BRIDGE TO TERABITHIA – questa è la storia di Jess e di Leslie

UN PONTE PER TERABITHIA è un film del 2007. Racconta dell’amicizia, prematuramente interrotta, tra un 13enne e una 13enne in una scuola rurale della Virginia.

  • JESS appartiene a una famiglia povera (troppe sorelle; anche comprare un paio di scarpe da ginnastica mette in crisi il bilancio) e si sente trascurato dal burbero padre; in compenso ha un notevole talento per il disegno;
  • LESLIE è isolata dai compagni perché (orrore!) non ha in casa la TV; i suoi genitori sono ricchi, ma “alternativi”  (hanno insegnato alla figlia che la tivvù chiude i cervelli) e cambiano casa troppo spesso.

Due anime solitarie sono destinate a capirsi molto bene. Vi racconterò dopo la foto come va a finire (e capirete perché non è il caso di farla vedere a scuola).

Qui voglio solo accennare alla morale della storia: anche quelli che SEMBRANO CATTIVI manifestano alla fine aspetti positivi inaspettati.

  1. La prof “Bocca di mostro” Myers ha terrorizzato generazioni di scolari. Dimostrerà di avere un cuore. Fino alle lacrime.
  2. Janice Avery è campionessa di bullismo. Scopriremo a metà film che un padre alcoolizzato la picchia a sangue. Leslie le dà un consiglio utile e Janice saprà essere riconoscente (in modo molto muscolare).
  3. Anche Jack (il padre di Jess) è stato indurito dalla vita. Sembra insensibile ai problemi del figlio, ma saprà trovare le parole giuste nel momento cruciale. Lo interpreta Robert Patrick (lo spietato T-1000 in TERMINATOR 2).

terabithia
Adesso mi tocca spiegare come va a finire…

Ma lo faccio per una buona ragione. Devo prevenire chi avesse voglia di farlo vedere a una scolaresca (delle medie o delle superiori): questo è un film per adulti.

  • Anzitutto, i nostri alunni non sopportano l’idea della morte. Non l’accettano. Punto e basta. Se proprio volete far vedere il film a scuola FERMATEVI al minuto 66 (quando Jess va al museo con la prof. Edmunds).
  • Qualcuna/qualcuno chiederà perché i due protagonisti non si baciano mai. Lo avrebbero fatto sicuramente (l’amicizia tra adolescenti fa sempre un salto di qualità), ma sarebbe venuta fuori una love-storiella, dolciastra come tante…
  • Qualcuno (particolarmente stupido) chiederà: “Ma sono vere le storie che quei due vivono a Terabithia?” Dimostrando di non aver capito un tubo.
Published in: on novembre 15, 2020 at 9:48 am  Comments (14)  
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Conferenza stampa su IL ROSSO E IL BLU

Sabato sera la ballotta si è riunita al cinema Rialto per il film di Giuseppe Piccioni.

Poi di corsa da Titì (crescentine, salumi e lambrusco). In attesa del rancio abbiamo giocato alla conferenza stampa.

La prima domanda è per Alessandro (il mio ex-preside).

Pasqualina Ientile, della Gazzetta del Mezzogiorno. Signor preside, come giudica il personaggio di Giuliana? Voglio dire, secondo la sua esperienza, è realistico che la dirigente di un liceo vada in palestra a raccogliere i palloni fuori posto? Non spetta ai bidelli?-

-Infatti è un personaggio fuori dalla realtà. Io ho passato anni a litigare con quelli del Comune… e poi c’erano i rapporti col quartiere, con la rappresentanza sindacale, con le USL… non avrei avuto neanche mezzo minuto per ispezionare la palestra… e quanto all’alunno ricoverato all’ospedale è ancora più inverosimile… mi è successo qualche volta di chiamare personalmente un’ambulanza a scuola, ma portare i fumetti e una torta all’ospedale NON ESISTE PROPRIO-buy

Una domanda per me.

-Mario Garosi, del Giornale di Vicenza. Professor Frangini, lei si vede più nel personaggio di Fiorito o nel prof  Prezioso?-

-Nessuno dei due. Forse, se non avessi sposato Paola, sarei diventato un vecchio disilluso, acido e sarcastico come Fiorito…-

(breve applauso per la galanteria)

-Comunque, il personaggio in cui mi riconosco è il marito di Giuliana. Solo che non mi ispiro al “Cucchiaio d’Argento” come lui: sono un cuoco molto banale…-gene

-Paola Barbieri, del Resto del Carlino.  Prof. Alessandro, lei come giudica il supplente,  prof Prezioso?-

-E’ alle prime armi, gli si possono perdonare molti errori… ma come si fa a farsi prestare una biro da un’alunna e poi fare una figura di merda così? Un docente senza penna è come una sentinella senza fucile… comunque il film piacerà alle ragazze: chissà quante sogneranno di avere un bel faccino come Scamarcio in cattedra…-

Stanno arrivando le crescentine e bona lé. Basta parlare di scuola e altre tristezze.

Post scriptum. Roberto Herlitzka, CHE GRANDE ATTORE!!!!!!

attore

Published in: on settembre 24, 2012 at 8:52 am  Comments (4)  
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P. MASTROCOLA contro il Giovin Signore

Paradosso. Dire una cosa irreale per alludere alla realtà.

SWIFT scrisse nel 1729 un saggio grottesco intitolato UNA MODESTA PROPOSTA.

Proponeva, con un tono molto serioso, di allevare (ingrassandoli bene) i figli delle poverissime famiglie irlandesi e venderli all’asta all’età di un anno per arricchire la mensa dei ricchi con la loro tenerissima carne.

