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(è il nome di una canzoncina di tanti anni fa; ebbe un successo immeritato)
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Dare questo titolo al blog avrebbe il vantaggio di spingermi alla concisione.
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TI PREGO, TACI
(è il nome di una canzoncina di tanti anni fa; ebbe un successo immeritato)
Dare questo titolo al blog avrebbe il vantaggio di spingermi alla concisione.
La prima domanda è per quale misterioso motivo il titolo francese LA SYNDACALISTE è diventato nelle sale italiane LA VERITA’ SECONDO MAUREEN K?
Possibili risposte.
La seconda domanda è come giudicare il sistema giudiziario francese dove un’innocente viene condannata e poi, dopo anni, viene assolta?
Risposta: è successo anche in passato col caso Dreyfus
La terza domanda è ma davvero in politica possono succedere porcherie come queste?
Risposta: mica solo in Francia.
Quarta domanda: Esiste la solidarietà femminile?
Mah… Quando la protagonista affronta in tribunale l’accusa di aver simulato uno stupro per influenzare l’opinione pubblica la corte (formata da 3 donne) la tratta gelidamente: “Signora, ci spieghi come ha potuto sopportare la presenza di un manico di legno infilato nella vagina…” Come si fa a essere cosi indelicate in un’udienza pubblica?
Quinta e ultima domanda: Vale la pena di pagare il biglietto per vedere il film?
Sì, vale la pena. Se non altro per ammirare la bravura di Isabelle Huppert, capace di reggere sulle spalle la trama (che senza di lei sarebbe una vera barba). Non dimentico di averla applaudita pochi mesi fa nel film MON CRIME dove interpretava una vera assassina (così è se vi pare direbbe Pirandello) e oggi la ritrovo in un dramma veramente vero…
Perché è successo davvero! La sindacalista irlandese Maureen Kearney è stata davvero condannata e poi assolta!
Nel nostro paese non siamo obbligati a seguire la stessa religione e a credere negli stessi dogmi.
Molti sono i riti, ciascuno con i suoi fedeli e i suoi luoghi di culto.
Gruppo A. Gli EVASORI FISCALI – Sono numerosissimi. Gli adepti si riuniscono, assistiti da sacerdoti (chiamati Commercialisti), in luoghi silenziosi, climatizzati e appartati. Lì vengono letti e commentati i testi del Diritto all’Evasione (in sigla D.A.E.).
Inno sacro:
Ce piaceno li polli,
l’abbacchio e le galline,
perché so’ senza spine
non so’ come il baccalà!
La società dei magnaccion…
Gruppo B – I GRATTISTI – Si riuniscono in particolari luoghi di culto (per lo più tabaccherie); il rito consiste nello strofinare una monetina su una tabella magica; al termine del rito i fedeli esprimono i loro sentimenti esclamando “porca troia, non vinco mai!” oppure “evvai! ho vinto!!!!”
Inno sacro:
Uno su mille ce la fa
ma com’è dura la salita!
In gioco c’è la vita, vita, vita!
La vita è come la marea:
uno su mille ce la fa…
Gruppo C – I TRADIZIONALISTI – I luoghi di culto sono i focolari domestici (ovunque ci sia un apparecchio tv).
Inno sacro:
Battiam battiam le mani
arriva il direttor!
Battiam battiam le mani
è un uomo di valor!
Gettiamo tulipani e mazzolin di fior…
Gruppo D – Gli ECOLOGISTI – In questo gruppo (a cui appartengo) siamo molto sensibili ai temi dell’ambiente; alcuni di noi hanno scelto la foto di Greta Thunberg come salvaschermo. A quanto mi è stato detto quando nel confessionale c’è uno dei nostri la prima domanda è “hai differenziato bene i rifiuti?”
Inno sacro:
Partirà la nave partirà.
Dove arriverà? Questo non si sa…
Sarà come l’arca di Noè:
il cane il gatto io e te.
TRAMA (con qualche spoiler)
Poirot, stanco e avvilito, vive appartato a Venezia. Paga un ex poliziotto (Scamarcio) per tenere a distanza gli scocciatori.
