Perché mi è piaciuto tanto questo film ispirato a una vera operazione della CIA?
Per l’odissea del volpone Mendez all’aeroporto? Un montaggio veramente ben fatto: mancano le prenotazioni, bisogna avvertire subito Carter, il pullmino non parte, i “produttori” non possono rispondere al telefono…
Per la satirica descrizione della babilonia hollywoodiana? “Tu vieni a ingannare qui, dove tutti ingannano per vivere? Sei nel posto giusto!” “Se io devo produrre un fake movie, sarà un fake hit”
Perché si tiene conto del punto di vista dei rivoluzionari iraniani? (i nostri devono salvarsi, si capisce; ma chi odia lo Scià e la Cia ha le sue ragioni…)
Per il finale? L’eroe torna a casa, chiede il permesso di entrare alla moglie e abbraccia il piccoletto. Più che l’astuto Odisseo sembra Sam Gamgee.
Concludo applaudendo la scelta coraggiosa e vincente di chi programmò ARGO al cinema Jolly, tenendolo in cartellone più di 4 mesi: novembre, dicembre, gennaio (nelle altre sale circolavano vampiri innamorati, Bilbo Baggins e Cetto Laqualunque), e febbraio.
Intanto erano arrivati Golden Globes e Oscar… (meritava l’Oscar anche per la miglior regia, secondo me, Facciadipietra Affleck; lo diedero, immeritatamente, a Ang Lee)