L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…

Se passate da Bologna non perdetevi lo spettacolo di via d’Azeglio, nel tratto pedonale dove abitava Lucio.
dalla

Come potete vedere le insegne luminose riportano parte del testo di L’ANNO CHE VERRA’
anno

Testo serio. Serio e profondo: si ironizza sulle promesse della tv (“sarà 3 volte Natale, gli uccelli faranno ritorno, anche i muti potranno parlare…”) mentre l’inquietudine regna sovrana (si sta senza parlare per intere settimane e si mettono sacchetti di sabbia vicino alle finestre, prevedendo incendi)

Beh, il 2018 sta per finire. E’ stato un anno felice? Giudicate voi.
stampgeno
Un anno fa mi sono divertito a prevedere come sarebbe stato il ’18 per i nati sotto il segno del grillo.

Questa volta non azzardo previsioni. Voglio solo augurare a tutte/i un 2019 pieno di gioia e di belle sorprese (le sorprese non mancano mai)

State bene, se potete!

Published in: on dicembre 30, 2018 at 11:07 am  Comments (9)  
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C’è graffito e graffito…

Se per graffito si intende un disegno sul muro, con o senza il consenso del proprietario, non sono contrario pregiudizalmente.

A Bologna, come potete vedere, ci sono murales veramente belli.
graff
Potete vederne di tutti i colori sui ponti di via Stalingrado e nella zona di San Donato.

Ma ce ne sono anche di bruttissimi, quasi sempre neri (pare che la vernice costi di meno) e senza alcun gusto estetico. Servono solo, secondo me, ad affermare l’esistenza del graffitaro.

“Guardatemi: ci sono anch’io, mannaggia a Nerone infame!!!”

I peggiori di tutti sono quelli che sentono la missione storica di comunicarci la loro fede politica. Da tempo nella zona tra piazza Cavour e via S.Isaia imperversa un fesso che non si stanca mai di disegnare croci celtiche, di inneggiare al fascismo, di inveire contro i “negri di merda” ecc.

Deve avere qualche problema.

Sono stato tentato di imitarlo, aggiungendo al suo DUX la scritta A TESTA IN GIUX. Ma sono una persona bene educata e non scrivo sui muri.
dux

Published in: on ottobre 4, 2017 at 10:12 am  Comments (3)  
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una trave di legno poteva uccidere un imperatore…

Quando i turisti passano per la Piazza Maggiore di Bologna quasi sempre si sentono raccontare della grandiosa impalcatura che permise a Carlo Quinto (detto “el còdega”) e al suo imperiale seguito di passare dal piano nobile di Palazzo d’Accursio alla chiesa di S. Petronio.
coron
E spesso si aggiunge che quel giorno stesso (24 febbraio 1530) l’impalcatura crollò provocando molte vittime.

Sul numero delle vittime non v’è certezza: qualcuno parla di una vera strage, altri volano basso. La verità è che quel che è successo davvero non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai.

A qualcuno piace creare leggende metropolitane, ma gli storici devono lavorare sui documenti. E nessun documento dell’epoca parla di questo crollo. 

Ho fatto un’indagine. In una biografia, pubblicata dal bolognese Gregorio Leti nel 1699, si parla di una trave “male inchiodata” che cadde a pochi passi dall’imperiale Còdega che si spaventò molto, ma poi se la cavò con una battuta di spirito.

Bisogna aggiungere che questo Leti, autore della VITA DELL’INVITTISSIMO IMPERADORE CARLO V, era un bel tipo. Girò l’Europa, si convertì al calvinismo, morì ad Amsterdam. Scrisse molto contro la Curia Romana. Immaginò di un grottesco conclave delle più rinomate puttane di Roma (l’opera si intitola IL PUTTANISMO ROMANO, O VERO CONCLAUE GENERALE PER L’ELETTIONE DEL NUOVO PONTEFICE.

Forse non è lo storico più attendibile che si possa immaginare, ma questa faccenda della trave male inchiodata mi sembra genuina. E comunque testimonia il carattere precario delle costruzioni in legno a quell’epoca.

