Gerard e Jeremy: due vite quasi parallele (qualche intersezione c’è stata)

Gérard Depardieu è nato a Castelrosso di Sotto (Francia) il 27-12-1948.

Jeremy Irons è nato a Cowes (Isola di Wight) il 19 settembre dello stesso anno.

G appartiene a una famiglia proletaria. Gli riesce naturale impersonare Olmo in NOVECENTO, Jean Valjean e altri personaggi dalle mani sporche.

J invece viene dall’upper class (padre commercialista, fratello medico). Ovviamente gli vengono bene ruoli da aristocratico (Robert Dudley in ELIZABETH) o da fighetto (Michael Gosselyn in LA DIVA GIULIA); però è bravissimo anche nell’interpretare un povero vecchio in THE WORDS (2012).

Molti altri personaggi compaiono nella quarantennale carriera di G (I SANTISSIMI è del 1974). E’ stato Cristoforo Colombo, Rodin, Strauss-Kahn, Cyrano de Bergerac, George Danton, Edmond Dantes (Conte di Montecristo), Fouché, Vidocq, Porthos e Obelix. Si è innamorato di Uma Thurman, ha sfidato Satana, è stato il pappone di Monica Bellucci, ha sposato Andie MacDowell per ottenere la cittadinanza USA.

J è stato Papa, mercante a Venezia, presidente di una megabanca (Goldman Sachs?), conte in Terrasanta, ladro di gioielli, capo degli infernali Morlock, missionario in sudamerica. Ha ucciso lo sceriffo di Appaloosa (New Messico), ha rubato l’oro della Federal Reserve a New York, si è innamorato di Lolita, ha salvato dal suicidio una giovane donna a Berna e poi è partito per Lisbona col treno della notte.

Tra i registi che hanno diretto G cito (in ordine alfabetico) Bertolucci, Monicelli, Resnais, Scola, Ridley Scott, Truffaut e Peter Weir.

J è stato diretto da Cronenberg, Malle, Lelouch, Bertolucci, Roland Joffé, Ridley Scott e Istvan Szabo. In ordine sparso.

G (grande amico di Vladimir Putin) ha preso la cittadinanza russa e vive là, in una villa a Sochi.

J passa il suo tempo libero a Kilcoe Castle (Irlanda), che ha restaurato insieme alla moglie Sinead (voglio dire che ha restaurato il castello, non la moglie)
gerardirons
maschera

Published in: on settembre 27, 2014 at 9:12 am  Comments (3)  
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Marilyn, che fascino… e che malinconia!

Come dicevo nel post precedente, sono stato poche volte al cinema nelle ultime tre settimane.

Ho visto qualche film unpòcosì unpòcosà e poi ho visto MARILYN.

Partendo dal basso:

  • KILLER ELITE. Uno strazio! Da anni De Niro accetta ruoli desolanti (è diventato l’Albertosordi americano). Avrà bisogno di soldi?
  • MEN IN BLACK III. Viaggio nel passato per salvare il presente (ma non è divertente come la trilogia di Zemeckis). Mi è piaciuta (senza esagerare) la ricostruzione dell’America del 1969. Come nel secondo film della serie M. Jackson cercava di arruolarsi nei MIB, qui scopriamo che Andy Warhol c’era riuscito, ma aveva seri problemi (“trovatemi un’altra copertura, sono stanco di questi concerti di sitar, non distinguo più i maschi dalle donne…”)
  • MARGIN CALL. Film di denuncia, non del tutto riuscito. Illustra didascalicamente quale grande truffa sia il sistema finanziario. Jeremy Irons nella parte del cinico boss (in confronto a lui Ghekko è San Francesco) aggiunge un tassello alla sua luminosa carriera.

E poi c’è MARILYN.

Vista dagli inglesi. Un film sul film che Lei girò nel 1957 negli studi di Pinewood (in Italia è intitolato IL PRINCIPE E LA BALLERINA) e che dimostrò da una parte la crescente instabilità della Diva, dall’altra l’ego smisurato del Divo (L. Olivier era convinto -che Dio lo perdoni- di essere l’Arte fatta persona).

Venne fuori una commedia un po’ sdolcinata, in cui quella che recitava meglio era la 75enne Sybil Thordike (nella parte della Regina). La Diva tornò in America molto delusa.

Ho visto MARILYN ierisera. Mi sono commosso (succede ai vecchi): pensavo che quell’incredibile cocktail di candore e di sensualità che era la Monroe NON PUO’ ESSERE IMITATA e in sintesi questo film è una passabile ricostruzione storica. Niente di più.

Ma questa sera lo rivedo, con la solita ballotta, e magari lo rivaluto.
marginmichelle