originalità? non abita più qua! (e in Francia sì?)

(dalla Seconda Lettera dei fratelli Lumière agli italiani)
lum
Carissimi (si fa per dire) tempo fa abbiamo constatato quanta poca originalità ci sia in Italia.

Allargando l’inquadratura agli incassi del 2017 ci accorgiamo che il vostro pubblico è abituato mandar giù roba fritta e rifritta.

  • LA BELLA E LA BESTIA è il remake con attrici/attori in pelle e ossa di un classico Disney, a sua volta ispirato da una fiaba vecchia come il cucco.
  • CATTIVISSIMO ME 3 – Anche qui si continua a spremere lo stesso limone; di Gru e dei suoi gialli amichetti ci siamo veramente saturati.
  • THOR: RAGNAROK – Ancora Asgard? Ancora il Martellone di Thor e il sogghigno di Loki? Ancora Hulk? Ma non se ne può più…
  • FAST & FURIOUS 8 – La cifra 8 dice tutto
  • CARS 3 – Come sopra
  • PIRATI DEI CARAIBI 5 – Come sopra (con l’aggravante di aver speso male un bravo attore come Bardem)
  • IT e ASSASSINIO SULL’ORIENTecc sono dei remake; BLADE RUNNER DI NERO e CINQUANTA SFUMATURE 2049 sono dei sequel…

E la tendenza continuerà, temiamo. Avremo presto le sfumature rossonere? e le guerre stellari dei puffi contro Poirot e dell’orsetto Paddington contro i guardiani della galassia?

Siate originali, parbleu!

La modestia (qualità per cui noi francesi siamo famosi in tutto il mondo) ci impedisce di elencare i capolavori del nostro cinema.

L’importante, ora, è ribadire che da noi l’originalità è apprezzatissima e che siamo così originali perché accogliamo nel nostro paese persone e idee da tutto il mondo.

Dopo l’immagine (che si riferisce a un film delizioso diretto da Sou Abadi, regista iraniana) esemplificheremo il concetto “la Francia accoglie volentieri gli stranieri”
burqa
Ecco qualche nome di scienziati, artisti e scrittori che sono venuti e hanno lavorato in Francia:

Dall’Italia: Leonardo da Vinci, Albert Uderzo e Carla Bruni

Dalla Polonia: Frederic Chopin e Marie Curie (nata Maria Sklodowska)

Dalla Russia: Igor Stravinskij

Dalla Germania:  Jacques Offenbach

Dai Paesi Bassi: Vincent Van Gogh

Dall’Armenia: Charles Aznavour

dalla Grecia: Georges Moustaki

Dalla Romania: Eugene Ionesco e Radu Michaileanu

Dagli Stati Uniti: Josephine Baker

P. S. NON pronunciate mai il cognome della Bakèr come lo pronunciano in America –Béikar– ; fareste la figura del coglione (en francais, –con-)

Published in: on dicembre 12, 2017 at 7:52 am  Comments (1)  
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RITORNO IN BORGOGNA, di C. Klapish

Un bel film, credetemi.

Non è necessario essere devoti al dio Bacco per apprezzarlo. Al limite può piacere anche agli astemi, perché il tema centrale non è il vigneto ma la famiglia.

Dopo l’immagine, se proprio insistete, vi riassumo la storia.
https://i.ytimg.com/vi/Bq5xtzcoYmk/maxresdefault.jpg
C’è questa azienda vitivinicola, che traballa ma non molla. Morto il patriarca i 3 eredi hanno molti problemi.

  • Jean era andato via dalla Borgogna 10 anni prima; ha girato il mondo, è finito in Australia dove possiede un vigneto e ha lasciato Alicia e un figlio di 5 anni; vuol vendere tutto e tornare là
  • Juliette non vuol vendere un bel niente; legatissima alla bella casa e soprattutto alle vigne, non si è mai mossa di lì e non si è sposata; è un tipo tosto: bisogna vederla quando si fa obbedire dallo squadrone dei vendemmiatori
  • Jeremie, il più giovane, è sposato e ha sulla groppa uno suocero piuttosto ingombrante

Come andrà a finire?