Molto tempo dopo, nel 1842, Gaetano Giordani pubblicò DELLA VENUTA E DIMORA IN BOLOGNA DEL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE ecc ecc PER LA CORONAZIONE bla bla bla. In questa opera si menziona il crollo di parte dell’impalcatura di cui sopra.

Le vittime sarebbe state due: un soldato dell’Imperatore e un “gentiluomo fiammingo”. Molti i feriti. Non conosciamo i loro nomi, ma ciò non sorprende essendo passati più di 300 anni dai fatti.

Invece il Giordani riporta con molti particolari il contrasto tra il marchese Gozzadini e il generale spagnolo De Leyva, che se non c’era il Papa a metter pace chissà come finiva. Ma lì i documenti c’erano (magari ritornerò sull’argomento).

Nella seconda metà dell’Ottocento la leggenda del crollo (anzi, della catastrofe) si diffuse. Ne scrissero in molti, tra i quali si distinse Carlo Rusconi (bolognese) che pubblicò a Torino L’INCORONAZIONE DI CARLO V. Era un periodo in cui bisognava parlare male del Papa e soprattutto degli stranieri; infatti si immagina che l’impalcatura fosse stata sabotata dai francesi, inviati da re Francesco per uccidere l’odiato Carlo. Roba da 007-JAMES BOND A BOLOGNA, insomma.
bodjamesbond

Published in: on Maggio 26, 2017 at 8:47 am  Comments (1)  
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Quando Aldo Fabrizi rubò un tram

Ogni tanto tiro fuori dalla mia cineteca questo bel racconto neorealista, diretto e interpretato da A. Fabrizi (già descritto nell’altro blog, quello della fragolina).

TRAMA ESSENZIALE. Bologna, 1954. Un tranviere dal carattere irascibile viene sospeso dall’impiego. Sconvolto dall’ira e alterato dall’alcool va al deposito, si impadronisce di un tram e lo conduce nella notte, caricando donnine allegre e tipi bislacchi. Finisce in Pretura e viene salvato proprio dalla testimonianza di quelli che (secondo lui) lo avevano perseguitato.
tra
Una storia dolce-amara, ispirata a un fatto realmente avvenuto a Vienna nel 1928.

Era successo che un bigliettaio aveva sempre mentito a suo figlio, raccontandogli di essere conducente del tram. Una notte volle dimostrare al figlio che sapeva guidare e lo portò a spasso per la città. Non so se finì in prigione per questo.

P.S. La voce che doppia l’attore spagnolo Juan de Landa (nel ruolo del controllore Rossi) è quella di Carletto Romano, che in quegli anni doppiava anche Fernandel (nel ruolo di don Camillo)

Published in: on luglio 23, 2016 at 9:32 am  Lascia un commento  
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Non sono d’accordo con quello che dici e combatterò fino alla morte (tua) per impedirti di dirlo (Voltaire?)

Chiedo scusa a monsieur Voltaire per aver stravolto il noto aforisma sulla tolleranza.

E’ per introdurre il tema dell’INTOLLERANZA

Non so voi, ma io vedo sempre più frequentemente episodi di intolleranza.

Anche in città (come Bologna) dove in passato si viveva e si lasciava vivere.
pan
Vista la foto? A questo prof (con cui si può andare d’accordo o no, ma non è questo il problema) è stata assegnata una scorta. Perché rischia grosso.

Finora gli è stato impedito di parlare all’università. Ed è già gravissimo.

In futuro il tiro potrebbe alzarsi. Come successe a Marco Biagi (ucciso nel 2002, sempre qui a Bologna)

Come successe alla redazione di Charlie Hebdo.

Sperando di non dover indossare un giorno una maglietta con la scritta Je suis Angelo Panebianco, provo a dire qualcosa sui motivi che spingono tante persone all’intolleranza.

Si comincia col chiedersi (come Celentano nel MONDO IN MI SETTIMA) come mai il mondo è così brutto?

E si cerca una risposta.

