Un bellissimo romanzo che ha procurato a Golding il nobel per la letteratura nel 1983.
L’ho letto e riletto nei pomeriggi di una Asiago più piovosa del solito.
E mi sono chiesto come mai è così poco apprezzato qui da noi. Lo leggono in pochissime scuole e quasi nessuna tesi di laurea lo prende in considerazione.
Se vi interessa davvero cosa ne penso potrete leggerlo dopo l’immagine. Prima devo riassumere la TRAMA.
Mentre il mondo è sconvolto da una terza guerra mondiale un aereo che trasporta una ventina di ragazzi inglesi precipita presso un’isola deserta. I ragazzi devono sopravvivere con le loro forze (anche il pilota è morto) e il giovane Ralph, il più maturo e carismatico del gruppo, riesce a definire delle regole.
Una squadra di Cacciatori procurerà il cibo (nell’isola ci sono tanti maiali selvatici). Tutti gli altri costruiranno capanne e soprattutto terranno sempre acceso un grande falò sulla cima della collina (il fumo permetterà di essere visti dalle navi di passaggio).
Molto presto la situazione degenera. I cacciatori sfidano l’autorità di Ralph e, regrediti a uno stile di vita barbarico, adorano una testa di maiale circondata da uno sciame di mosche. Due dei sostenitori di Ralph vengono uccisi e lo stesso Ralph si salverà soltanto perché è finalmente arrivata una nave da guerra.
Mi chiedevo il motivo della scarsa popolarità di LORD OF THE FLIES.
La tesi dell’autore, ripetuta in altre opere, è che l’uomo produce il male naturalmente, come le api producono il miele.
Tutto l’opposto delle teorie sessantottine per cui il male viene dalle strutture economico-politiche ingiuste. O dalla mafia. O dalla CIA. O dal Vaticano.
Qui non ci sono Mafia, Cia, Vaticano, ingiusta distribuzione dei beni ecc.
Si potrebbe vivere in pace. Ma tutto va a schifìo lo stesso.
N.B. Golding affermò in una delle tantissime conferenze tenute in giro per il mondo che si poteva vedere un’analogia tra l’affermarsi del nazismo in Germania e la Banda dei Cacciatori.