NO SPOILER!!!!!

Andate a vederlo (merita davvero) e lo saprete.

Published in: on ottobre 24, 2017 at 6:49 am  Lascia un commento  
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Ci stanno un film americano, uno francese e uno italiano….

Io ne ho visti film che voi umani non potreste immaginare…. ometti gialli trasformati in mostriciattoli viola da uno scienziato rincoglionito, famiglie sterminate dalla mafia per un errore del codice postale, aspiranti vedovi in caduta libera al largo dei bastioni di Milano…

E, nel mese di Ottobre, ho visto film così insignificanti che non ricordo di averli visti. Si tratta del meccanismo della rimozione, che (come ci ha spiegato Freud) è una forma di autodifesa della psiche.

Cominciando dal meglio (e scendendo poi verso la cantina) qualche parola su CATTIVISSIMO ME 2

Come ho già detto se togli i Minions del film resta ben poco. Sono i parenti francesi dei compassati Umpa-Lumpa britannici: sono più vivaci e si sfottono tra loro in continuazione. Qualche volta si menano di brutto e non sembrano fare molta fatica (siringati a dovere) a trasformarsi in veri e propri mostri.minion

Domanda: perché nessun disegnatore italiano ha mai pensato cose simili?

Eppure da noi i disegnatori non mancano. Primo tra tutti Bruno Bozzetto (WEST AND SODA, 1965, MIO FRATELLO SUPERUOMO, 1968).

Forse non sanno indovinare i gusti dei bambini. Anzi, azzardo un’ipotesi a largo respiro, è la società italiana in generale a non occuparsi dei bambini: la pubblicità li vede unicamente come divoratori di merendine o come precocissimi utilizzatori di tablet, al cinema proprio non li pensano…

Non si creano favole adatte a loro (queste di Gru e i suoi gialli aiutanti sono appunto favole); sarà un caso che in Italia (soprattutto al nord) ci sono i tassi di natalità più bassi del mondo?

Dopo una produzione americana (ma disegnata dai francesi) ecco un film francese (Luc Besson dirige in Francia una troupe mista): THE FAMILY

A quanto già detto 15 giorni fa aggiungo solo che

  • se (come dice il proverbio) un orbo ha successo in un mondo di ciechi questa famiglia di italomafiosi appare sostanzialmente a posto perché intorno ci sono criminali molto più sanguinari
  • ho proposto il joke GODUNOV – GOOD ENOUGH a più di un’insegnante di inglese e non hanno capito una beneamata mazza (cosa debbo dedurre?)

Medaglia di bronzo a ASPIRANTE VEDOVO, remake di una nota commedianera del 1959 (regia di D. Risi, con Alberto Sordi e Franca Valeri).

La Littizz è bravina e regge il confronto. Ma la sua parte è, se ci pensate, quella della “spalla” del protagonista.

Ed è qui che casca l’asino.

Fabio, non te la prendere se ti dico la verità: hai dato il meglio di te (oltre che negli spot del detersivo) negli sketch di LOVE BUGS, quelli che duravano 90 secondi l’uno. Qui c’è tutto un film che pesa sulle tue spalle… e non lo reggi.

C’è comunque un particolare di questa storia che ho molto apprezzato. Gli operai romeni che il protagonista sfrutta nel suo cantiere (sono 2 mesi che non li paga) sono sinceramente rattristati quando si sparge la notizia (falsa) della morte di Susanna.

Sono perciò i soli a dimostrare sentimenti disinteressati in tutto il film.vedovo

NELLA CASA, di F. Ozon (con piccolo quiz finale)

TRAMA ESSENZIALE. In un elitario liceo francese, un prof di lettere scopre che un alunno scrive (benissimo) descrivendo la famiglia di un suo compagno. Affascinato da tanta bravura, il prof stimola tale creatività. Era meglio se non lo faceva.

Molte domande tra noi, che aspettiamo le pizze (questa volta siamo da Tomi, in località S. Lazzaro di Savena).

