Mi chiedo quale sarà la forma d’arte caratteristica del XXI secolo. Nell’800 fu l’opera lirica, nel 900 il lungometraggio cinematografico.
Forse, in questo secolo, sarà lo spot pubblicitario. Un po’ avvilente… ma bisogna confrontarsi con la realtà.
Ci sono fantastiliardi in gioco e i creativi migliori sono contesi dalle agenzie di tutto il mondo
Personalmente odio il mondo fasullo dei messaggi pubblicitari, dove automobili nuove di zecca corrono su strade e ponti DESERTI (provate a filmarle in tangenziale o in Viale Zara nell’ora di punta!), famiglie mulinobianchesche sorridono beate e sdolcinate (mai che i bambini si sputino addosso i semi del cocomero… no, no, per carità! il cocomero non è chic…) e gatti/cani non fanno mai la cacca.
Tuttavia, in tanta abiezione, qualcosa di apprezzabile l’ho vista. Nei prossimi post ve ne citerò qualcuno, tra quelli apparsi recentemente sugli schermi, piccoli e grandi, del nostro Bel(?)paese.
E, prima ancora, proverò ad analizzare uno slogan che qualcuno molto furbo inventò tanto tanto tempo fa…