il capolavoro dei capolavori?

Questa sera parte la stagione dell’Arena Granreno. Se non pioverà vedremo sul grandissimo schermo LUCI DELLA CITTA’ (Charlie Chaplin, 1931)
charl
Perché mi piace tanto?

  • è una perfetta fusione di sentimento e di comicità (ve la ricordate l’inaugurazione della statua? e il match di boxe?)
  • è un esempio per tutti registi: CC impiegò quasi tre anni per girare, montare e sonorizzare; la scena in cui il Vagabondo scende dall’auto e viene scambiato per un milionario è stata ripetuta più di 300 volte!
  • è legato a momenti bellissimi della mia adolescenza

Può bastare, no?
city

Published in: on giugno 20, 2016 at 12:19 PM  Comments (1)  
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Un consiglio spassionato: non andate in vacanza a COLONIA DIGNIDAD

Ho classificato il film COLONIA (F. Gallenberger, 2015) nella categoria BAH (qualche lode, qualche infamia).

Non ho lo sbattimento di recensirlo. Dopo l’immagine, se proprio ci tenete, ne riassumo la trama.

Ma, più che valutare il film in sé, voglio divertirmi a immaginare cosa sarebbe venuto fuori se il regista fosse stato un altro, invece di questo Gallenhamburger.

  • il regista è Ch. Chaplin – C’è questo barbiere, perfetto sosia di Pinochet; evade dalla colonia e prende il posto del dittatore (caduto nello stagno mentre sparava alle anatre); in un veemente discorso alle sue truppe il barbiere convince tutti a credere nella democrazia e a ballare il tango (sì, lo so che il tango lo ballano in Argentina e che tra Cile e Argentina non corre buon sangue; ma al pubblico americanesco queste distinzioni non interessano)

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    • il regista è M. Curtiz – Rick gestisce un locale notturno a Santiago e il suo cuore sanguina ancora da quando Hermione Granger (sua compagna di corso a Grifondoro) lo ha mollato per mettersi a fare la hostess; quando Hermione e il suo amichetto si mettono nei guai, lui li libera e li porta all’aereo; “devi fuggire subito, insieme a questo coglion a questo generoso combattente per la libertà! a rovesciare la dittatura basto io!!!” (il volo Santiago-Parabiago decolla mentre risuona la Marsigliese)

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  • il regista è G. Hamilton – James Bond viene informato che due sudditi di Sua Maestà sono rinchiusi nell’Isola dei Famosi (vabbé, Bruhl è tedesco ma non sottilizziamo); viene, spara e vince (l’ultimo a tirare le cuoia è il boss di fine livello, un certo Shaferstrudel che si stava innamorando anche lui della hostess); poi, tornando alla base, va a letto con Herm con Lena (o con Daniel? o con tutti e due? non ci sono più i Bond di una volta…)

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il regista è P. Jackson – Lei è un’elfa, Lui è un nano (piuttosto alto, rispetto alla media); sono catturati dal drago Smaug, che vuole mangiarli prima dello Spritz; corrono in loro soccorso Bilbo Baggins, Biancaneve e i 13 nani, Bard l’arciere, Galadriel di Lothorien, Elrond di Rivendell e Matteorenzi di Rignano; dopo una battaglia (che dura 3 ore e mezza) i buoni vincono e Lui regala l’Arkengemma a Lei (che la dimentica sul tram)
cos
E invece il film l’ha diretto Gallen-mit-Krauten; ne è venuto fuori un melodramma con un pizzico di erotismo (troppo soft, si lamenta Cannibal Kid).

TRAMA ESSENZIALE. ISSO è imprigionato da O’MALAMENTE in una nazicolonia. ISSA è disposta a qualsiasi cosa per salvare ISSO… e ci riesce. O’MALAMENTE fa la figura del nazipirla.

Al di qua e al di là del BAH ATTENZIONE!!! LA LETTURA DI QUESTO POST PUO’ CREARE DIPENDENZA!! LEGGETE CON MODERAZIONE!

Ho spiegato cosa intendo per film BAH. Quelli che restano in bilico tra le pernacchie e gli applausi.

Abbiamo visto un BAH, due al di sopra del BAH e uno al di sotto del BAH.

Cominciamo dal basso.

UN FIDANZATO PER MIA MOGLIE

Mi dispiace parlarne male. Geppi mi è simpatica. Luca e Paolo sono bravi (più Paolo, in questo caso). Ma la storia è talmente loffia che non la recensisco nemmeno.

Voglio dire soltanto che la conclusione la indovinerebbe un bimbo di quinta elementare e che la voce fuoricampo che chiede ai protagonisti perché vogliono separarsi (e come onorario pretende 300 euro, mortacc…) è di Daria Bignardi.

Nella fascia del bah troviamo un altro film italiesco.