  • tutto andrebbe bene se non ci fosse il capitalismo
  • tutto andrebbe bene se non ci fossero i meridionali, i drogati, i musulmani, i fascisti, i preti, gli ebrei ecc
  • tutto andrebbe bene se tutti la pensassero come me
  • chi non la pensa come me impedisce il progresso, la grandezza della patria, la libertà, la felicità universale; chi non la pensa come me non ha il diritto di parlare, non ha il diritto di vivere…

L’ammiraglia di Giancarlo Nanni

Se tu che, per puro caso o per meditata scelta, leggi queste righe sei bolognese non hai bisogno che ti spieghi chi è G. Nanni.ammiragliaGiancarlo (che da poco ha superato gli 84) è un elettricista, citato anche da Stefano Benni nel romanzo DI TUTTE LE RICCHEZZE (Giancarlo è Scheggia Senior, suo figlio è Scheggia Junior).

Per dare un esempio del suo stile, quando andavo da lui a comprare lampadine, prolunghe, ecc salutava con un “grazie per esserti fatto imbrogliare anche questa volta!” (con clienti con cui era meno in confidenza la formula era “grazie per avermi procurato il pane!”)

Quanto alla sua Ammiraglia, è una Lambretta superaccesoriata. Negli anni 80 e 90 compariva spesso in tv e famosi deretani (da Brigitte Nielsen a Loredana Bertè) parcheggiarono su di lei.

La potevate trovare anche sulle copertine del manuale Guiness dei Primati Mondiali. Nessun veicolo a 2 ruote era accessoriato così en todo el mundo.

E nessun altro veicolo ha percorso tante volte (12, credo) l’itinerario Bologna – Capo Nord (via Stoccolma o via Helsinki).
nanni
Adesso che Giancarlo ha chiuso bottega dove parcheggeremo l’Ammiraglia?

Nel Museo civico? Nel Museo della Storia di Bologna (in via Castiglione)? Nel M.A.M.Bo (Museo di Arte Moderna di Bologna)?

Perché l’Ammiraglia, più che un frutto della tecnologia, è arte.

Published in: on ottobre 8, 2015 at 3:43 PM  Lascia un commento  
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Omaggio a una blogger assassinata

LATTE VERSATO

Vi dice niente un blog che si chiama così?

Una donna che, nella sua breve vita, si chiamava Silvia è stata assassinata in Viale Antonio Aldini, Bologna.

(abitava non lontano da me, ma non credo di averla mai incontrata)

Bloggava dal 1 gennaio 2005.

Non si deve piangere sul LATTE VERSATO

Perciò, cara Silvia, non bagnerò di lacrime la tastiera.

Spero solo di incontrarti, un giorno senza nuvole, nel paradiso dei blogger.

Dove se posti sul Flauto Magico ti commenta Mozart.mozart

Published in: on luglio 3, 2013 at 3:38 PM  Comments (2)  
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Siamo ancora qui, uffa… PER CONSOLARVI elenco 10 buoni motivi per amare la vita

CHE DELUSIONE!!!!!!!!

Abbiamo passato la sera a piazza della Mercanzia, aspettando di vedere da che parte sarebbe caduta la Torre Asinelli.

Se fosse caduta su via Rizzoli pagavo io, se cadeva su Strada Maggiore pagava Mario, se cadeva su di noi non pagava nessuno. Ma non è caduta e abbiamo pagato alla romana.

Comunque ecco la chart (stilata in un momento particolarmente alcolico) delle 10 cose che rendono gioiosa la vita:

