Eulalia Torricelli di Forlì

Questa canzoncina era molto in voga quando ero piccolo. Era allegra e orecchiabile: la cantavano tutti. Dopo ve la faccio sentire.

Ma oggi, con la mania di inquadrare STORICAMENTE il tuttoquanto, mi chiedo: cosa si nasconde in questa storiella surreale?

Vediamo un po’. EULALIA è ricca (tra i castelli e la relativa servitù, è una feudataria) e romantica. Si innamora di un uomo rude che viene dai boschi (dell’Appennino romagnolo, e da dove sennò?) che però la maltratta e la conduce alla rovina.

Quell’uom dal fiero aspetto (guardia forestale sciupafemmine) si chiama Giosuè De Rossi. Alla fine se la squaglia e va “in Puglia”.

Sembrerebbe un’allusione a re Vittorio Emanuele e alla fuga dell’8 settembre. MA VE LA IMMAGINATE VOI UNA DONNA ROMAGNOLA CHE SI PERDE PER QUEL TAPPO????

CI SONO!!! Giosuè (il bastardo sciupafemmine) è BENITO MUSSOLINI, prima agitatore socialista (De Rossi = ex rosso) e poi duce.

Predappio è una cittadina appenninica in provincia di Forlì…

Quindi EULALIA rappresenta l’establishment prefascista (nobiltà e borghesia arricchita) che si affida incautamente a Mussolini e ne viene trascinata nella tragedia della guerra mondiale.

Prima di togliersi la vita (mangiando fiammiferi) EULALIA fa testamento e lascia la sua ricchezza “a chi castelli non ha”, cioè attua la redistribuzione delle terre che avviene nel dopoguerra (riforma agraria di A. Segni); infatti la canzone è del 1947.
Dunque tutto collima…