S. Antonio da Màlaga, protettore dei machos

antonio

Non tutti i latinos hanno successo a Hollywood.

Gassman e Castellitto, tanto per citarne qualcuno, sono stati usati per villain roles (parti da “cattivo”) e rispediti in Italy.

E’ andata decisamente meglio a Rodolfo Valentino, Anthony Quinn (messicano di Chihuahua), Rossano Brazzi…

E arriviamo all’andaluso Banderas.

Inizia con Almodòvar: MATADOR (1986), DONNE SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI (1988) LEGAMI (con l’accento sulla E, 1990)…

Poi l’America: LA CASA DEGLI SPIRITI (1993, accanto a Winona Ryder, Jeremy Irons, Glenn Close e Meryl Streep); l’oscarizzato PHILADELPHIA (intesa come città, accanto a Tom Hanks e Denzel Washington); INTERVISTA COL VAMPIRO (1994, con Tom Cruise, Brad Pitt e Kirsten Dunst); TWO MUCH (1995, con Daryl Hannah e Melanie Griffith); EVITA (1996, in cui balla il tango con Madonna); LA MASCHERA DI ZORRO (1998, con Anthony Hopkins e Catherine Zeta-Jones); ORIGINAL SIN (2001, con Angelina Jolie);  BORDERTOWN (2006, con Martin Sheen e Jennifer Lopez)

Al solito ho citato solo i film che ho visto. Amiche/amici miei, aggiungete quel che volete… E soprattutto risolvete il mio dubbio. Tale successo internazionale è dovuto solo alla bravura e alla versatilità di questo attore (capace di interpretare un agitatore comunista, un danseur, un vampiro, un chirurgo, un killer… e di dialogare con una gallina) o perché, come dicono a Roma, è bbono come il pane?

POST SCRIPTUM

Chi sarà il prossimo? In seguito al commento di Albert84 SI E’ CREATO UN INGORGO nella classifica. A pari merito ora ci sono HUGH, GEORGE, RALPH, JOHN, SEAN e GARY. Chi volete per primo?

Published in: on ottobre 2, 2013 at 7:43 am  Comments (3)  
Tags: , , , ,

Commedie (e farse) all’inizio della primavera

Questo pomeriggio siamo andati all’Arlecchino. Proiettavano un film così così (dopo vi dico quale) e, quando siamo tornati a casa, abbiamo “messo su” il DVD di una delle più belle commedie di tutti i tempi.

Tanto per rifarci la bocca.

Apro una parentesi (vi avviso, sarà piuttosto lunga).

Mi chiedo perché siano così rare le commedie ben riuscite nel nostro cinema (ce ne sono, naturalmente, ce ne sono: elencherò in altra sede quelle che mi sono piaciute di più) e, se vogliamo cercare capolavori, i primi titoli che vengono in mente sono di genere drammatico: ROMA CITTA’ APERTA, LADRI DI BICICLETTE, LA CIOCIARA… fino a GOMORRA.

Inoltre, come è stato sentenziato, AGLI ITALIANI PIACCIONO DI PIU’ LE FARSE che le commedie vere e proprie. Era così in passato (da Petrolini a Totò), è così oggi:

  • TUTTI AL MARE è una farsa, nel senso che fa ridere (lo ammetto, ho riso anch’io) con situazioni e macchiette da commedia dell’arte (ad esempio, lo iettatore) e con battute vernacole che a Roma e dintorni funzionano sempre; ma qui in Val di Pado si ride poco a sentir ripetere continuamente “paraculo”, “figlio di mignotta”, “bucio de culo” ecc
  • un’altra farsa, in vernacolo toscano, ha rubato il titolo a AMICI MIEI (quello sì che era un capolavoro!): si ride in sala, ammetto anche questo, ma meno del previsto; più che altro mi ha fatto tornare in mente BELFAGOR L’ARCIDIAVOLO del 1966 (ma tra Ettore Scola e Neriparenti ce ne corre, per non parlare di Gassman)
  • farsa amara è QUALUNQUEMENTE; l’abbiamo visto in compagnia di un calabrese (pardon, un reggino) che continuava a commentare “è proprio così, da noi i sindaci si eleggono così…”; alcuni tra i miei amici lo hanno giudicato un capolavoro: bisognerà che lo riveda (magari in TV) perché proprio non me ne sono accorto
  • MANUALE D’AMORE 3 l’ho visto unicamente per sentire De Niro pronunciare battute in italiano; è un grande professionista, ma da solo non basta; siamo sempre nel genere farsa: Verdone, più che a Sordi, assomiglia sempre più a Fantozzi (il parrucchino, la porta dell’ascensore in faccia, i guerriglieri che lo prendono ostaggio) e Scamarcio che si nasconde dietro la porta perché è tornato il marito… che strazio!

