Cosa hanno in comune questi 11 film?

  1. A QUALCUNO PIACE CALDO (B. Wilder, 1959)
  2. DOTTOR STRANAMORE (S. Kubrick, 1963)
  3. FRANKENSTEIN JUNIOR (M. Brooks, 1974)
  4. IL POSTO DELLE FRAGOLE (I. Bergman, 1957)
  5. LA DOLCE VITA (F. Fellini, 1960)
  6. MANHATTAN (W. Allen, 1979)
  7. QUARTO POTERE (O. Welles, 1941)
  8. SABRINA (B. Wilder, 1954)
  9. TEMPI MODERNI (Ch. Chaplin, 1936)
  10. THE ARTIST (M. Hazanavicious, 2011)
  11. VIALE DEL TRAMONTO (B. Wilder, 1950)

Risposta ovvia. Sono tutti in BN (e sono dei veri capolavori)

Con questo non voglio dire che non ci siano film a colori bellissimi.

Lungi da me sminuire i meriti di AVATAR, BINGO BONGO, I PIRATI DEI CARAIBI, QUEL GRAN PEZZO DELL’UBALDA, SCUSA MA TI CHIAMO AMORE, WONDER WOMAN, ZOOLANDER…
art

HOLIDAY, directed by G. Cukor

INCANTESIMO nella versione italiana (1938), una scintillante commedia con un ritmo perfetto, basata sul triangolo LUI (Grant), LEI (Doris Nolan) e LA SORELLA DI LEI (K. Hepburn).

TRAMA. LUI e LEI, trafitti dalla freccia di Cupido, vogliono sposarsi su due piedi; il padre di LEI (uno dei banchieri più ricchi d’America) accetterà solo se LUI si lascerà “inquadrare” nella sua banca; ma LUI non vuole farsi mettere il guinzaglio: ha delle idee troppo diverse (diciamo che è un contestatore globale con 30 anni di anticipo). Dopo una serie di colpi di scena tutto si risolverà sul transatlantico New York-Le Havre (è quasi lo stesso finale di SABRINA -1954- a parti invertite).

Raccontata così sembra solo una love story. Ma c’è molto di più: c’è la lotta di classe (anche in America c’è la lotta di classe).

LUI (laureato ad Harvard ma di umilissime origini) sa come si fanno i soldi: taglia il traguardo del milione di dollari a metà film. Ma il denaro è un mezzo, non un fine: vuole andare in pensione a 30 anni, girare il mondo e sperimentare le “cose nuove” che lo agitano; poi, forse, tornerà a lavorare. LEI è troppo tradizionalista per apprezzare questo progetto. LA SORELLA DI LEI (pecoranera della famiglia) è schierata contro il capitalismo e quando un cugino invoca per l’America un “right government” (si può tradurre con “governo giusto” o con “governo di destra”) scatta con un saluto fascista.

Pagine indimenticabili:

  • la Hepburn canta Camptown ladies sing dis song, doodah-doodah (aveva una bellissima voce)
  • la Hepburn fa il verso agli snob newyorkesi (“schiatto dal ridere: al combattimento di galli della sig.ra Onderkonk c’era la sig.ra Marble…”) che conosceva benissimo, essendo nata nella upper-class
  • C. Grant quando è stressato si rilassa facendo un salto mortale (niente controfigura, era un vero acrobata)

DOMANDA: quando LUI e LA SORELLA DI LEI arriveranno a Parigi, incontreranno Rick Blaine o Victor Laszlo?

Post scriptum dopo la domanda. Ormai quando vedo K. Hepburn non riesco a non pensare a Cate Blanchett, che la interpreta così bene in THE AVIATOR. Ma sui pregi e sui difetti di quel filmone (e sui motivi per cui ha beccato tanti oscar) vi annoierò un’altra volta.