La prima domanda è per quale misterioso motivo il titolo francese LA SYNDACALISTE è diventato nelle sale italiane LA VERITA’ SECONDO MAUREEN K?
Possibili risposte.
- perché sì
- i titolisti italiani ogni tanto pisciano fuori dal vaso
- in questi tempi non è di moda essere sindacalisti
La seconda domanda è come giudicare il sistema giudiziario francese dove un’innocente viene condannata e poi, dopo anni, viene assolta?
Risposta: è successo anche in passato col caso Dreyfus
La terza domanda è ma davvero in politica possono succedere porcherie come queste?
Risposta: mica solo in Francia.
Quarta domanda: Esiste la solidarietà femminile?
Mah… Quando la protagonista affronta in tribunale l’accusa di aver simulato uno stupro per influenzare l’opinione pubblica la corte (formata da 3 donne) la tratta gelidamente: “Signora, ci spieghi come ha potuto sopportare la presenza di un manico di legno infilato nella vagina…” Come si fa a essere cosi indelicate in un’udienza pubblica?
Quinta e ultima domanda: Vale la pena di pagare il biglietto per vedere il film?
Sì, vale la pena. Se non altro per ammirare la bravura di Isabelle Huppert, capace di reggere sulle spalle la trama (che senza di lei sarebbe una vera barba). Non dimentico di averla applaudita pochi mesi fa nel film MON CRIME dove interpretava una vera assassina (così è se vi pare direbbe Pirandello) e oggi la ritrovo in un dramma veramente vero…
Perché è successo davvero! La sindacalista irlandese Maureen Kearney è stata davvero condannata e poi assolta!