DOMANDA n° 1. E’ così severa la scuola francese, dove (per aver taroccato un compito di matematica) sbattono fuori il prof? Da noi succedono cose anche peggiori (anche durante gli esami di stato) e i colpevoli, quando gli va male, se la cavano con una letterina di biasimo.

DOMANDA n° 2. Le casalinghe francesi sono tutte insoddisfatte sessualmente, come si vede nel film? Forse no, forse non tutte; ma è la terra di Emma Bovary (il liceo di cui sopra è intitolato a Gustave Flaubert).

DOMANDA n° 3. Com’è l‘odoredelladonnaborghese che tanto ha colpito il giovane Claude? Qui le risposte divergono: secondo Pasqualina i profumi francesi sono in-cre-di-bi-li ma per usarli bene bisogna avere classe, secondo altre commensali oggi trovi tutti i cosmetici possibili e immaginabili anche al supermarket e non c’è differenza tra borghesi e proletarie… arrivano le pizze, perciò pausa nella discussione.

DOMANDA n° 4. Sono reali tutti gli avvenimenti descritti da Claude? Ad es, è andato a letto con la moglie del prof (K. Scott Thomas), il compagno Rapha lo ha veramente baciato sulla bocca, nella notte c’è un cinese seduto in poltrona che osserva l’intimità dei due sposi ecc? Bah… direi che la domanda è mal posta: tutto il film si basa sul tema dell’invenzione ed è inutile tracciare una linea di confine tra reale e immaginario.

DOMANDA n° 5. I temi degli alunni vanno letti davanti alla classe? No, mai. Ve lo dico io, che non l’ho mai fatto in decenni di carriera. Lo diceva  anche il mio prof al liceo Righi (Vincenzo Amoroso da Avellino): ognuno ha il suo stile e la sua interiorità. Non imitabile il primo, non profanabile la seconda.

DOMANDA n° 6. Era proprio necessario il personaggio di Y. Moreau (le gemelle proprietarie della galleria d’arte)? Secondo me no; ma su questo le opinioni divergono. La verità è che nel mondo del cinema bisogna dar lavoro a tutte/tutti: se esci dal giro rischi la depressione.

Su queste e altre questioni tornerò a fine mese.

Ora stacco, non prima di preannunciare che mi occuperò presto di un famoso attore. Molto versatile. Capace di interpretare, ad esempio

  • un industriale
  • un regista cinematografico
  • un autore teatrale
  • un tosatore di cani
  • un vampiro
  • un pirata
Published in: on Maggio 6, 2013 at 10:40 am  Comments (3)  
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ridere per non piangere (breve dissertazione sulla differenza tra le commedie francesi e quelle italiane)

Ritorno sul tema “commedia all’italiana”. CONFRONTANDO le commedie che si realizzano qui con quelle francesi.

Le commedie italiane che hanno incassato di più quest’anno sono:

  • BENVENUTI AL NORD (che, oltretutto è il sequel del calco di Bienvenue chez les Ch’tis)
  • IMMATURI – IL VIAGGIO
  • POSTI IN PIEDI IN PARADISO
  • VIVA L’ITALIA

Vogliamo confrontarne la qualità con 4 commedie francesi che ho visto nel 2012?

  • INTOUCHABLES (QUASI AMICI)
  • MON PIRE CAUCHEMAR (IL MIO MIGLIORE INCUBO)
  • LA CERISE SUR LE GATEAU (CILIEGINE, che è diretto da Laura Morante ma è in tutto e per tutto francese)
  • LE PRENOM (CENA TRA AMICI)

Non c’è gara, credetemi… (e, per non infierire, non ho messo sul piatto della bilancia THE ARTIST, che è stato girato a Hollywood ma sono francesi il regista, il produttore, il primattore, la primattrice ecc)

Aggiungo che nelle commedie che fanno là per far ridere il pubblico NON C’E’ BISOGNO DI DESCRIVERE COMPORTAMENTI DISONESTI.

