Capitan Uncino, un cattivo simpatico?

Siamo andati a vedere un filmuzzo riuscito a metà (in sintesi, un BAH)

Se vi interessa una recensione dettagliata la trovate quiMa in questa sede voglio parlare di “cattivi”.

A Hugh Jackman i villain roles riescono benissimo (in SCOOP era quello che… non ve lo dico: oggi non spoilero) e qui ce la mette tutta per spaventare il giovanissimo protagonista, vestendo i panni del sanguinario pirata Barbanera
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C’è anche Uncino nel film, ma non fa paura in quanto… (niente spoiler, ve l’ho già detto). Lo interpreta piuttosto insipidamente G. Hedlund, un figone del Minnesota, già visto in TROY (faceva Patroclo) e in ON THE ROAD.

Mentre lo vedevo combattere a fianco di… (no spoiler, please!) ho ripensato a questo personaggio e a quanti attori lo hanno impersonato.

Limitandomi a quelli che visto (al cinema e in tv)

  • Rhys Ifans in NEVERLAND (2011)
  • Jason Isaacs in PETER PAN (2003)
  • Dustin Hoffman in HOOK – CAPITAN UNCINO (1991); a mio parere il migliore tra gli Uncini

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Ora torniamo al punto di partenza: James Hook (noto in Italia come capitan Uncino) può essere annoverato tra i Cattivi Simpatici?

In altre parole, chi è veramente Uncino? Un aristocratico narcisista, sempre vestito con la massima cura tra merletti e tricorni impiumati?

O è un anarchico, uno che contesta il sistema capitalista, un Robin Hood del mare?

Sappiamo che James Barrie, da giovane, manifestò idee anarchiche (e diede il proprio nome a Hook). Poi si fece strada negli ambienti di corte, raccontò molte storie alle giovanissime sorelle Elisabeth (nota in seguito come Elisabetta II) e Margaret, fu creato Baronetto e Cancelliere dell’Università di Edimburgo… Ma ne conosco tanti che hanno cominciato la loro vita contestando il sistema e poi si sono inseriti alla grande.

Premesso che i migliori attori italiani in attività sono FT (tra gli under50) e TS (tra gli over) CHI SONO I FORESTI MIGLIORI?

I minisondaggi del 2014 hanno già dato un esito condivisibile.

  • TONI SERVILLO è da giudicarsi il miglior attore in attività (così decisero Monica, blabla, ceciliacondello, Cherì, Beatrix Kiddo e Anna Nihil)
  • tra gli under50 ha raccolto più voti FILIPPO TIMI (noemi, pensierini, Beatrix Kiddo, Anna Nihil e lanicob)

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E adesso vogliamo dare un’occhiata al RESTO DEL MONDO?

Qui si fa dura…

Per evitare impari tenzoni tra chi lavora da quasi un secolo e chi da pochi anni dividerò il mio personalissimo elenco in 3 categorie

  1. I DIVERSAMENTE GIOVANI (nati tra il big bang e il 1937)
  2. LA GENERAZIONE DI MEZZO (forse sarebbe più figo definirli “baby boomers”? comunque, nati tra il 1940 e il 1964)
  3. I GIOVANI LEONI (nati tra 1967 e l’altro ieri)

Ecco l’elenco della Vecchia guardia… ah, dimenticavo di dire che nell’elenco non è compreso chi ha smesso di interpretare film (ecco perché, ad es, non ci sono Jack Nicholson, Sean Connery, Woody Allen ecc)

  • Christopher Lee
  • Michel Piccoli
  • Clint Eastwood
  • Max von Sydow
  • Robert Duvall
  • Omar Sharif
  • Michael Caine
  • Anthony Hopkins
  • Morgan Freeman
  • Dustin Hoffman
  • Robert Redford

Arduo decidere chi sia il migliore tra queste cariatid tra questi pilastri della storia del cinema.

Volete aiutarmi?

Chi passa di qua sia così gentile da indicarne tre e/o aggiungere qualche altro nome.

Vi ringrazio in anticipo. In cambio scenderà su di voi un incantesimo particolarmente benigno: troverete facilmente un parcheggio all’aeroporto, vi troveranno tutti ringiovanite/i e non vi telefonerà più nessuno per chiedervi di cambiare compagnia telefonica.

Riassumo i film visti a gennaio (come? non ve ne può fregare di meno? ah…)

Sto diventando un pigrone. Sarà l’età..

Adesso mi concentro e butto giù un po’ di minirecensioni.

LOVE IS ALL YOU NEED (S. Bier) – I Beatles non c’entrano. C’entrano i limoni, il sole e il mare di Sorrento. L’amore trionferà? Sì e no. Un matrimonio salta all’ultimo momento, uno degli addetti al catering (faccia già vista in GOMORRA) bacia sulla bocca… (non ve lo voglio dire)

LA MIGLIORE OFFERTA (G. Tornatore) – Se non c’è un colpo di scena che thriller è? E qui, nel sottofinale, c’è una sorpresona con la S maiuscola. Grandissimo G. Rush. Chi ama la bellezza femminile in un quadro si metta in fila (fila non metaforica: in meno di un mese più di un milione di biglietti staccati)

CLOUD ATLAS (A. e L. Wachowski) – Perché non fate come P. Jackson che con un romanzo solo ci fa 3 film? Qui è il contrario: sei film fusi in uno (ovviamente lunghissimo). Mi chiedevo, uscendo dal cinema, come sarebbe riuscita S. Sarandon vestita da Santippe e T. Hanks come Ponzio Pilato. Dagli autori di MATRIX mi aspettavo qualcosa di meno noioso.

