HABEMUS PAPAM, di Nanni Moretti

Roma è la città più cinematografica che io riesco a immaginare (a pari merito con Venezia, ma “girare” a Venezia presenta difficoltà notevolissime).

E cosa c’è di più cinematografico di una sfilata di rossoporporati?

Di più, di cardinali in alta uniforme che entrano silenziosamente in un teatro dove si contrappongono il bianco e il nero di Checov? Con le guardie svizzere e tutto?

E’ un gran film, credetemi. Con qualche difetto (chi non ne ha?) che elencherò oltre. Ma è c’è davvero una gran regia e attori degni di questo nome: Michel Piccolì (grandissimo) Jerzy Sturh, Franco Graziosi, Camillo Milli (gente che come minimo ha studiato con Strehler al Piccolo Teatro, mica còtica).

Se mai (qui cominciano le critiche) si poteva fare a meno proprio di Moretti come attore: è eccellente come regista, ma come attore non è un granché…

Io (siamo nell’opinabile) avrei dato più spazio alla Buy. Magari poteva essere lei quella che convinceva il suo angosciatissimo paziente ad assumersi le sue pontificali responsabilità e a ritornare in Vaticano.

Quanto alle partite di pallavolo, molti hanno notato la loro improbabilità (nessun 70enne può giocare così senza rischiare fratture multiple alle dita e alle caviglie), ma non dimentichiamo che siamo al cinema. Se volessimo cancellare le scene irreali, gran parte del cinema di Charlie Chaplin sparirebbe.

A proposito, quando ho sentito il discorso di papa Piccolì alla folla di piazza S. Pietro mi è tornato in mente il discorso finale del DITTATORE. Vi ricordate? “Mi dispiace, ma non voglio fare l’imperatore. No, non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno…”

Ahò, Nanni, ti ho accostato a Chaplin! Non ti basta?

Dopo il video riassumerò la TRAMA, per i pochi che non la conoscono (attenzione però che rivelerò come VA A FINIRE). Prima trascrivo il Salmo 102 che Moretti recita ai cardinali.

La “preghiera del depresso”:

Svaniscono in fumo i miei giorni e come brace ardono le mie ossa,

falciato come erba inaridisce il mio cuore, dimentico di mangiare il mio pane…

…non posso dormire e sono come il passero solitario sul tetto…

…i miei giorni sono come ombra che si allunga e io come erba inaridisco…

TRAMA ESSENZIALE. Eletto inaspettatamente, il nuovo Papa è preso dal panico. In preda a violente crisi di nervi, gli servono a poco le cure del celebre psicanalista. Anzi, riesce a scappare e per qualche giorno si nasconde in un alberghetto di Roma. Alla fine ritorna e si affaccia alla Loggia delle Benedizioni annunciando le proprie dimissioni con un bel discorso: “La Chiesa ha bisogno di una nuova guida, ha bisogno di ascoltare tutti, di capire e perdonare tutti.. ma io non sono in grado di fare ciò che aspettate da me…”

Published in: on aprile 22, 2011 at 7:58 am  Comments (7)  
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drogati dalla televisione…

DOMANDINA FACILE FACILE. Cosa hanno i comune i sottoelencati personaggi, oltre ad essere protagonisti di film di grande successo (in fondo al post, se ci arrivate vivi, potete leggere la graduatoria)?

  • Paola Cortellesi
  • Claudio Bisio
  • Checco Zalone
  • Ficarra&Picone
  • Luca&Paolo
  • Antonio Albanese
  • Luciana Littizzetto
  • Raoul Bova
  • Alessandro Preziosi
  • Aldo Giovanni&Giacomo

Risposta: devono la loro popolarità alla TV.

NON VOGLIO DIRE che non siano bravi. Alcuni sono bravissimi (Albanese, per esempio), ma non si può negare che il “piccolo schermo” è il trampolino che li ha lanciati.

Se non li vedessimo continuamente in TV, magari negli spot di un telefonino o di un supermercato, non si riempirebbero le sale per i loro film, spesso mediocri (IMMATURI) o meno che mediocri (FEMMINE CONTRO MASCHI).

Mi rendo conto di non esagerare in fatto di originalità, ma LO DICO LO STESSO: il pubblico italiano è drogato dalla tv. Vediamo la faccetta o la facciona di X o Y sul piccolo schermo e l’andiamo a rivedere al cinema.

