lo rivedo sempre con piacere. Non è piaciuto a Morandini? Chissenefrega…
TRAMA. Giulietta è infelice, ora che ha scoperto l’infedeltà del marito. La madre e le sorelle non l’aiutano, le “amiche” ridono alle sue spalle, un’indagine affidata a un’agenzia di investigazioni toglie ogni residuo dubbio. Prova a ricambiare le corna, ma si tira indietro all’ultimo momento. Decide di lasciare libero il marito di “correre la cavallina” e di restare sola.
Come è naturale (trattandosi di Fellini) gli eventi si intrecciano continuamente con visioni, incubi, personaggi bislacchi e fantasie barocche.
In una di queste visioni la protagonista si rivede bambina in una recita scolastica: lei era una martire cristiana che dal martirio saliva in cielo (mediante carrucola), ma arrivava il nonno mangiapreti che interrompeva tutto e se la portava via. Nel finale lei sogna che il nonno torni a prenderla e la porti in cielo con lui.
Venendo dopo 8 E MEZZO, il film può esserne considerato la “versione femminile”: al posto di Marcello Mastroianni (che interpreta un regista in crisi permanente effettiva) c’è Giulietta Masina (la protagonista angosciata, oggi si direbbe “casalinga disperata”; ma alla fine lei ne viene fuori).
Una menzione speciale per Sandra Milo, allora polputa trentenne, nel ruolo di una vicina di casa molto disinibita. La scena in cui Sandrocchia (in due pezzi blu) fa salire da lei due giovani passanti causò il divieto per i minori di 14 anni.