Ma è impossibile gettare in acqua la giallista Ariadne. “Vieni a una seduta spiritica sul Canal Grande. Ci sarà una famosissima medium: forse è una truffatrice, ma forse no! E tutto si svolgerà in vecchio palazzo dove in passato sono avvenuti fattacci che in confronto il motel di Norman Bates era Disneyland!”Smascherare la medium è facilissimo. Però chi ha ucciso la medium a mezzanotte in punto?
Non è stato il maggiordomo e neanche la cuoca. E non sospettate di Scamarcio (anche se agli inglesi piace sospettare degli italiani…)
Poirot è in difficoltà. Intuisce che il delitto presente è connesso alla morte misteriosa di una giovane… mumble mumble…
Nella notte cominciano le apparizioni. Poirot vede la gente morta, cioè i fantasmi.
Forse desidera vederli, perché se esistono i fantasmi allora c’è una vita dopo la morte e se c’è questo aldilà forse lì sarà fatta giustizia…
Mentre la notte finisce la verità viene svelata. Ma è una verità molto amara.
Considerazione finale. Venezia col suo fascino surreale ispira e ispirerà sempre grandi storytellers: da W. Shakespeare a G. Berto, da Balzac a Thomas Mann tanti hanno ambientato qui le loro storie.
(notate che uno solo dei 4 nomi è italiano? noi siamo troppo abituati a Venezia e non la sappiamo più apprezzare)
Infine un quesito cinefilo. Riconoscete W. Allen in una di queste foto? Che film era?
La storia del rag Antonio Patò (stimatissimo bancario di Vigata) la conoscevo dal 2012, quando uscì il film.
Un film molto divertente di cui mi ero già occupato qui
Se proprio ci tenete vi riassumo la trama.
Patò è sparito in una botola. Dove è finito? C’entra la mafia? Carabinieri e Polizia, in particolare il Commissario Bellavia e il Maresciallo Giummaro, lo cercano e, dopo aver seguito diverse piste, giungono a una soluzione imprevista.
Sarà svelato l’enigma?
No!
Come nel capolavoro di Sciascia IL GIORNO DELLA CIVETTA qualcuno molto in alto ha deciso di insabbiare le indagini.
Nota finale.
Andrea Camilleri è famoso per le storie di Montalbano, infallibile commissario di Vigata. Montalbano vince sempre, sconfigge i birbaccioni, non conosce l’amaro sapore dell’ingratitudine ecc.
Peccato che nella realtà le cose vadano quasi sempre al contrario e che Bellavia (insieme a Giummaro) sia costretto a distruggere tutte le prove sostituendole con prove fasulle. Mentre il lettore sa benissimo dov’è finito Patò (con la moglie di un altro), le Superiori Autorità impongono la loro versione dei fatti.
E i due investigatori si salvano il culo (pagg 252-253).
Consideriamo l’insieme L (sta per LIBRI). Dividiamolo in 3 sottoinsiemi.
La domanda è i libri, generalmente parlando, sono una merce?
Risposta affermativa. Sono una merce, come le saponette o i preservativi, il cui prezzo oscilla secondo la legge della domanda e dell’offerta. Certi libri vanno di moda e si vendono come il pane. Poi nessuno li compra più.
E la loro vendita è da considerarsi un mestiere caldo o un mestiere freddo?
Dipende.
Se la compravendita avviene on line (tipo Amazon) è un mestiere freddo che più freddo non si può.
Ho venduto i miei libri scolastici alla fine del ciclo liceale (ahimè, devo confessarlo: sono passato per breve tempo alla classe capitalista).
La trattativa fu “calda”: approccio amichevole, qualche battuta bolognese, guardarsi bene negli occhi, contrattare il prezzo senza essere troppo rigidi…
Comunque la mia carriera di uomo d’affari è durata poco. Le tabelle trigonometriche le ho vendute bene, la Commedia commentata da A. Momigliano era un po’ sciupata… il Tasso commentato da G. Getto non sono riuscito a sbolognarlo (difatti è ancora nella mia libreria).
Credetemi. I libri scolastici fai sempre fatica a venderli. Soprattutto se le case editrici rifanno ogni anno o quasi la veste grafica o aggiungono qualche paginetta (vecchio trucco per aumentare il prezzo, mortacci…)
Ci sono molti modi di lavorare. Per comodità li dividerò in 2 grandi categorie.