LA SEDIA DELLA FELICITA’

A quanto già detto aggiungo una considerazione sociopolitica. Nell’originale (scritto nell’Unione Sovietica degli anni venti) l’individualismo e l’avidità borghese erano puniti. I favolosi gioielli dell’Ultima sedia andranno alla casa di riposo dei ferrovieri.

Ma siamo nel 2014. Individualismo e avidità NON vengono puniti.

Comunque il film non è malaccio. Nei ruoli di contorno troviamo dei VERI attori: Antonio Albanese, Milena Vukotic, Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio…

Un po’ fiacchi i 3 protagonisti e certi episodi (il ristorante cinese, ad esempio) sono, più che inutili, dannosi.

Al sopra del BAH due film che ho già recensito. Ma qualcosa la voglio aggiungere.

GIGOLO’ PER CASO

Commedia amarognola. O volete considerare un lieto fine l’energumeno che “avrà cura” della bella vedova?

Altra domanda. Tempo fa sentivo interviste in cui donne ricche e famose dichiaravano “voglio un uomo spiritoso, che mi faccia ridere…”

Pare che non sia più di moda far ridere e che le dame di Brooklyn chiedano qualcos’altro agli uomini. Perché sennò apprezzano John Crisantemo Turturro e la sua faccia cimiteriale?

GRAND BUDAPEST HOTEL

Direi il migliore del mese.

Una brillante commedia alla Lubitsch. Ma c’è anche molto Chaplin. Ho rivisto IL GRANDE DITTATORE e in particolare il personaggio di Schultz.

Schultz (ve lo ricordate?) ha un debito di riconoscenza verso il barbiere ebreo (che gli ha salvato la vita durante la guerra) e lo protegge. In questo caso, il protagonista viene protetto in un momento critico dall’Ispettore Henckels (Edward Norton, che oltretutto assomiglia a R. Gardiner) per sdebitarsi a sua volta dell’aiuto ricevuto nella sua infanzia.

geppigigolohotel

GRAN BUDAPEST HOTEL (come Anderson ha canonizzato insieme Charlie Chaplin ed Ernst Lubitsch)

Ho avuto una visione. Succede spesso dopo il quarto bicchiere di vermentino.

Un grande albergo in cima alle montagne. Ci si arriva con la teleferica.

Al lato destro e a quello sinistro sono srotolate due immense immagini: quella di Chaplin e quella di Lubitsch.

Accanto a me Wes Anderson (doppiato da Gigi Proietti) mi dice: Con questo film, che spero le sia piaciuto (certo che sì! ci mancherebbe!) ho voluto onorare la memoria di due grandissimi

  1.  Chaplin. Nel finale del DITTATORE i tedeschi invadono l’Austria; qui si invade la repubblica di Zubrowka, che somiglia un po’ all’Austria un po’ alla Cecoslovacchia (il modellino del Budapest Hotel è quasi identico al Bristol Palace Hotel di Karlovy Vary sui monti Sudeti). Le uniformi e i tank degli invasori, il personaggio di Henckels e soprattutto la buffa evasione dal supercarcere di Lutz sono ovviamente ispirate/i al capolavoro chaplinesco, che riesce a far ridere in mezzo alla tragedia.
  2. Lubitsch. Non è stato facile imitare il ritmo scatenato dell’autore di VOGLIAMO VIVERE! Quasi tutte le scene si aprono con una sorpresa, proprio come IL CIELO PUO’ ATTENDERE. Personaggi grotteschi, situazioni farsesche, interminabili inseguimenti sulla neve e, nel sottofinale, una surreale sparatoria al sesto piano dell’hotel, in cui nessuno colpisce nessuno… Dicevo che è difficile “rifare” Lubitsch, ma credo di aver fatto bene. Che ne dice lei?

Cosa dico io?

E’ stata una delizia vedere il suo film, mister Anderson. Prenoto il dvd.

Quanto a voi che vedrete GRAND BUDAPEST HOTEL, vi do qualche dritta per riconoscere i tanti attori nascosti dal trucco

  • TILDA SWINTON è Madame Celine Villeneuve Desgoffe und Taxis
  • ADRIEN BRODY è suo figlio Dimitri
  • F. MURRAY ABRAHAM è il vecchio Moustafà
  • JUDE LAW è lo scrittore a cui Moustafà racconta la storia
  • SAOIRSE RONAN è la cameriera Agatha (ha una voglia sulla guancia riproducente il Messico)
  • WILLEM DAFOE è lo spietato killer Jopling
  • BILLY MURRAY è il concierge Ivan
  • HARVEY KEITEL è il detenuto Ludwig
  • e, quasi dimenticavo, RALPH FIENNES è il protagonista: il favoloso concierge Gustave (una volta tanto, non è il “cattivo”)

charlot ernst

Published in: on aprile 27, 2014 at 2:30 PM  Comments (11)  
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Chaplin precede Cohen E NON SOLO IN ORDINE ALFABETICO

1940. L’inglese Charlie Chaplin dirige e interpreta THE GREAT DICTATOR, dove un sanguinario tiranno viene sostituito da un sosia (il quale sosia conclude il film con appassionato discorso in cui esalta la libertà e i diritti dell’individuo contro i soprusi dei Potenti).

