la tematica del TRIANGOLO in Mogol-Battisti (pubblicato nel 2009)

29 settembre e Fiori rosa, fiori di pesco. Parole di Giulio Rapetti (in arte Mogol) e musica di Lucio Battisti.

Siamo a cavallo tra gli anni ’60 e il 1970. Gli equilibri economici e sociali del paese cominciano a modificarsi, ma quello che viene veramente sconvolto è il comportamento sessuale dei giovani.

Esemplifichiamo. Prima storia, primo triangolo: LUI, LEI, L’ALTRA.

LUI è giovane e non sembra particolarmente oberato di lavoro. Se ne sta lì, seduto al tavolino di “quel caffè” e guarda il resto del mondo che si muove intorno a lui. C’è anche LEI. Gli sguardi si incrociano.

LEI non abbassa gli occhi (come avrebbe fatto una ragazza della generazione precedente): non ci pensa proprio, anzi sorride. Vuol dire che ci sta.

LUI non capisce più niente.

Non si ricorda nemmeno che esiste un’ALTRA (fidanzata? moglie? fate voi).

Via di corsa, prima al ristorante (non ha problemi di grana, il ragazzo) e poi a letto. La mattina dopo LUI, spinto da un devastante senso di colpa, telefona all’ALTRA (LEI era solo l’avventura di una notte ed è già dimenticata): ride e piange e si parla addosso.

L’ALTRA fa finta di non capire cosa è successo: una donna degna di tal nome CAPISCE SEMPRE. Per amore del quieto vivere o per qualche altra ragione finge e, al momento opportuno, applicherà la legge del taglione: occhio per occhio, scappatella per scappatella.

Riassumendo: LEI (la ragazza del caffè) si annoiava e si è accontentata di una botta e via (non risulta che abbia fatto storie, che l’abbia cercato poi, ecc). Beh, che c’è di strano? Se per molti uomini una botta e via è l’ideale, perché non dovrebbe andar bene per una donna?

PARITA’ DI DIRITTI, NO? In quegli anni fu cancellato per palese incostituzionalità un articolo del Codice Penale che puniva l’adulterio femminile, E SOLO QUELLO.
tria
Seconda storia. Secondo triangolo: LUI, LEI e L’ALTRO.

LUI va a trovare la sua ex. Gli esegeti discutono se QUELL’ANNO IN PIU’ voglia dire che è il compleanno di LUI (per la storia L. Battisti era nato in Marzo) o se è passato un anno dalla rottura. LEI lo fa entrare e si lascia prendere le mani. Sono tremanti le mani di LEI (magari per l’imbarazzo) o è LUI che si illude?

Colpo di scena. Nel vano della porta compare l’ALTRO. Probabilmente ha parecchi anni più di LUI, che lo chiama “signore”. Magari è in mutande o con una vestaglia buttata lì all’ultimo momento, ma lo chiama SIGNORE.

Non c’è bisogno di fare le presentazioni, né di aggiungere lunghi discorsi. LUI se ne va.

Considerazione finale. LEI avrebbe fatto meglio a non far entrare LUI? Forse, o forse no.

Mettendo LUI a contatto con l’ASPRA VERITA’, LEI si risparmia un sacco di parole (sai, ti devo dire che… cerca di capire… non eravamo fatti l’uno per l’altra…). Gli fa vedere come stanno le cose (L’HAI CAPITA O NO, PIRLA?) e LUI non si farà più vedere.

Per analogia, risentitevi RITORNERAI (Bruno Lauzi, 1963) dove LUI (caro indimenticabile Bruno) SI ILLUDE che Lei ritornerà. Come è stato autorevolmente dimostrato, col cavolo che ritornerà!!

Perché dovrebbe? E perchè la ex di Lucio dovrebbe rimettersi con lui? Con un capellone vestito male… NON AVEVI NOTATO LA MERCEDES parcheggiata sotto casa, pirlone?
battislucio

Published in: on luglio 21, 2021 at 12:11 am  Comments (10)  
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CHAMBRE 212 (titolo italiano: L’Hotel degli Amori Smarriti)

TRAMA ESSENZIALE. La protagonista, prof universitaria 50enne, si concede da anni frettolose avventure con giovani che potrebbero essere suoi figli. Scoperta dal marito, si trasferisce nell’hotel di fronte a casa sua. Dalla finestra vede tutto (a Parigi non usano le tapparelle) e soprattutto immagina cosa sarebbe successo se (ad esempio) suo marito non avesse sposato lei, ma l’insegnante di piano e come sarebbe stata diversa la vita se avesse avuto un figlio.

Se proprio volete avere qualche dettaglio in più lo troverete in fondo al post (rischio SPOILER!!!). Intanto chiarisco che il nome della prima attrice è CHIARA e non CHARIA come appare nella locandina.

Anche i francesi, qualche volta, toppano.

Altra precisazione. Un giovane indica alla protagonista il numero della camera: è il 212 (l’art. 212 del Codice Civile francese impone l’obbligo della fedeltà coniugale). Non contrasta con tale obbligo il fatto che quel 25enne si sia intrecciato alla protagonista in diverse posizioni: lui è suo marito Richard, magicamente tornato giovane.

212

A questo punto mi ricordo che avevo promesso di non spoilerare più.

Come faccio a raccontarvi come finisce il film?

Facciamo così. Vi fornisco 4 finali. Uno è vero, gli altri sono fasulli.

  1. Lei lo aveva avvertito, prima di sposarlo: “sono un’aliena e il mio metabolismo mi impone di trombare ogni mese con un terrestre diverso”. Lui credeva che fosse uno scherzo…
  2. Tutti quei giovanotti che fuoriescono dagli armadi sono agenti della CIA sotto copertura alla caccia di un terrorista islamico. Sparano a Richard dalle finestre dell’albergo (con la stessa carabina usata a Dallas nel 1963). Ma, chiarito che Richard NON era il terrorista, porgono le loro scuse all’inconsolabile vedova.
  3. Maria, la protagonista, entra nell’hotel nel pomeriggio. La mattina seguente ne esce e incontra Richard. Tutto quello che lei vive in quell’intervallo di tempo è pura fantasia. Compreso il rimprovero della nonna: “Hai commesso più adulteri tu che tutte le donne della nostra famiglia in 5 generazioni!”
  4. Richard, avendo letto prima la sceneggiatura del film e sapendo che la moglie entrerà nella camera 212, mette una potentissima bomba incendiaria sotto il letto. A mezzanotte l’hotel salta in aria. Richard invia il filmato a Quentin Tarantino.
Published in: on febbraio 25, 2020 at 11:47 am  Lascia un commento  
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