Da noi sì.

Esemplifico. Reati commessi nei 4 film italiani di cui sopra:

  • furto
  • effrazione (è quando entri in una casa forzando una finestra)
  • evasione fiscale
  • falsificazione di cartelle cliniche
  • danneggiamento della cosa pubblica
  • guida in stato di ubriachezza
  • falsa attestazione di identità a pubblico ufficiale
  • truffa
  • peculato
  • millantato credito (art. 346 del codice penale)

(forse ne ho dimenticato qualcuno)

Torniamo alle radici. La nostra commedia dell’arte si basa soprattutto sui furfanti. I personaggi principali sono disonesti, mentitori, ladri e ruffiani che vogliono riempirsi la pancia senza lavorare (Arlecchino e Pulcinella, ad esempio, nascono così).

Certamente quando si è nella miseria e nell’avvilimento si è costretti alla furfanteria. Arlecchino serve due padroni perché una paga sola non basta per sopravvivere. E così ride (e fa ridere) per non piangere.

IL GUAIO E’ CHE SI CONTINUA A RUBARE, TRUFFARE E MENTIRE anche quando non si è più poveri. E le commedie sopra citate lo illustrano.

In conclusione, dispiace che Dario Fo abbia ormai esaurita la sua vena satirica. L’ANOMALO BICEFALO (2003) è stato un tentativo malriuscito di sbertucciare le malefatte di Silvio.

E pensare che una commedia sul miglior-presidente-degli-ultimi-150-anni potrebbe essere un successo mondiale, data la notorietà del personaggio. Sorrentino ha realizzato IL DIVO, applauditissimo a Cannes. Chi ci regalerà IL SIRE DI BUNGABUNGA?

  1. servi

MARION COTILLARD… (quale tra le tue interpretazioni sarà incorniciata come la migliore?)

Ho scoperto tardi questa bravissima attrice. Ma ora chi la molla più?

E, già che siamo in argomento, perché non dedicare un post al cinema francese degli ultimi anni?

Parbleu, che bravi!!!! Altro che cinepanettoni! Ci bagnano il naso sia nelle commedie che nel dramma!

Posterò, posterò presto. Ma adesso torno a Supermarion. Chiedendo scusa se trascuro molti film (imperocché non li ho visti)

  • UN’OTTIMA ANNATA (2006; Fanny, proprietaria di un bistrot, ammorbidisce il cuore di uno squalo della finanza; beh, non è solo merito suo: c’entrano anche i ricordi dell’infanzia e di Provenza il vino e il suol)
  • LA VIE EN ROSE (2007; impersonare Edith Piaf è impresa da far tremar le vene e i polsi; vi immaginate, qui da noi, un’attrice che si azzarda a interpretare Maria Callas o Anna Magnani?; premio Oscar)
  • NEMICO PUBBLICO (2009; Mary “Billie” Frechette era mezza indiana, mezza francese;  era la sweetheart di J. Dillinger, ma gli sopravvisse)
  • INCEPTION (2010; Mal è cattiva -dal latino malus, mala, malum– e l’interpretazione della Cotillard è stupenda; il che conforta la teoria che i “cattivi” sono più affascinanti dei buoni: dico bene, Jago?)
  • MIDNIGHT IN PARIS (2011; Adriana è stata modella di Modigliani, Braque e Picasso, ma giudica i ruggenti anni ’20 un’età decadente; alla fine sale su una carrozza e si ritrova tra Gauguin, Degas e Toulouse-Lautrec; cose che succedono a Parigi dopo la mezzanotte)
  • CONTAGION (2011; la dottoressa Leonora parte per la Cina; scoprirà che l’origine del terribile virus ha a che fare con una banana e il battito d’ali di un pipistrello?)
  • IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO (2012; premesso che questo titolo non allude a Silvio Berlusconi, vi rivelo che Miranda nasconde una doppia identità -ovvio: in questo film tutti nascondono qualcosa-; non è la cosa migliore di Marion, secondo me, però ha beccato un fantastilione di fantastiliardi)

marionpiafparis

BEL AMI vs. CILIEGINE

Volevo massacrare il film Bel amì (regia quadrumane degli inglesi D. Donnellan e  N. Ormerod).

