12 ANNI SCHIAVO (Oscar prossimo venturo)

Visto sabato pomeriggio, nel cinemino di via Pietralata, e oggetto di discussione conviviale alla Rotonda sul Pane (San Juan in Persiceto)
schiavi
Quest’anno la statuetta se la giocano AMERICAN HUSTLE (film brillante, recensito qui) e questo drammone sulla schiavitù nel vecchio Sud.

Chi vincerà? All’unanimità (quasi: Anna ha votato contro) abbiamo pronosticato l’Oscar per il miglior film a 12 ANNI SCHIAVO e per la miglior regia a McQUEEN.

Sapremo tra pochi giorni se abbiamo visto bene. Intanto allego qualche considerazione in merito.

La tragedia della schiavitù è il peccato originale degli USA. Decine di milioni di esseri umani (la cifra esatta non la sapremo mai) sono stati trattati in modo disumano. I loro discendenti vivono meglio, il Presidente si chiama Obama, ma il conto non è stato saldato.

I peccati, nella storia, non si cancellano. Si scontano. (lo so, la frase non è mia; ma non potevo non citarla)

Accanto a quella mostruosità, c’è anche da scontare la simpatia della vecchia Hollywood per il Sud. A parte Griffith e VIA COL VENTO, ancora negli anni ’50 i sudisti sono descritti come valorosi e sfortunati gentiluomini. Riguardatevi SOLDATI A CAVALLO (J. Ford, 1959).

Adesso il vento è cambiato. Negli ultimi anni si sono moltiplicate storie in cui la tragedia dello schiavismo è trattata in tutta la sua crudezza

  • LINCOLN (film noiosissimo, secondo me) ha sfiorato l’Oscar proprio perché ha al centro la cancellazione della schiavitù (il famoso 13° emendamento)
  • DJANGO UNCHAINED: quando il “gentiluomo” Di Caprio viene ucciso, gli spettatori dicono BEN GLI STA
  • THE BUTLER – UN MAGGIORCOSOecc (dove si vede che anche 60 anni dopo Gettysburg un padrone bianco poteva uccidere e stuprare senza problemi)
  • persino una vaccata come LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI VAMPIRI contribuisce a ribadire il concetto, immaginando che gli Stati del Sud fossero di fatto governati da una stirpe di succhiasangue

Concludo. In un film (magniloquente, ma asciutto) come questo il cuore e lo stomaco degli spettatori non restano indifferenti. Credetemi.

Ci sono scene che non dimenticherò, come il funerale del vecchio “zio Abraham” in cui gli schiavi intonano lo spiritual Roll, Jordan, Roll (il protagonista dapprima non canta, poco convinto che la Grazia di Dio agisca in questo mondo, ma alla fine canta con gli altri).

E, quando Celeste viene separata dai 2 figli (il nuovo padrone non ha abbastanza dollari per comprarli) e grida disperatamente mentre la trascinano via, voi riuscite a non commuovervi?

Io no.
slaves

Published in: on febbraio 23, 2014 at 9:21 PM  Comments (1)  
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