Tra i tanti film dedicato all’Olocausto questo è il mio preferito.
Palma d’oro a Cannes, Oscar al regista Polanski e al protagonista Brody.
Storia vera, tratta dall’autobiografia del pianista ebreo Wladyslaw Szpilman che nella prima scena suona Chopin alla radio polacca: è il settembre 1939.
Nell’ultima scena (siamo nel 1945) suona ancora Chopin alla radio polacca.
Nel frattempo c’è stata l’invasione nazista, la rivolta del ghetto di Varsavia, la rivolta di tutta Varsavia e l’arrivo dei Russi. Per un anno intero il pianista Szpilman è vissuto in solitudine in una soffitta, lottando con il freddo e la fame.
Lo hanno salvato la passione per la musica (privo del pianoforte, muove le dita a memoria per non impazzire) e un capitano tedesco che, scoperto per caso quello strano barbone scheletrico che vive in soffitta, gli dà da mangiare e da coprirsi.
Bravissimo Adrien Brody. Attore molto intenso (di New York, madre ungherese) che ha saputo rendere benissimo il personaggio. Osservatelo (se avete il DVD e sapete usare il ferma-immagine) mentre piange di rabbia perché non riesce ad aprire la carne in scatola. E mentre suona, naturalmente: credo che non ci siano trucchi, sono proprio le sue dita.