Le finestre della nostra camera da letto danno sul viale dedicato a Carlo Pepoli.
Nei giorni feriali non c’è bisogno di attivare la sveglia. Dalle 7.30 alle 8 una fiumana di studentesse/studenti si dirige rumorosamente verso il liceo Righi e la contigua facoltà di Ingegneria.
Ieri, venerdì 9, era giorno feriale. Avrebbero dovuto svegliarci loro. Ma abbiamo dormito beatamente fino alle 10.
C’era il Ponte.
Se tu che mi leggi provieni da un’altra galassia devo spiegarti che un ponte qui da noi è un Sacramento.
E’ (come dice il Poeta) un’apostrofo rosa tra le parole Giovedì e Domenica.
E’ un importante comandamento nel DECALOGO degli Italieschi. Un decalogo che comincia con
DI TROPPO RIPOSO NON E’ MAI MORTO NESSUNO
e si conclude con
NON TIFARE PER LA TERNANA (se sei di Perugia)
NON TIFARE PER IL PERUGIA (se sei di Terni)
Adesso non mi vengono in mente le altre leggi; ma tornerò sull’argomento.
Qui mi limito a ricordare la figura di Ugo la Malfa, unico ministro italiano che cercò di abolire i ponti.
Con una legge del 1977 La Malfa riuscì a cancellare gli effetti “pontificali” di molte feste religiose (Epifania, San Giuseppe, Ascensione ecc) e civili (2 giugno e 4 novembre). A quell’epoca io insegnavo e ricordo benissimo l’entusiasmo degli alunni che ritornarono in classe il 2 gennaio.
Anche la gratitudine degli adulti (genitori e insegnanti) fu commovente. Basti pensare che il partito di cui La Malfa era leader sparì.