  1. Mozart (tutto! Mozart è come il maiale: non si butta niente)
  2. il recioto amarone della Valpolicella (come abbinarlo? rivolgersi per un consiglio al dott. Hannibal Lecter)
  3. studiare un costosissimo sistema per il superenalcoso, DIMENTICARE DI GIOCARLO e scoprire che non avresti vinto niente
  4. sperare in un mondo migliore dove Marcello Dell’Utri dirà finalmente la verità, i cattivi diventeranno buoni e i buoni diventeranno simpatici
  5. in un momento di follia conviviale, tirare fuori antichi giochi di parole (l’apice è l’insettice che fa il mielice, l’oppio è il padre dei vippi, i piedoni sul sabbione lasciano ormone, il luppolo ha mangiato Cappuccettolo Rossolo…) e accorgersi che fanno ancora ridere; anzi, che a tavola c’è chi ti batte (il batuffolo è un basaltolo dal batrampolinolo!)
  6. dopo sogni angosciosi (all’esame di maturità non riesci ad aprire bocca, sei bloccato in ascensore con Calderoli e Borghezio, ti hanno regalato il dvd di SONO IL NUMERO QUATTRO e devi far finta che ti piaccia) accorgersi che era solo un incubo. Che sollievo!
  7. arrivare in ritardo all’appuntamento con Lei/Lui (insomma, la persona amata) e adesso che scusa invento? e Lei/Lui arriva due minuti dopo!
  8. riascoltare GOOD MORNING dal trio Debbie Reynolds, Gene Kelly e Donald O’Connor (“siamo stati male tutta la notte, ma ora è mattina…)
  9. Cantare in coro CIELITO LINDO dopo il terzo giro di Corona Extra (allego testo)
  10. Augurare BUON NATALE a tutti, amigos de siempre y de la ultima hora!!

testo
 

e adesso che ci faccio con 94 milioni di euro?

E’ vero che con i soldi non puoi comprare la felicità, MA LA PUOI AFFITTARE PER UN PO’ DI TEMPO.

Mettiamola così. Immaginiamo di aver imbroccato il premione del Superenalotto (cosa non avvenuta: non ho neanche giocato): cosa ne farei?  

  1. Potrei mettere su una casa di distribuzione cinematografica e far vedere qualche bel film nelle sale. Ci rimetterei un sacco di soldi, ma vuoi mettere la sodisfazione? Pensate a CESARE DEVE MORIRE (grande, grandissimo esempio di cinema) che hanno visto in pochi perché proiettato in pochissime sale…
  2. Già che siamo in argomento potrei produrre una (una sola, sennò vado in rosso) COMMEDIA ALL’ITALIANA. Non una farsaccia come usa adesso (ogni riferimento a “Operazione vacanze” è puramente voluto), ma una storia vera, con veri attori, che aiuti a pensare alla realtà presente e non a fuggirne. Ve lo ricordate TUTTA LA VITA DAVANTI? Ecco, una cosa così…
  3. Potrei comprare l’edificio che ospita il glorioso TEATRO DUSE di Bologna. E il Duse sarebbe definitivamente salvo. Lo farei gestire da quel bravo attore che è Guido Ferrarini. Così facciamo pace.
  4. Potrei rilevare la libreria di piazza Galvani, quella frequentata da G. Carducci e la sua cerchia. Feltrinelli si è stancato di gestirla in perdita (gli affari sono affari…) e adesso la vuole la COOP.

A questo punto qualcuno obietterà: “Come hai fatto, o bolognese che non sei altro, a giocare la tua schedina a Catania?”

FACILISSIMO. Mi sono fatto prestare la Firebolt da Harry e un Time Turner da Hermione. Così, saputi i 6 numeri vincitori, ho viaggiato nel tempo fino al pomeriggio di sabato…

soldi

Tetro Duse

Siamo passati ieri davanti al caro vecchio teatro di via Cartolerie. CHE TRISTEZZA…

In questo luogo mia moglie ed io abbiamo goduto tanti spettacoli (prosa, danza, operette) e ora il sipario è sceso tetramente per l’ultima volta.

Sugli stipiti delle porte si stanno formando cospicue ragnatele.

Per gli spettacoli di “evasione” (da Sanremo a Panariello, dal carnevale di Cetraro a Missitalia) i soldi si trovano, per la cultura NO…

P.S.: il gioco di parole TEATRO-TETRO l’ho copiato da Alessandro Bergonzoni

Published in: on gennaio 6, 2011 at 1:51 PM  Comments (9)  
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