino…

Se il nome Casablanca vi fa vibrare le antenne vi dico subito che Michael Curtiz non c’entra una fava.

Se mai l’atmosfera di intrighi e sospetti ha cospicui debiti verso A. Hitchcock, soprattutto nel finale.

Stavolta NIENTE SPOILER. Mi limiterò a elencare (dopo l’immagine) alcune possibili conclusioni

alli

  1. LEI uccide LUI
  2. LUI uccide LEI
  3. LUI lancia una moneta “Se viene testa vinco io, se viene croce muori tu” LEI non apprezza lo scherzo e, comunque, si spara.
  4. LEI, vistasi scoperta, fa seppuku con la wakisashi (che portava sempre nella borsa della spesa); si scopre così che LEI era un’agente giapponese, che aveva cambiato i connotati con una riuscitissima operazione.
  5. LUI è un androide, fabbricato nell’Area 51; volete sapere come è stata concepita la piccola Anna? bah, sapete com’è… nella confusione bellica può succedere di tutto; comunque arriva Rick Deckard e fa fuori LUI che, prima di morire, mormora “io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi, pedalò in fiamme al largo di Riccione…”
  6. LUI e LEI fuggono con Anna in Egitto, dove riceveranno l’omaggio dei magi e dei pastori; secondo Robert Langdon Anna (ultima discendente di Gesù Cristo) porterà la pace nel mondo in un lontano futuro.
  7. Tra spie e controspie nasce un tale casino che il Comando Alleato fa paracadutare in Normandia l’intera troupe di Sanremo; la guerra finisce, perché i tedeschi (sopraffatti da tanta cialtroneria) si arrendono.
  8. Le accuse contro LEI erano fasulle; servivano solo per ingropparsela, con la scusa dell’interrogatorio stringente; LUI se ne accorge a cose fatte e si vendica sterminando tutti gli agenti dell’MI6 (versione Q. Tarantino) oppure si eccita come un toporagno (versione T. Brass).
  9. Mentre LUI e LEI trombano gagliardamente in un auto sotto una tempesta di sabbia, un’ombra furtiva si avvicina; è Angelina Jolie: “dunque mi hai lasciata per questa sciacquetta mangiarane!!!”; segue una lite furibonda tra Angelina e Marion, durante la quale sono spesso citati i nomi di una antica città a lungo assediata dagli Achei e di un mammifero di sesso femminile da cui deriva la parola vaccinazione; le rivali vengono separate a stento, mentre il regista Zemeckis si frega la mani (le macchine hanno ripreso tutto e il materiale servirà per realizzare THE MAKING OF ALLIED)
Published in: on febbraio 10, 2017 at 9:02 am  Comments (4)  
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Come sopravvivere al paleofestival di Sanremo? Godendo 5 bellissimi film!!!!!

Non so se all’estero ci disprezzano per questa cosa… Forse no, perché ci sono cose peggiori nel paese dei cachi (adesso non mi vengono in mente, ma ci sono).

Comunque il festival conferma l’ipotesi che qui da noi ci si affeziona troppo al passato.

Quest’anno cantano Al Bano, Ron e Fiorella Mannoia (sommando le loro età si arriva a 200 anni).

Mancano solo Raffaella Carrà e Tony Dallara.
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In alternativa al polpettone sanremese (farcito da interminabili interruzioni pubblicitarie) suggerisco alcuni filmoni che daranno gioia a queste 5 sere.

In ordine alfabetico

  • AMARCORD – La sconfinata fantasia di Fellini, la musica di Nino Rota, Gradisca, Ciccio Ingrassia nella parte dello zio matto… Se non l’avete mai visto preparatevi a una serata indimenticabile!
  • A QUALCUNO PIACE CALDO – La più scatenata commedia di Billy Wilder. I morti ammazzati sono in doppia cifra (“perché è un gran bravo figliolooo, nessuno lo può negaaar ta-ta-ta-ta-ta”). E c’è Marilyn.
  • GOMORRA – Ecco, mi sono ricordato di cosa c’è di peggio di sanremo! Gomorra è un girone infernale sulla Terra, è la disperata descrizione di bambini aspiranti killer e terreni inquinati (da rifiuti settentrionali). Questa è l’Italia, altroché le canzonette!!!
  • RADIO DAYS – L’Amarcord di W. Allen. I bambini che camminano nella spiaggia deserta chiedendosi se sia più bella la Hayworth o la Grable sono veramente felliniani. Al posto del Rex c’è un sottomarino nazista. Al posto di Gradisca che si spoglia sul letto del Principe c’è una maestra che balla nuda davanti allo specchio.
  • TOY STORY 3 – Lo consiglio vivamente anche a chi non ama i cartoon. 102 minuti e non ti annoi mai. C’è di tutto: il dramma (a lieto fine) l’introspezione psicologica, la commedia brillante (i duetti tra la furba Barbie e il modaiolo Ken). Ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione: ma se lo premiavano come miglior film del 2010 non avrei protestato.

In alternativa andate al cinema. In queste sere saranno meno affollati del solito. E c’è solo da scegliere. Se non avete ancora visto LA LA LAND, ARRIVAL, HACKSAW RIDGE e SMETTO QUANDO VOGLIO 2 è il momento di colmare queste lacune.

Published in: on febbraio 6, 2017 at 12:00 PM  Comments (3)  
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Ha ragione Andreoli? (a proposito dell’omicidio di Vasto)

Vittorino Andreoli, psichiatra e criminologo, sostiene che tutti siamo potenzialmente assassini e che NON E’ NORMALE chi non ha provato mai l’impulso di risolvere i suoi problemi con un ammazzicidio.
vitt
Mi tornano in mente queste teorie di fronte a recenti fatti di cronaca.

A Vasto qualche mese fa un tale aveva causato la morte di Roberta Di Lello investendola con la sua auto. L’altro giorno il marito della vittima carica la sua pistola (una Beretta 98FS) e va a “fare vendetta”.

Giuridicamente parlando non ci sono dubbi: omicidio premeditato. Ma non vorrei essere al posto di chi dovrà giudicare questo caso.

Qualche centinaio di kilometri più a nord di Vasto c’è Pontelancomesichiama (Ferrara). Qui un simpaticone di nome Riccardo ha compiuto un matricidio-parricidio per interposta persona.

Dimostrando una notevole imprenditorialità, il Riccardo di cui sopra ha incaricato il suo amichetto Manuel di fare a pezzi (con apposita ascia) mamma e papà.

Anch’io ho avuto un rapporto difficile con mio padre.

E’ solo un caso che quelle accese discussioni non siano trascese?

E se una crisi di follia mi avesse travolto non mi sarei pentito subito? Non avrei passato il resto della mia vita a chiedere perdono, come l’assassino di Maria Goretti?

Nel caso di Manuel e Riccardo mi sgomenta proprio la mancanza di un vero pentimento.

Non so voi, a me l’espressione ho fatto una cazzata (usata da Riccardo dopo l’arresto) non sembra indicare pentimento, ma solo il rammarico di essere stato scoperto.

 

Published in: on febbraio 4, 2017 at 10:08 am  Comments (1)  
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