Al termine del film FINALE A SORPRESA ci sono molte sorprese (logico, no?)

Le seguenti affermazioni sono veramente vere (crocettare su V), clamorosamente false (CF) o non hanno assolutamente niente a che fare con il film. (ANACFCILF)

Meglio il latte a cose fatte che un pazzo in un palazzo – V CF ANACFCILF

Son sicuro che nel futuro ogni figuro vivrà in un abituro – V CF ANACFCILF

Ciapa el tram, balurda! Ciàpel ti che mi sun surda! – V CF ANACFCILF 

Un miliardario ingaggia una famosa regista, interpretata da Penelope Cruz, per girare un film di grande prestigio – V CF ANACFCILF

La regista convince il miliardario a ingaggiare due famosissimi autori: Fèlix Rivero e Ivàn Torres – V CF ANACFCILF

Fèlix e Ivàn si vogliono bene – V CF ANACFCILF

Partono ‘e bastimente pe’ terre assai luntane; cantano a buordo: so’ Napulitane! – V CF ANACFCILF

Vaduz è la capitale della Transnistria – V CF ANACFCILF

Voce dal sen fuggita più richiamar non vale – V CF ANACFCILF 

Fèlix: “Ho un cancro incurabile” – V CF ANACFCILF

Ivàn: “Se Felix muore subito io lo posso sostituire con l’aiuto della computergrafica” – V CF ANACFCILF

Humberto, il miliardario, inaugura un ponte – V CF ANACFCILF

Emanuel Macron ha invaso il principato di Monaco – V CF ANACFCILF

Napoleone sconfisse i Mammalucchi nella Battaglia delle Ipotenuse – V CF ANACFCILF

(nessuna regista è stata molestata nella stesura di questo post)

Published in: on aprile 27, 2022 at 12:53 am  Comments (6)  

STORIA DI MIA MOGLIE, coproduzione franco-olandese (c’è anche Sergio Rubini)

Film del 2021, tratto dal romanzo dell’ungherese Milàn Fust, racconta le vicende molto burrascose di un marito olandese e della sua moglie francese.mogli

LUI si chiama Jakob, capitano sulle navi di mezzo mondo. La sua bravura e il suo coraggio gli permettono una rapida carriera. Altro che Schettino…

Jakob si sente solo e decide di sposarsi.

LEI si chiama Lizzy ed è molto bella. Jakob dopo averla sposata si accorge che lei non è una santa e che non è prudente lasciarla sola.

Perciò smette di solcare gli oceani e si impiega come contabile in una società di navigazione di Amburgo.

Come andrà a finire?
lea

Non ve lo dico: ho promesso di non spoilerare.

Posso solo dire che tra i personaggi secondari c’è un affarista italiano (interpretato da Sergio Rubini): vende azioni petrolifere a Jakob che si fida di lui e si ritrova molto ricco. Erano gli anni dopo il 1929, quando molti finirono sul lastrico e altri (pochi per la verità) si arricchirono.
ruini“E smettiamo di dire che tutti gli italiani sono truffatori”

P. S. Questa storia mi ha fatto tornare in mente una canzoncina italo-napoletana. La cantava Aurelio Fierro (ma anche Virgilio Riento) ed elencava tutti i rischi di prender moglie.

Ad esempio

“Se te la pigli troppo brutta poi ti rimane la bocca asciutta

se te la pigli troppo bella ti ci vò la sentinella!

Se te la pigli senza niente fai la figura de lu pezzente

se te la pigli ricca assai chi comanda non lo sai…”

Published in: on aprile 21, 2022 at 12:31 am  Comments (3)  

Meglio la quarta dose anti-covid o la terza guerra mondiale?

Quel simpaticone di Putin ci fa sapere che è cominciata la terza guerra mondiale. Di bombe ne ha tante… e non vede l’ora di usarle.
bomb
Seguendo il detto spera nel meglio e preparati al peggio elenco alcuni aspetti positivi della possibile apocalisse.

