Riassumo quanto già detto nel sett 2011.
Un film dal finale prevedibile non è bello e i finali bondeschi sono prevedibili come il panettone a Natale.
La storia di 007 contro Goldfinger fa eccezione. Se volete sapere perché, ve lo dico dopo l’immagine

Delle cicale ci cale ci cale ci caleeee
Della formica invece non ci cale micaaaa
(scusate, mi sono distratto)
Insomma c’è questo film, trasmesso da Sky (all’interno di una maratona bondesca).
L’ho voluto rivedere dopo 50 anni (nel 1964 andavo al liceo e mi era piaciuto, ma allora mi piaceva tutto o quasi).
Confermo il giudizio di allora: il protagonista è noiosamente invincibile (peggio di H. Potter), ma l’antagonista è affascinante.
Non solo ha trovate surreali (uccidere la ragazza “verniciandola” con polvere d’oro, esportare oro in Svizzera sotto forma di automobile ecc) ma ha un suo humour britannico, pur essendo nato a Riga.
“Dopo di me l’agente 008 la perseguiterà!” (Bond, sul punto di essere spaccato in due dal laser)
“Gli auguro maggiore successo” (Goldfinger)
Credo che anche Ian Fleming provasse più simpatia per i suoi “cattivi” che per il suo eroe. Tutti gli scrittori di grande fantasia la sviluppano in quel senso. Dante (tanto per fare un nome) disegna personaggi grandiosi nell’Inferno, mentre (detto tra noi) Beatrice è scialba.
Quanto a Bond, vince sempre. Basta questo a renderlo antipatico. Mi piacerebbe vederlo fare il doppio o il triplo gioco, tipo Severus Snape…
Mettiamola così. I sudditi di Sua Maestà avevano visto sfumare l’Impero e subire l’umiliazione di Suez (1956). Bisognava dare loro un contentino, un ammazzasette donnaiolo bevitore e fumatore accanito, coraggioso come Robin Hood e patriottico come Nelson (che però, lui, ha avuto il buon gusto di morire in battaglia).
