Concludo questo breve ciclo con un film meno che mediocre, ma non privo di trovate interessanti.
La storia (già raccontata) è questa. A poche settimane dal voto di novembre un incidente aereo elimina contemporaneamente i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza di un imprecisato partito (sui muri del quartier generale si vedono i ritratti di Reagan e di Lincoln; fate voi…). Nell’indecisione generale uno dei leader del partito propone di candidare un giovane afroamericano; il suo piano è quello di mandarlo allo sbaraglio (tra 4 anni si candiderà lui), mostrando intanto l’interesse per le minoranze etniche.
Si arriva all’attesissimo “faccia a faccia” che ha un incredibile risultato. Se volete sapere come va a finire leggete il post del 12/8.
Considerazione finale. I “faccia a faccia” qui da noi non usano; e quando hanno luogo fanno morire di noia (vi ricordate nel 2006 il match Berlusconi-Prodi, arbitrato da Clemente Mimun? io no, perché mi sono assopito…). In America invece sono la pagina più pepata di tutta la campagna. E io aspetto di vedere Hillary e Donald a due metri di distanza, pronti a rispondere a domande vere di giornalisti veri.