  • non ci saranno più tante interruzioni pubblicitarie in tv (a chi interesserà più aumentare le vendite?)
  • ci saranno ancora nascite sulla Terra (almeno per qualche mese), ma non ci saranno molti litigi per scegliere il nome; penso che molte bambine saranno chiamate ultima e molti bambini ultimo…
  • non ci sarà più il festival di sanremo (forse però lo faranno lo stesso, in qualche bunker sotto i ghiacci dell’Antartide, e lo vincerà Gianni Morandi)
  • finirà la contesa tra palestinesi e israeliani: non ci sarà più il problema su dove sarà l’ambasciata italiana (non ci sarà più Gerusalemme, non ci sarà più Tel Aviv)

P. S. Ritornando al titolo di questo postaccio penso che la quarta dose sia meglio della terza guerra.

Published in: on aprile 19, 2022 at 12:10 am  Comments (4)  

Se pensi che Elena Ferrante sia lo pseudonimo di Anita Raja digita 1, se pensi che sia Domenico Starnone digita 2, se pensi che le opere di Elena Ferrante siano state scritte “a quattro mani” digita cancelletto

Ieri abbiamo visto LA FIGLIA OSCURA.
figli
Non è un gran film, ma merita di essere visto. Dopo vi racconterò la trama, senza spoilerare troppo.

il punto che ha animato la discussione, in attesa delle pizze, è però di carattere letterario.

LA FIGLIA OSCURA è, come è noto, un romanzo del 2006 firmato da Elena Ferrante. Romanzo molto femminile (i maschi svolgono funzioni molto marginali); difficile pensare che l’abbia scritto un uomo (Domenico Starnone?). Davvero difficile che uno scrittore sappia descrivere così bene la psiche femminile.

Mia moglie controbatte. Ci sono precedenti famosi:

  • Manzoni (la Monaca di Monza)
  • Flaubert (Emma Bovary)
  • Ibsen (Nora)
  • Eduardo De Filippo (Filumena Marturano)

Argomento complesso. Potrebbe essere un romanzo scritto “a 4 mani”.

Magari è opera di Starnone e di Anita Raja (che sono marito e moglie): è bello pensare che si aiutino tra loro nei momenti in cui si manifesta il writer’s block (che è una gran brutta bestia, credetemi).

Ma la discussione si interrompe. Sono arrivate le pizze che, per definizione, non si devono raffreddare. Dopo vi racconto la trama essenziale.
berbe

La protagonista si chiama Leda, è professoressa universitaria e ha 48 anni. Si gode una vacanza solitaria in un’isola greca senza il marito (hanno divorziato) e le 2 figlie.

Question number one. Le figlie sentiranno la sua mancanza o brinderanno alla sua assenza? Non rispondo. Ho promesso di non spoilerare.

Sulla spiaggia Leda fa amicizia con Nina, giovane madre di una bimba particolarmente rompiscatole. Leda racconta che, tanti anni prima, la vita in famiglia le era sembrata soffocante e se ne era andata di casa.

Question number two. Nina dice “ma che madre snaturata…”? Non rispondo. Ho promesso di non spoilerare.

Leda scopre che Nina non è insensibile al fascino di un bagnino.

Question number three. Nina tiene la bocca chiusa o fa sapere a tutti quello che bolle in pentola? Non rispondo. Ho promesso ecc ecc

Nell’isola c’è un cinema, una di quelle arene estive in cui non manca mai una dozzina di decerebrati che fanno casino. Leda non li sopporta.

Question number four. Leda se ne torna nella sua camera? O si diverte a sterminare i decerebrati con il Guanto dell’Infinito? Non rispondo ecc ecc

Leda ruba prende in prestito una bambola alla figlia di Nina.

Question number five. Nina la prende male: “a noi del Queens non si manca di rispetto! Capito? Statt accort!” E poi? Nina le pianta uno spillone nel collo? Oppure fanno pace? Non rispondo ecc

Published in: on aprile 15, 2022 at 12:53 am  Comments (6)  

Se il padrone di casa mi chiederà di pagare l’affitto cosa farò?

So già cosa farò.

Dirò che lui è un nazista.

Stessa strategia al ristorante. Conto troppo salato? “Lei è un nazista!!!!”

Io non pago i nazisti. Perciò vado via senza pagare.