GRADUATORIA dei film più visti in Italia dal 1° gennaio

  1. CHE BELLA GIORNATA (Checco Zalone)
  2. IMMATURI (Raoul Bova, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu)
  3. QUALUNQUEMENTE (Antonio Albanese)
  4. PIRATI DEI CARAIBI
  5. FEMMINE CONTRO MASCHI (Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Ficarra e Picone, Paola Cortellesi, Alessandro Preziosi)
  6. FAST AND FURIOUS 5
  7. IL DISCORSO DEL RE
  8. UNA NOTTE DA LEONI 2
  9. NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE (Paola Cortellesi, Raoul Bova)
  10. LA BANDA DEI BABBI NATALE (Aldo, Giovanni&Giacomo)

(AGGIORNAMENTO del 14 luglio). E’ sorprendente che HABEMUS PAPAM abbia già fatto staccare più di 800.000 biglietti, nonostante Nanni Moretti non sia “televisivo” 


anche gli americani (qualche volta) fanno sbadigliare

Molti mi hanno accusato di esterofilia. Ora provo a discolparmi.

E’ vero che nessun film italiano compare nella lista che ho proposto per il Torneodeifilm organizzato da Gegio, ma lo stesso si può dire di quasi tutti i partecipanti: il massimo di italofilia l’ha raggiunto Sailor Fede, che ne ha proposti 3 (su 12): LA VITA E’ BELLA, BASILICATA-COAST-TO-COAST, IL BUONO IL BRUTTO E IL CATTIVO.

Però voglio attestare solennemente che in questo weekend sono usciti nelle sale un quasi-capolavoro italiano (comincia per B e finisce con Boris; lo recensirò) e una ciofeca proveniente da Hollywood (stroncata unanimemente da critici di ogni colore politico e fede religiosa: Avvenire, l’Unità, il Giornale ecc).

Detta ciofeca si intitola MIA MOGLIE PER FINTA. Praticamente è il remake di FIORE DI CACTUS, una commedia del 1969, che però durava molto meno degli interminabili 116 minuti di questarobaquà (e divertiva molto di più).

TRAMA ESSENZIALE. Un ultraquarantenne rimorchia con successo, fingendosi infelicemente sposato. Costretto a inventarsi una moglie, impone a una sua dipendente di calarsi nella parte… a questo punto anche all’asilo hanno capito come va a finire.

La parte della “moglie-per-finta” è interpretata da J. Aniston.

In FIORE DI CACTUS la parte era affidata a Ingrid Bergman (e il bastardo era Walter Matthau): basta questo per capire la differenza?

A proposito, nel Torneo dei film sopra citato per il titolo di miglior attrice se la giocano in 3: la Bergman (l’ho proposta io), Kate Winslet e Meryl Streep.

Vinca la migliore.

THE AVIATOR, di M. Scorsese

5 OSCAR (scenografia, montaggio, fotografia, costumi e Cate Blanchett): per quali motivi questo interminabile film ha avuto successo?

  • Anzitutto, è un film su Hollywood (il cinema celebra se stesso) e questo piace sempre ad Hollywood: GLI ULTIMI FUOCHI (De Niro faceva il produttore Thalberg, J. Nicholson un sindacalista), VECCHIA AMERICA (Bogdanovich), I PROTAGONISTI (Altman) ecc
  • In secundis (e forse è questo l’asso di briscola) è la storia di un uomo solo (coraggiosissimo, ma pieno di debolezze) contro l’establishment (esemplificato dal tronfio produttore Louis B. Mayer e poi dall’industrialone Juan Trippe, ben ammanicato con i politici); alla fine Hughes, che sembrava finito, si rialza e vince: cosa c’è di più americano?
  • Cate Blanchett. Interpreta Kate Hepburn in modo magistrale (oscar meritatissimo). Provate a confrontarla con la vera voce della Hepburn quando mormora “there’s too much Howard Hughes in Howard Hughes…” o quando esclama “golly!!!”
  • la regia di Martin Scorsese (meritava l’oscar, che invece andò a Clint Eastwood? ai posteri l’arduaecc) con i frequentissimi primi piani di L. D. C. e dei suoi occhi spiritati
  • mettiamoci anche i comprimari: Ian Holm (bisognerà, uno di questi giorni, che gli dedichi un post), scienziato un po’ buffo che passa dallo studio delle nuvole alle tette di Jane Russell, J.C. Reilly (che il suo post l’ha già avuto), Alec Baldwin, Alan Alda (viscido senatore), Jude Law…

Affascinante anche la colonna sonora: H. Shore (lo stesso del Signoredeglianelli e si sente), J. S. Bach e tante belle canzoni d’epoca.