Noi che viviamo in un paese caldo siamo abituati ai mestieri caldi, quelli che richiedono la distanza ravvicinata:
Non so all’estero. Ma qui da noi una trattativa alla Vito Corleone (“tra un minuto su questo foglio ci sarà la tua firma o il tuo cervello”) richiede una distanza ravvicinatissima. Con lo smart working le minacce di morte hanno meno efficacia.
A parte le intimidazioni camorristico-mafiose ci sono altre cose per le quali lo smart working è inadatto.
Ad esempio i tentativi di seduzione, siano essi romantici “senza di te non posso vivere” rozzi “insomma, me la dai o no?” o commerciali “mi hanno detto che sei impagabile; quanto vuoi?”
Poi ci sono quelli che bussano a casa tua annunciando la prossima fine del mondo. Meno male che c’è Quelo…(cit. Guzzanti). Se non li guardi fisso negli occhi non possono ipnotizzarti.
Ma veniamo ai mestieri freddi. Quelli in cui si lavora a distanza. Ne cito solo alcuni (questo post rischia di allungarsi troppo).
Post scriptum.
Rileggendo questo post mi accorgo che è più facile arricchirsi con i mestieri caldi (che si basano per lo più sull’inganno).
Chi si dedica ai mestieri freddi in genere non vuole ingannare nessuno. Perciò è molto difficile che diventi ricco.
LEI: Hai notato analogie tra questo film e Marie Antoinette di Silvia Coppola? E quale ti è piaciuto di più?
IO: A domanda rispondo. Mi è piaciuto di più il film del 2006. Quanto alle analogie ce ne sono molte, ma ci sono molte diversità. Ad esempio entrambe le storie si svolgono a Versailles.
Aggiungo che in entrambi i film i personaggi principali sono la Du Barry, re Luigi XV e l’infelice Marie Antoinette. Gli altri sono poco importanti.
Ma il cast è diversissimo. Nel primo film nessun francese (tutti parlano inglese, compresa Asia Argento che interpreta proprio la Du Barry)
Al contrario in questo film tutti sono francesi, tranne Johnny Depp (ci voleva una star internazionale!)
LEI. Stai dicendo, mi pare, che il film di ieri sera ha poco da dire.
IO. No, ci sono delle belle pagine. E delle bellissime inquadrature. La regista (la Maiwenn) ho voluto mostrare la reggia di Versailles sotto un cielo di nuvole nerissime. Sta arrivando il diluvio, la fine di un mondo.
LEI. A me è molto piaciuto il personaggio di Luisa (ultima figlia di Luigi XV) che compare poco ma dice cose molto insolite in un ambiente frivolo come quello: “anche se questo bambino ha la pelle diversa dalla nostra è nostro fratello e deve essere rispettato!”
IO. Sì, è davvero una persona rispettabile e so che lasciò la Corte per il disgusto che ne provava. So anche che fu la più fortunata della famiglia perché una sorte benevola le impedì di vedere il bagno di sangue che seguì l’89.
NON sento la mancanza dell’agente 007.
Le sue avventure (dal 1962 in poi) erano così ripetitive… Sempre la stessa storia, i soliti supercattivi, le stesse bondgirl… Che palle, Mr. Bond!
La sola novità degna di nota era il fatto che al comando del controspionaggio (in codice, M) era subentrata una donna (interpretata da J. Dench). Non c’è da meravigliarsene. In via Dawning 10 sono passate M. Thatcher, Th. May, L. Truss e chissà quante ne passeranno.
Ho saputo che nell’ultimo film della serie (NO TIME TO DIE) Bond muore. Ma non è un problema. In questo genere di storie i personaggi (almeno quelli che fanno guadagnare tante palanche) resuscitano facilmente.
Quello che mi chiedo è perché questo personaggio ha avuto tanto successo nel mondo anglosassone?
Avanzo 2 ipotesi.
Conclusione. Ho già raccontato come la miglior battuta della saga bondesca sia pronunciata dal supercattivo Goldifinger. Ve la ricordate?
-Lei si aspetta che io parli? (J. B.)
-No, io mi aspetto che lei muoia! (G.)
Anch’io.