Vi sembra irragionevole il mio comportamento? Mi sono ispirato alla propaganda putiniana. In una dittatura, con tutti gli strumenti del potere nelle mani di un solo despota, tu puoi far credere alla gente qualsiasi balla. Ad esempio puoi far credere che la maggior parte del popolo ucraino è nazista.

Strani nazisti, per la verità, che eleggono un presidente di origine ebraica e i cui bisnonni sono stati uccisi (in quanto ebrei) dai nazisti.

Quelli veri.
zel

E’ una strategia antica. Ai tempi del Terrore giacobino si accusarono dei ciabattini di essere aristocratici. Allo stesso tempo Maria Antonietta andò alla ghigliottina con l’accusa (tra le altre) di aver avuto rapporti incestuosi con suo figlio.

Per non parlare di Lev Trotsky, accusato da Stalin di essere un agente del capitalismo anglo-americano (guarda che coincidenza: Trotsky era ebreo ed era nato a Bereslavka, Ucraina).
trots

Published in: on aprile 11, 2022 at 10:50 am  Comments (6)  

Diario di un killer sentimentale

Non sapremo mai come si chiama il protagonista di questo breve romanzo (80 pagine) di J. L. Sepùlveda.

Non ce lo vuol dire (comprensibile), ma ci fa capire di essere sui 45 e di essere molto apprezzato nel suo ramo.

“Arrivo, ammazzo e me ne vado. Ecco cosa ho fatto negli ultimi 15 anni…”

Questa volta deve uccidere (e forse sarà il suo ultimo incarico) un messicano, Victor Mujica. Potrebbe sparargli a Istanbul, ma i suoi datori di lavoro (suppongo il cartello dei narcos colombiani, ma preferisco non approfondire) vogliono che Mujica muoia a Città del Messico.

Cosa ha fatto di così grave Victor Mujica? Sta inondando gli Stati Uniti di droga a prezzi stracciati, perciò rovina il mercato ai concorrenti.

A questo punto faccio un passo indietro.

E’ un killer sentimentale: 3 anni prima si è innamorato alla grande di una francesina, contravvenendo alla legge fondamentale della sua professione (nessuna debolezza, nessuna visibilità: bisogna svanire come ombre) e diventando vulnerabile.

E adesso la francesina lo ha mollato via fax: “ti voglio bene, ma amo un altro…” (peggio che Ingrid Bergman in Casablanca).

Povero killer. Ci resta malissimo. E proprio nel momento in cui sta per uccidere Mujica SI TROVA DAVANTI LA FRANCESINA…

CAPITO DI CHI SI ERA INNAMORATA?

Cosa succede nel romanzesco finale (essendo un romanzo, è logico che il finale sia romanzesco)?

Sto per dirvelo. Ma, se non volete saperlo, siete ancora in tempo! Per darvi tempo di voltare pagina adesso mi dilungherò per una ventina di righe sugli aspetti formali di questa storia.

Sepùlveda scriveva bene, non occorre che lo dica io. In questo caso si è divertito a parodiare i noir di Hammett e di R. Chandler.

Il protagonista è un superduro, beve continuamente gin (ma come fa a mirare così bene?), si concede spesso lunghe nottate di sesso con puttane internazionali (a parte la francesina) e passa la vita tra taxi e aerei. Vive talmente da solo che parla da solo, o meglio con la sua immagine nello specchio (“l’abitatore degli specchi”) a cui rivela la propria malinconia. Al lettore preferisce mostrare la sua freddezza.

Cito alcune frasi dell’autore, tanto per rendere l’idea: “mi preoccupai che il primo pezzo di piombo lo cancellasse subito dalla lista dei vivi” … “o aveva una verga così lunga che doveva reggerla con la cintura o sotto gli abiti portava un cannone” … “era la verità, la dannata schifosa verità”

Siete ancora qui? Allora posso raccontarvi come va a finire.

Il protagonista rintraccia Mujica e “la gran figa francese” in una casa di viale Alfonso Reyes. Fa latrare due volte la sua Colt calibro trentotto e se ne va.

