Non vado matto per le serie televisive.
Forse perché sono interrotte dalla pubblicità? E questo, secondo me, le distingue dai film del BARLUME che non sopportano le interruzioni.
Premesso ciò la serie dedicata a C.A. Dalla Chiesa mi è piaciuta molto.
Anche se non c’era incertezza (lo sanno anche i sassi smemorati cosa fece e come morì il Generale) c’era il pathos, ovvero la capacità di suscitare intense emozioni.
Bravissimo Castellitto. In confronto alla sua interpretazione quella di Lino Ventura (nel film CENTO GIORNI A PALERMO) appare fredda, legnosa.
Molto espressivi i “ragazzi del generale”: Antonio Folletto, Flavio Furno, Viola Sartoretto, Alessio Praticò, Romano Reggiani, Andrea Di Maria e mi scuso con quelli che ho dimenticato.
A schermo spento resta molto da pensare. Davvero Andreotti era implicato? Totò Riina era solo l’esecutore dei suoi ordini? Perché Dalla Chiesa fu nominato prefetto? Promoveatur ut morietur?
Perché la mafia è così forte?
Non saremo tanto ingenui da pensare che l’arresto di Messina Denaro concluda la lotta?
Morto un boss se ne fa un altro…