2012. L’inglese Sacha Baron Cohen dirige e interpreta THE DICTATOR, dove un sanguinario tiranno viene sostituito da un sosia (il quale sosia alla fine del film salva la vita al tiranno, permettendogli di pronunciare un importante discorso politico).

STOP. Le analogie finiscono qui. Nel film di Chaplin (un vero capolavoro, ma che ve lo dico a fare?) la carica ideale convive perfettamente con lo humour. Ci sono pagine indimenticabili, come il balletto del Fuhrer Adenoid Hynkel col mappamondo e i suoi duetti col Duce Napoloni.

Al contrario, nel film di Cohen si ride poco (se vi piacciono le goliardate come la scena del parto… vabbé, sono fatti vostri!). E quanto al confronto tra dittatura e democrazia (oggetto del discorso finale) non sembra sincera la scelta democratica del protagonista (una caricatura di Gheddafi), che indice “libere” elezioni nel suo staterello, ma le stravince intimidendo gli elettori.

Direi anzi che lo stesso regista sembra scettico sull’argomento. Forse (ma non lo ammetterà mai) le opinioni di Charlie Chaplin gli sembrano un po’ ingenue.

In conclusione DIFFIDO CHIUNQUE a regalarmi il dvd. Quello di Chaplin ce l’ho già, of course.cohenchaplin

Published in: on luglio 16, 2012 at 7:27 PM  Comments (3)  
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quanti Oscar a THE ARTIST?

C’era una volta il cinema muto.

E ci fu (tra il 1927 e il 1929) il dramma di tante star (attrici, attori e registi) che per diverse ragioni NON RIUSCIRONO ad adeguarsi alle nuove tecniche espressive e non lavorarono più.

Storia risaputa, molto ben raccontata in CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA (Singin’ in the rain, 1952) e che dà lo spunto a questo film.

Capolavoro? L’ho visto due volte e ancora non so decidermi.

Ma sono sicuro che qualche statuetta la porterà a casa. Perché (prima di tutto) è un film FURBO. Anzi FURBISSIMO.

      • E’ un omaggio alla Hollywood degli Anni Venti, pur essendo francese la produzione, francese il regista, francesi i due protagonisti (d’ora in poi denominati LUI e LEI). I giurati dell’Academy apprezzeranno di più LEI che balla il foxtrot o LUI che fa il verso a Douglas Fairbanks?
      • E’ un omaggio al cinema del passato, quello col formato quadrato (niente Panavision, niente Cinemascope) e coi titoli all’inizio e non alla fine. Anche questa è una furbata che sarà molto apprezzata.
      • FURBISSIMO l’impiego di un JR Terrier, ottimamente addestrato (neanche al Circo Medrano ho visto numeri così sorprendenti)
      • FURBO il lieto fine. Qualcuno della mia ballotta l’ha trovato zuccheroso, ma come si poteva fare altrimenti? Se LUI ad esempio muore recitando, appare l’ombra di Chaplin (Luci della ribalta), se impazzisce viene in mente VIALE DEL TRAMONTO (confronti che schiaccerebbero chiunque)
      • Furbo l’affiancare a LEI e LUI due comprimari di classe: John “Flintstone” Goodman (il produttore) e James Cromwell (l’autista tuttofare). Cromwell è un attore di lungo corso: di recente l’abbiamo visto nei panni del principe Filippo d’Edimburgo (in THE QUEEN) e del presidente Bush senior in W.
      • Last but not least, FURBISSIMA l’idea di riesumare l’Unionesovietica come stato-canaglia. Avete notato che nel film-nel-film LUI interpreta una specie di Primularossa in lotta contro i Russi per l’indipendenza della Georgia?

artisti

Luci della città (1931)

Perfetta commistione di comicità e di sentimento, alterna in 89 minuti gag nella miglior tradizione dello slapstick e momenti di intensa commozione.

TRAMA ESSENZIALE. Un vagabondo senza-un-soldo si invaghisce di una povera fioraia cieca. Riesce (a prezzo del carcere) a procurarsi i bigliettoni per mandarla in Europa a ritrovare la vista. Lei torna guarita e lo riconosce toccandogli la mano.

Per dare un’idea della comicità allego video di un incontro di boxe (uno dei tentativi di far soldi). Chaplin era un perfezionista e girò all’infinito questo match, chiedendo consigli a molti veri pugili.