“..è vero, l’amavo… ma ero un killer e i professionisti non mischiano mai il lavoro con i sentimenti”

Published in: on aprile 9, 2022 at 12:58 am  Comments (3)  

Katyn (tragedia in 5 atti)

In questo post (non particolarmente allegro) si parla di fosse comuni, crimini di guerra, nazisti e foreste immerse nelle nebbie dell’Est.

E’ una tragedia in 5 atti, ben raccontata su Wikipedia. Provo a riassumerla.

Atto primo (1939). La Polonia è invasa contemporaneamente da Hitler e da Stalin, che si erano messi d’accordo nell’agosto del ’39 (patto Molotov-Ribbentrop). I ministri del governo polacco riescono a fuggire a Londra.

Atto secondo (aprile-maggio 1940). Per Stalin cercare di educare i polacchi al comunismo era come “voler mettere la sella a una mucca”. E decise di eliminare fisicamente la classe intellettuale polacca: professori universitari, giornalisti, ufficiali, poliziotti ecc furono uccisi e gettati in grandi fosse comuni. Impossibile anche oggi stabilire il numero delle vittime: sicuramente più di 20.000.
spartiz
Atto terzo (1940-1941). L’occupazione congiunta della Polonia finisce il 22 giugno del ’41 con l’improvviso attacco tedesco. Fino a quel momento Stalin non voleva “denazificare” l’Europa. Gli andava bene così. Faccio un esempio. A Parigi nel 1940, quando sulla Tour Eiffel sventola la bandiera del Reich, il segretario del Partito Comunista francese Thorez chiede all’occupante tedesco il permesso di pubblicare legalmente l’Humanité, organo del Partito. Permesso non accordato.

Atto quarto (aprile 1943). Quando le fosse di Katyn vennero scoperte ai tedeschi non sembrava vero di essere innocenti. Chiesero un’indagine della Croce Rossa internazionale che stabilì nel giro di due mesi che le vittime erano polacche (in alcuni casi nelle loro uniformi c’erano ancora i documenti di identificazione) e che la loro morte risaliva a 3 anni prima (sulle fosse erano stati impiantati molti alberi, la cui età era facilmente determinabile). I sovietici respinsero l’accusa: “i criminali di guerra siete voi tedeschi”

Atto quinto. Come si seppe in seguito il governo di Londra era al corrente dei ritrovamenti di Katyn: le trasmissioni radio della Wermacht erano cifrate ma il controspionaggio inglese riusciva a decifrarle. Churchill avrebbe potuto dire tutto prima della fine della guerra, ma tenne la bocca chiusa. L’alleanza con i sovietici era troppo importante. Solo a partire dal 1992, dopo la dissoluzione dell’URSS, gli studiosi russi riconobbero che l’indagine della Croce Rossa del 1943 era fondata e che gli ordini erano partiti da Stalin.
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Published in: on aprile 5, 2022 at 11:00 am  Comments (4)  

REQUIEM PER UN MONA

L’antefatto.

Qualche anno fa in un bar del Veneto un uomo palesemente ubriaco chiede di bere ancora. La barista si rifiuta di servirlo. Come è suo dovere. Finisce al pronto soccorso perché il mona in questione la prende a calci. Poi fugge all’estero per sottrarsi all’arresto. Avrei potuto qualificarlo con termini molto più pesanti perché chi picchia una donna fa schifo. Ma la parola mona può bastare.

Passano gli anni e veniamo all’anno 2022.

In una trincea del Donbass il mona di cui sopra muore in combattimento. Era andato lì per lottare a fianco dell’esercito russo contro quelli che definiva “i nazisti di Kiev”.

Aveva lasciato scritto che avrebbe lottato “ovunque nel mondo c’è un popolo che viene calpestato”.

Non so per quali motivi il mona si fosse convinto che i russi erano intervenuti per difendere la libertà. Comunque la morte è sempre una cosa triste e me ne rammarico.

Spero che il mona, camminando verso l’ultimo orizzonte con le tantissime vittime ucraine morte in questa orribile guerra, abbia avuto modo parlando con loro di capire qual è il popolo che viene calpestato nel 2022.

Published in: on aprile 2, 2022 at 12:28 am  Comments (8)