Prova a differenziarsi dal farsume sopraelencato LA VITA FACILE, ma non merita la sufficienza; lo può apprezzare solo chi ama i panorami della Rift Valley. Elisa di Rivombrosa (la Puccini) non è credibile: si innamora a turno di tutti i maschi che le capitano a tiro, mantenendo SEMPRE LA STESSA ESPRESSIONE TRASOGNATA.

Veniamo infine a NESSUNO MI PUO’ GIUDICARE, il film da cui è iniziato questo interminabile post.

Se volevano una storia graffiante (tipo TUTTA LA VITA DAVANTI) questa graffia poco. Nessuno oggi si scandalizza se una 35enne, per tirare avanti, si improvvisa escort.

Semmai c’è troppa concorrenza.

Diciamo che si intrecciano una love-story tra i protagonisti (poco riuscita: né la Cortellesi né Bova sono convincenti come amanti) e una parte comica.

E le risate non mancano, soprattutto quando Rocco Papaleo fa le sue sparate razziste: “i negri sono una razza inferiore… sono andati in America e si sono messi a fare gli schiavi, mentre noi italiani siamo andati in America e abbiamo fondato la MAFIA… tutta un’altra organizzazione…”


Chiudo la parentesi piuttosto lunga.

Adesso dovrei dirvi quale bellissima commedia abbiamo visto, una volta tornati a casa. Ma il post ormai supera le 500 parole.

Ne parliamo la prossima volta. Adiòs.

ciao, Mario

Sei stato un grande maestro di cinema e come tale ti ricorderemo.

Mi aspetto di rivedere in TV qualche tuo capolavoro (come LA GRANDE GUERRA, L’ARMATA BRANCALEONE o I SOLITI IGNOTI) in cui hai gestito attori straordinari come Gassman, Silvana Mangano, Enrico Maria Salerno, Mastroianni, Sordi, Tognazzi, Totò, Gian Maria Volonté eccetera.

Ti auguro di ritrovarli tutti (in una vita che spero migliore di questa) e girare con loro tanti bellissimi film.

Nel mio piccolo, ti saluto con questo video.

Published in: on novembre 30, 2010 at 2:11 PM  Comments (13)  
Tags: , , , , , ,

FANTASMI A ROMA, il film

Nel 1961 venne prodotto e distribuito in Italia un bel film (dopo ve ne faccio vedere un pezzo), che vantava alcuni tra i più bravi attori dell’epoca.

Li cito in ordine alfabetico: Lilla Brignone, Tino Buazzelli, Edoardo De Filippo, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni.

Scusate se è poco.

Eppure ebbe pochissimo successo. Mentre piacque molto in Francia e Spagna: proverò a spiegare il perchè dopo averne riassunto la TRAMA.

Viveva in un palazzo cadente della vecchia Roma un principe (De Filippo), che rifiutava di vendere il palazzo (uno speculatore lo avrebbe trasformato in un supermercato): morto il principe, un gruppo di fantasmi (a cui si aggiunge lo stesso principe) riesce a salvare il palazzo in un modo molto originale.

La domanda è: perché una commedia così brillante (soggetto di Flaiano e Scola, mica còtica) e magnificamente recitata non è piaciuta al pubblico italiano?

Secondo me agli Italiani proprio non piace l’idea della morte. Nonostante la retorica del “siam pronti alla morte!” dell’Inno di Mameli, qui da noi ogni accenno (anche indiretto) all’argomento suscita solo imbarazzo e toccamenti vari.

Eppure è un tema che riguarda tutti. Come l’amore. La morte (con o senza l’amore) riempie la letteratura, l’arte e la musica di tutte le epoche, da Omero a Mozart, dall’Amleto a Garcia Lorca, dal Giudizio di Michelangelo a Saint-Saens.

Insomma, in Italia il film non è piaciuto. Vi consiglio di cercare il DVD (non è facilissimo trovarlo): io ho trovato la versione spagnola, che però è bilingue (volendo, puoi sentire Gassman e Mastroianni doppiati) e comunque, per avere un’idea,  beccàtevi questo video.