Ma non c’è gusto: lo hanno già fatto in troppi. Tra le tante sferzate cito quella di Maurizio Acerbi: “Pattinson? è impossibile trovare uno migliore di lui per la parte del bello senza minimo talento”

Effettivamente mr. Pattinson (ex Diggory, ex Cullen, ex veterinario Jankowsky) ha una gamma espressiva molto ridotta. Un fotomodello senzanima.

Ho chiesto a mia moglie (nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo) se le piacesse. Lei: “Perlamordiddio! Sei molto più sexy tu!”

Che cara mia moglie…

Parlerò bene solo di Christina Ricci (classe 1980) che ricordo di aver visto in

  • The Addams Family (aveva 11 anni; ne aveva 13 nel sequel)
  • Casper (aveva 15 anni e si prendeva una platonica cotta per il fantasmino)
  • Blake Snake Moan (ruolo difficile: una proletaria tossica e ninfomane del Tennessee)

Stavolta non è proletaria. Né ninfomane (anche se qualche capriola nel letto la fa): è un’annoiata altoborghese. Merita un buon voto, comunque.

Passiamo a un altro film, visto sabato sera al Rialto.

Mentre in Belamì una troupe 100% anglosassone fingeva di recitare a Parigi (gli interni li hanno girati in Inghilterra, gli esterni e la scena della chiesa a Budapest) CILIEGINE è interpretato da francesi (Laura Morante -anche regista- è bilingue) a Parigi, quella vera.

Infatti piove quasi sempre. Alzi la mano chi è andato a Parigi senza aprire l’ombrello almeno un giorno sì e uno no.

TRAMA ESSENZIALE. La protagonista è perennemente in lotta con gli uomini. Però incontra il malinconico Antoine che non le fa paura (per un malinteso crede che lui sia gay) e, con l’aiuto di un’amica e del di lei marito, tutto finirà bene.

La definirei una garbata sophisticated comedy. Tutti sono belli, eleganti e vivono in belle case; vorrei vedere se il tono sofisticato reggerebbe se fossero due disoccupati senza un euro e costretti a bere il Tavernello da un cartone.

NON ho chiesto a mia moglie se le piaccio più io o Pascal Elbé (interpreta Antoine). Uscirei dal confronto con le ossa rotte.morante

Published in: on aprile 16, 2012 at 5:20 PM  Comments (6)  
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Come si fa a essere razzisti dopo aver visto questo film?

Nella mia vita precedente insegnavo. In tante occasioni ho indirizzato a classi alquanto annoiate discorsetti retorici sul razzismo, la xenofobia, il mondialismo, il melting pot ecc 

Se potessi tornare indietro con la DeLorean sprecherei meno parole e farei vedere ai pupilli LES INTOUCHABLES (nella versione italiana, QUASI AMICI).

E’ più convincente di qualsiasi ragionamento.

TRAMA ESSENZIALE. Riccone tetraplegico ritrova la gioia di vivere grazie a badante senegalese.

E’ una storia VERA. Philippe Pozzo di Borgo, di antica nobiltà corsa (il suo bis-bis-bis-bisnonno fece vedere i sorci verdi a Napoleone) è sulla sedia a rotelle dal 1993 (incidente col parapendio). Rimasto vedovo e caduto in una profonda depressione, ne è venuto fuori grazie ad Abdel, che lo ha accudito e soprattutto confortato per 10 anni. Adesso Philippe si è risposato e ha due figli.

Inserisco il  Dopo di che, se non avete fatto in tempo a mettervi in salvo, aggiungo una considerazione finale.

COMMEDIA? Posso definire commedia questo film?

Sì, penso proprio di sì.

QUASI AMICI non fa ridere, fa pensare. In Italia affolliamo le sale per vedere FARSE, piene di battute dialettali, di corna, di immature/i e di lucchettidipontemilvio. Oppure mettiamo in scena le differenze tra meridionali e settentrionali e concludiamo con tarallucci e vino.

