MARCOVALDO AL SUPERMARKET

Nel gioco didattico BOOKLAND non si danno voti soltanto ai romanzi. Ci sono anche i racconti.

Ne abbiamo proposti di tantissimi autori, da BIANCA PITZORNO (Parlare a vanvera) a FREDERIC BROWN (Un uomo esemplare) da Buzzati a Benni a E.A.Poe.

Negli ultimi anni il punteggio più alto è andato a Marcovaldo al supermarket di ITALO CALVINO.

Scritto negli anni ’50 e pubblicato nella Terza pagina dell’Unità, è contenuto nella raccolta MARCOVALDO (20 racconti, uno più bello dell’altro) e mantiene, a distanza di mezzo secolo, una grande attualità.

Trama: una famiglia di poveracci vuole provare l’ebbrezza di riempire i carrelli in un grande supermercato e, quando arriva la chiusura e il gioco deve finire, riesce a liberarsi di tutta quella merce in modo molto originale.

L’attualità del racconto consiste nella descrizione del supermarket (allora era una novità sconvolgente per gli italiani) e delle sue atmosfere.

La musichetta allegra che euforizza i clienti. I nomi dei prodotti che i bambini riconoscono gioiosamente, come se incontrassero dei cari amici… A pensarci bene, non è cambiato niente: posso testimoniare che è ancora così, che i bambini salutano con urletti di gioia il caffè Lavazza o i rotoloni Regina (cito a caso qualcuno dei marchi che la televisione provvede a martellare nella loro tenera mente) e, quanto alla colonna sonora che ci riempie soavemente le orecchie, riconosco che i dj del Carrefour sanno il fatto loro. Spero che li paghino adeguatamente.

Per non parlare dell’accorgimento strategico di mettere bene in evidenza i prodotti più superflui e di mettere in un cantone quelli veramente essenziali, quelli che compreresti comunque. All’Ipercoop di Borgo Panigale ho contato una volta 17 tipi di biscotti al cioccolato, ma per trovare i fazzoletti, lo zucchero o il sale ci vuole una notevole pazienza.

Calvino era un MARXISTA CONSEGUENTE e perciò descriveva il supermercato come un luogo alienante, una fabbrica di frustrazioni. Non so se oggi riscriverebbe il suo racconto (un vero CAPOLAVORO, a giudizio dei suoi giovani lettori) con lo stesso gusto amarognolo.

Published in: on settembre 15, 2008 at 12:13 PM  Lascia un commento  
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