Da circa un mese sto tralasciando le attrici (straniere o italiane).
L’ultima è stata Keira K. (post dell’8 febbraio).
E’ tempo di ritornare sull’argomento, magari alternando il genere femminile a quello maschile.
Le grandi attrici hanno maggior capacità di affascinare il pubblico dei loro colleghi. Pensate alla partita di scopone scientifico tra Bette Davis, Joseph Cotten, Silvana Mangano e Alberto Sordi. Chi rimane di più nella memoria?
Sono più interessanti (secondo me), più versatili. Altro esempio: ve la ricordate Anne Bancroft in ANNA DEI MIRACOLI (dove fa veramente dei miracoli) e in IL LAUREATO (dove seduce il fidanzato della figlia)?
Approfondirò (in un futuro post) i motivi per cui le spettatrici ammirano le attrici.
Perché agli spettatori piacciano le attrici più che gli attori non serve spiegarlo.
Tra parentesi, osservo che nella mia gallery i commenti alle DEE (Thurman, Blanchett, Foster, Cotillard, Johansson, Zellweger, Roberts…) sono stati sistematicamente più numerosi di quelli agli DEI (sola eccezione: Leonardo Di Caprio).
Dopo l’immagine di Jessica Rabbit (“Non sono cattiva: è che mi disegnano così…) darò qualche indizio sulla (prossima) star di cui mi occuperò.
Questa attrice ha interpretato ruoli molto drammatici e (meno frequentemente) brillanti.
E’ morta molte volte (in una di queste occasioni ha avuto il tempo di sussurrare che il Paradiso c’è).
Ha viaggiato molto, da Manhattan a Jakarta, dal Ruanda alla costellazione dei Dolci Natalizi al deserto del Texas.
Ha cercato di fregare Melanie Griffith, ma l’è andata male.
Ama i gatti.