Qui non si raccontano favole. Si racconta la realtà drammatica del dolore e della tristezza mortale. Ma c’è il LIETO FINE, c’è sempre la speranza di migliorare la propria vita e quella degli altri.

Andatelo a vedere. Poi mi direte.

Published in: on marzo 13, 2012 at 12:50 PM  Comments (7)  
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Le donne del 6° piano, film

Commedia francese, diretta da Philippe Le Guay.

TRAMA ESSENZIALE. Parigi 1962. Una coppia di ricconi assume una cameriera spagnola. La signora apprezza molto la sua dedizione e la sua abilità nel lavoro. Suo marito l’apprezza per altri motivi.

Come andrà a finire? Ve lo dirò dopo il trailer. Intanto qualche considerazione personale.

In termini marxiani, è un esempio di lotta di classe. Ma chi vince?

Le domestiche spagnole del 6° piano rappresentano il proletariato, i signori del piano nobile la borghesia. I borghesi si annoiano, le proletarie sono più vitali. Non vanno sempre d’accordo (alcune vanno in chiesa, una è comunista) ma si aiutano.

A parte la love story, si verifica l’IMBORGHESIMENTO del proletariato. Le domestiche depositano in banca i loro risparmi e comprano azioni. Le vediamo commentare le quotazioni sui giornali e leggere Vogue sotto il casco del parrucchiere. In una scena del finale una delle ex-proletarie, tornata in Spagna, mostra con orgoglio una vasca da bagno piuttosto costosa con dorature di un kitsch inaudito.

Insomma, ha vinto la borghesia. E’ successo anche da noi, a partire dagli anni sessanta.

Ora, se ci tenete a sapere come va a finire, oltrepassate il video.


CONCLUSIONE. Prevedibilmente, il padrone divorzia e insegue la cameriera in un paesino spagnolo. Vivranno felici e contenti? Me ne importa una cippa.

Diciamo che il film non è male. Si segnala per la sua bravura Sandrine Kiberlain, la moglie svampita (non si accorge di niente per un’ora di film).

Published in: on giugno 16, 2011 at 5:20 PM  Comments (1)  
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Potìche, una gradevole commedia

In Francia si chiama potiche un vaso o una statuina che serve ad arredare un salotto.

Insomma, un soprammobile.

Indica anche una moglie sottomessa a un marito riccastro: diciamo una Veronica Lario coniugata Berlusconi.

Riuscite ad immaginare Veronica che prende il posto del marito, finito in clinica per un infarto (ha litigato con gli operai) e riesce a sostituirlo più che benissimo? NO, eh? Difatti queste cose succedono solo nei film.

E in questo film (che mia moglie e io abbiamo molto apprezzato) la moglie-potiche prende in mano la fabbrica e trova l’accordo con i sindacati. Aiutata dal sindaco comunista della cittadina, innamorato di lei (anche se la considera pur sempre “il nemico di classe”).

A sua volta il marito, dimesso dalla clinica, si vede detronizzato su tutti i piani e scatena una vera guerra per riprendersi il controllo della fabbrica.

Se proprio volete sapere come va a finire, ve lo rivelerò dopo il trailer.

Comunque la regia è ottima e meritano l’applauso sia F. Luchini (il marito) che G. Depardieu (il sindaco). Bella ma statica (per via del lifting?) la Deneuve.

CONCLUSIONE. La fabbrica torna al marito (spalleggiato dalla figlia ultraconservatrice), ma la moglie ha la sua rivincita: si candida alle elezioni e viene eletta Deputato, strappando il seggio proprio al sindaco. E naturalmente chiede il divorzio.

Nota: il film fa riferimento alle elezioni politiche del 1978. Furono elette molte donne, il PCF perse molti seggi e andarono fortissimo i Giscardiani (repubblicani europeisti).

Published in: on novembre 8, 2010 at 5:50 PM  Comments (10)  
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