Tanti, ma tanti anni fa questa barzelletta mi faceva ridere.
Ma i tempi sono cambiati.
Ve la racconto e poi vi spiego perché non mi fa più ridere.

La maestra detta il tema: PASSA IL TRENO.
Pierino consegna subito il suo svolgimento, di 4 parole: E IO MI SCANSO.
La maestra non è di buon umore. E IO TI BOCCIO!!!!
Pierino, imperturbabile: FACCIA PURE, PREFERISCO ESSERE BOCCIATO CHE FINIRE SOTTO IL TRENO.
La sapevate già, vero?
La prima cosa che va detta è che alle elementari non ci si dedica più a quella forma di “prosa d’arte” che era chiamata tema in classe.
Qualche insegnante vecchio stile interroga ancora alunne/alunni: “spiegami cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto ne IL PICCOLO PRINCIPE” (romanzo assolutamente inadatto a quell’età, secondo me)
Nota bene. Argomento (come altri simili) che può essere trattato oralmente. Se l’incauta maestra/maestro lo propone come prova scritta scopre presto come i nostri giovani internauti trovano tutto nella Rete. E quando l’ha scoperto cosa fa? Sequestra lo smartphone? Convoca i genitori per comunicare il risultato della sua scoperta? Si rischia una antipatica discussione con madri, padri, psicologi, giuristi… Meglio lasciar perdere.
E poi è noto che nella scuola primaria (anche nella secondaria) oggi si fa di tutto e di più. Si suona il tamburello, si canta in coro, si disegna (si disegna moltissimo). Ma tenere la biro in mano è fuori moda.
C’è di peggio. Pierino potrebbe avere la tentazione (per provare un’emozione veramente intensa) di mettersi in mezzo ai binari per filmare il treno che si avvicina.
“Vedete come sono coraggioso? Mancano pochi secondi al passaggio del treno!”