Se tu che mi leggi conosci il finale di NON ODIARE non serve che te lo racconti.
Se non lo conosci e detesti chi spoilerizza a maggior ragione terrò la bocca chiusa e scriverò una decina di righe di riassunto dopo l’ultima immagine.
Comunque ora ti espongo il problema morale da cui parte tutto.
Grave incidente stradale.
Un medico accorre e si adopera per salvare la vittima da una emorragia quasi inarrestabile. Sa che l’ambulanza non arriverà in tempo e l’unica cosa da fare è stringere un laccio emostatico attorno alle arterie femorali.
Sembra che possa salvarlo; ma scopre tatuaggi nazisti sul braccio e sul torace (il medico è figlio di un reduce dal lager e, comprensibilmente, i nazisti non gli sono simpatici).
Cosa farà?
Farà di tutto per salvare la vittima o lo lascerà morire dissanguato?
Tu cosa avresti fatto?
Come va a finire? (attenzione: Spoiler!!!!)
I casi della vita (o vogliamo chiamarla giustizia?) intrecciano i destini del medico (interpretato da Alessandro Gassmann) e del figlio della vittima, Marcello.
Marcello ha ucciso un usuraio che però ha fatto in tempo a piantargli una pallottola nella pancia. Sarebbe prudente portare Marcello all’ospedale. Ma finirebbe in carcere per lunghi anni.
Ci pensa il medico a donargli il proprio sangue e ricucire la ferita (come chirurgo è bravissimo).
Così il sangue che il medico-chirurgo aveva negato al padre viene equilibrato dal sangue donato al figlio.
(nessun gattino è stato annegato nella stesura di questo post)
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