Quanto al sentimento, rivedetevi il toccante finale del film, accompagnato da “La violetera” un celebre tango spagnolo.

Aggiungo un paio di particolari.

  • la fioraia fu interpretata da Virginia Cherrill, che non era un’attrice; era una giovane aristocratica di Chicago e dopo City Lights non fece più nulla nel cinema
  • nel 1931 tutto il mondo aveva adottato il sonoro, ma Chaplin si ostinò a realizzare un film muto (dopo questo venne Tempi moderni, quasi totalmente muto) e il pubblico lo premiò: LUCI DELLA CITTA’ fu un successone al botteghino, anche se non ebbe alcun oscar (sui difficili rapporti tra Chaplin e l’establishment di Hollywood posterò in futuro).
Published in: on febbraio 4, 2011 at 7:11 PM  Comments (5)  
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un uomo per tutte le stagioni (Zinnemann 1966)

6 Oscar hanno premiato questo dramma storico: miglior film, miglior regia, miglior attore, fotografia, costumi e sceneggiatura.

Il film si ispira alla figura di Sir Thomas More, Cancelliere di re Enrico VIII e decapitato per alto tradimento nel 1535. Illustra con grande efficacia il funzionamento della monarchia assoluta: quando il Re ride tutti devono ridere, quando il Re giudica che una musica è bella tutti devono applaudire, quando cambia religione tutti devono seguirlo. Pena la morte.

Eccellenti le interpretazioni di Orson Welles (Wolsey) Robert Shaw (il Re) Wendy Hiller (Alice More) e Paul Scofield (Thomas More).

Nella versione italiana Shaw è doppiato da Oreste Lionello. Se quando il Re si arrabbia vi sembra di ascoltare Hitler non è un caso: Lionello aveva doppiato Chaplin nella sua celebre parodia del dittatore nazista.

Se poi ascoltate la versione tedesca, quando sentirete urlare il Re le analogie saranno ancora più evidenti.

POST scriptum: nel Torneo di Gegio (http://torneodeifilm.blogspot.com/ ) sono stato sfidato da Pensiericannibali… ACCETTO LA SFIDA

vinca il migliore…

Published in: on settembre 14, 2010 at 10:09 am  Comments (6)  
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Luci della città, Quarto potere e Zabriskie point (qualcuno li ha criticati: ma pensa te…)

A conferma di quanto detto nei post precedenti, verifico che nessun film vede i critici totalmente unanimi. C’è sempre qualcuno che storce il naso.

Cominciamo da Zabriskie point (Antonioni, 1970).

Tullio Kezich (ancora lui!) disse che “la saldatura tra l’osservazione sociologica e la trasfigurazione fantastica non avviene: il film si sviluppa su 2 piani, imbarazzanti l’uno per l’altro… banalità priva d’immediata pregnanza… approssimativo…”

Alberto Moravia: “trama esile e inverosimile, scarsa indagine psicologica…”

Morando Morandini: “è il film di un provinciale che punta al grandioso…”

Gian Luigi Rondi: “delusione…aperta perplessità…”

D’altra parte Grazzini (sul Corriere della sera) parlò di “un film bellissimo, affascinante… Antonioni rinnova il suo linguaggio, rinfresca la sua ispirazione… riaccende l’entusiasmo…”

Punto e a capo. Citizen Kane (Welles 1941).

Se da una parte J. L. Borges scrisse che Welles “non è intelligente, è geniale!”, J. P. Sartre stroncò questo film che è QUASI unanimemente considerato il capolavoro tra i capolavori.

Ma bisogna capirlo, il povero Sartre: si era messo in testa (ahilui!) che l’URSS fosse il paradiso sulla terra e quindi un film americano DOVEVA a priori essere “barocco, irreale, ridondante…”

Infine, City lights (Chaplin, 1931) che, secondo me, è il più riuscito dei film di Charlie Chaplin.

Anche qui non sono mancate le critiche nella blogsfera.

Uno che si firma “mm40” scrive che “è inevitabile ridere della semplicità con cui si snoda la trama e di quanto siano grossolani personaggi e situazioni…”

Una che si firma “mariuccia” ha scritto “che pena!!!!”

Ma il mondo è bello perchè è vario. Ogni blogger cinefilo (lo ripeto per l’ultima volta, poi prometto di non annoiarvi più) ha i suoi idoli e i suoi tic.

P.S. elenco alcuni blog interessanti

http://laboratorionapoletano.blogspot.com/

http://iltorneodeglioscar.blogspot.com/

http://cinemaleo.wordpress.com/

http://cinemelma.blogspot.com/

E altri ne citerò. Hasta luego!

 

Published in: on aprile 2, 2010 at 10:34 PM  Comments (7)  
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