A ROYAL WEEKEND (R. Michell) – Roosevelt dietro le quinte. Mentre Hitler prepara il guerrone, lui beve, fuma come un turco e si fa fare le pippe. I reali inglesi sono due macchiette divertenti: lui (ovviamente) balbetta, lei inorridisce all’idea di mangiare gli hot dogs in mezzo a quei plebei. Belle le immagini della campagna, film tutto sommato dimenticabile.

DJANGO UNCHAINED (Q. Tarantino) – Gli ho dedicato una recensione e mezza. Voglio solo aggiungere che LO DEVI VEDERE (a meno che tu aderisca al buddismo o altra religione/ideologia nonviolenta). Scommetto su 2 OSCAR: fotografia e Cristoforo Waltz.

QUELLO CHE SO DELL’AMORE (G. Muccino) – Diversamente da LA MIGLIORE OFFERTA qui tutto è perfettamente prevedibile. Indovini subito che i due divorziati si rimetteranno insieme, che lui sarà assediato da tutte le 40enni del quartiere, che la partita finale sarà vinta con un golletto del figlioletto… Un regista dovrebbe ottenere il massimo dagli attori, ma qui C. Zetagions, U. Thurman e J. Biel sono assolutamente sprecate.

LINCOLN (S. Spielberg) – Bellissima la scena sul campo di battaglia disseminato di morti, ma poi la noia prevale. Le interminabili discussioni sul 13° Emendamento lasciano piuttosto freddo lo spettatore europeo. Però dobbiamo tener conto che in America Lincoln è venerato come un secondo Messia (il colpo mortale fu sferrato la sera di un venerdì santo).

PAZZE DI ME (F. Brizzi) – Se il Luca di NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI collezionava figuracce, ma era protetto da un gruppo di amiche/amici, questa volta il protagonista vive in un vero inferno di sorelle, mamme e nonne senza uno straccio di amico. Brizzi, devi impegnarti di più.

QUARTET (D. Hoffman) – Pepe, sorrisi e lacrime in una casa di riposo per cantanti e orchestrali (ne avessimo in Italia di case così…). Se in Francia hanno descritto la vecchiaia con una tragedia da Oscar (AMOUR), in GB il tema è trattato con i toni leggeri della commedia.

Domanda finale: quale mi è piaciuto di più? 

Se proprio volete saperlo, oltrepassate le immagini…giangousarush

quat

Siete già qui? Complimenti per la costanza.
QUALE IL MIGLIORE? Per me, LA MIGLIORE OFFERTA: il colpo di scena mi ha spiazzato completamente e questo fattore mi sembra decisivo.

DJANGO e QUARTET secondi ex-aequo.

Coraline e una notte da leoni

E’ iniziata un’afosa estate. I cinema attraggono più per l’aria condizionata che per la qualità della programmazione.

Però tra tante fetecchie qualcosa di buono c’è. Segnalo che in circolazione ci sono un piccolo capolavoro e una commedia demenziale che-si-lascia-vedere.

Coraline e la porta magica è molto bello.

Penso che lo andrò a vedere ancora, possibilmente senza la torma di bambini (accompagnati incautamente da mamme e nonne) che mi hanno rotto le orecchie con i loro urletti per più di un’ora.

Cominciamo col dire che NON è un film adatto ai minori di anni 8, a meno che L’ESORCISTA, ALIEN e LA SPOSA CADAVERE siano i loro DVD preferiti.

All’inizio sembra ALICE IN WONDERLAND: l’undicenne protagonista attraverso una porta misteriosa esce dal nostro mondo per entrare in un universo parallelo in cui tutto SEMBRA più bello, papà e mamma sono più gentili e disposti a giocare con lei, i vicini sono più simpatici ecc.

Ma Coraline si accorge che è finita nel regno della Morte, un paese da incubo in cui tutti debbono cucirsi dei bottoni neri sugli occhi. Insomma, farà di tutto per fuggire e tornare nel nostro mondo, forse noioso ma certo più tranquillo.

Quanto a UNA NOTTE DA LEONI, commedia diretta da Todd Phillps, mi ha piacevolmente sorpreso. Mi avevano detto che somigliava a Bachelor’s party, una farsaccia nota unicamente perchè è stata la prima volta da protagonista di Tom Hanks.

In realtà, mentre Bachelor’ecc era di una sguaiataggine unica (difatti lo ridanno ogni tanto su Italia1), questo è un film divertente e ben interpretato.

Quattro maschi repressi (uno dei quali si deve sposare tra due giorni) partono per Las Vegas. Succederà di tutto: una tigre nel bagno, un boss della mafia cinese rinchiuso nel baule della mercedes, Mike Tyson (che interpreta se stesso) che li piglia a pugni, una spogliarellista (interpretata da Heather Graham) di buon cuore, due poliziotti allegramente sadici ecc. Finisce bene.

Questo film (non da Oscar, ripeto) ci insegna comunque cose utili:

  1. non crediate che basti ricordare le carte uscite per vincere a Blackjack: NON E’ VERO!!! (è una leggenda creata da un altro film, RAIN MAN, con Dustin Hoffman) L’elemento aleatorio (detto anche culo) è decisivo nel blackjack, come nella roulette, credetemi sulla parola.
  2. in America un dentista non è considerato medico; difatti uno dei quattro (il più represso dei quattro) è dentista, ma i veri medici lo guardano dall’alto in basso.
  3. le troiett le fanciulle di piccola virtù hanno sempre fortuna; per conferma chiedere a Villa Certosa (Italy).