OVVIAMENTE Swift non sosteneva il cannibalismo. Era mosso da un sincero sentimento di compassione per la miseria dei suoi compatrioti. E dallo sdegno per l’insensibilità dei dominatori inglesi.

Analogamente, nell’ultimo sfogo di Paola Mastrocola (TOGLIAMO IL DISTURBO, Guanda editore), si esortano i liceali italiani a cui non piace studiare a NON STUDIARE PIU’.

Anzi a non frequentare più il liceo, perché NON DOVREBBE PIU’ ESSERCI IL LICEO.

Nei capitoli finali (i più paradossali) si ipotizza un nuovo ordinamento delle scuole superiori.

Si dovrebbero istituire

  • la WORK-SCHOOL (w-scuola), per gli studenti che vogliono seguire le loro attitudini pratiche (stilista, antennista, estetista, mobiliere, cuoco ecc)
  • la COMMUNICATION-SCHOOL (c-scuola), per chi vuol dedicarsi ai linguaggi multimediali, al giornalismo, alle public relations ecc
  • la KNOWLEDGE-SCHOOL (k-scuola), per chi ama lo studio astratto, la speculazione teoretica, Wittgenstein, Tasso, Euclide, L’Edipoacolono ecc.

IMPORTANTISSIMO. Le ragazze e i ragazzi dovrebbero scegliere liberamente, senza che le rispettive famiglie mettessero il becco PER EVITARE LE ASF (Ambizioni Scolastiche Familiari).

Sono proposte paradossali (occorre spiegare il perché?). Come nel caso della MODESTA PROPOSTA di Swift, questo libro esprime un sentimento di commiserazione (per il liceo e chi ci lavora) e di disgusto per la società vuota, edonista e modaiola in cui vivono i nostri giovani. Credetemi: a Paola Mastrocola piace ancora insegnare, ama ancora la scuola e proprio questo amore la fa soffrire.

In sintesi, TOGLIAMO IL DISTURBO è molto interessante come studio sociologico.

Descrive il NCB (Nuovo Ceto Benestante): “gente che ha la barca in porto, la seconda e magari la terza casa per le vacanze, la colf e due cellulari a testa…” Cosa gliene frega dei contenuti culturali del liceo? Alla loro viziatissima prole (che erediterà l’azienda di papà, la casa dei nonni ecc) serve solo un titolo di dott o di avv da mettere sul biglietto da visita. Per ottenere il “pezzo di carta” iscrivono ragazze e ragazzi al liceo e pagano costose lezioni private (anzi, pare che le lezioni private siano uno status symbol, come le vacanze a Sharm el-Sheikh e la settimana bianca).

Ho molto apprezzato la descrizione del Giovin Signore (e della Giovane Signorina, do you remember Parini?), di come passa i pomeriggi e soprattutto il SABATO POMERIGGIO (pag 45-46) tra le strade del centro e gli outlet.

Conclusione. Don Lorenzo Milani voleva giustamente una scuola che aiutasse i figli dei contadini. E la Mastrocola gli dà ragione: “la scuola è fatta per gente che ha poco o niente e pensa che imparando potrà migliorare la propria condizione… che studiando potrà essere migliore, più felice”.

Ma ora non serve una scuola di massa, il LICEO DELL’OBBLIGO.

Serve una scuola d’élite per i pochi che VOGLIONO VERAMENTE IMPARARE e che quasi sempre vengono da Famiglie Non Benestanti.

Published in: on settembre 8, 2011 at 10:12 am  Comments (5)  
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IL CLUB DEGLI IMPERATORI

Nella graduatoria dei migliori film stranieri dell’attuale decennio NON HO INSERITO questo bel film del 2002.

Quasi me ne pento, adesso che ho trovato il DVD e me lo sto rivedendo con calma.

Trama. In un liceo dalle parti di Washington il prof. Hundert insegna storia antica. Un po’ troppo nozionistico (secondo me) e discutibile in alcune idee (Cicerone era davvero importante per capire la democrazia romana?) il professore si impegna a fondo nel suo lavoro ed è molto popolare presso gli studenti, specialmente quando batte un home run che manda la palla a sfondare un vetro dell’auto del preside.

Ma, un brutto giorno, arriva uno studente VS (veramente stronzo): Sedgewick, figlio di papà e pieno di soldi.

Mentre l’idealista prof si sforza di tirare fuori qualcosa di buono da lui, Sedgewick bara in continuazione. Arrivato in finale in una specie di gara tra gli studenti di storia, bara anche lì ma è smascherato. Tuttavia suo padre lo tira fuori dai guai e Sedgewick prende un immeritato diploma.

Venticinque anni dopo i due protagonisti si trovano di nuovo faccia a faccia. Sedgewick da stronzo semplice è diventato uno STRONZO AL CUBO, abile uomo d’affari e futuro senatore. Ma sarà sputtanato a dovere, davanti all’unica persona che gli stia a cuore: suo figlio.

Eccellente l’interpretazione di Kevin Kline nella parte del professore. Belle fotografia e colonna sonora.

Quanto alla mia classifica (per quello che vale) ho tempo fino al 31 dicembre 2009 per riscriverla.

P.S. Rivedendo il finale, mi torna in mente Primo Levi. Nel maledire quelli che non vorranno ricordare l’Olocausto, conclude “i vostri nati torcano il viso da voi” (è quello che avviene al cinico Sedgewick).

Published in: on dicembre 3, 2008 at 4:46 PM  Comments (6)  
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