Come piace ai giornalisti questa parola melodrammatica!
CROLLO!!!!!
Andrebbe usata con molta parsimonia, riservandola a vere tragedie come questa (ormai dimenticata)
Le Torri di Manhattan non ci sono più. Prima svettavano verso il cielo e poi sono crollate. Quello è veramente un crollo, non il calo del prezzo della benzina (che poi sono soltanto 30 o 40 centesimi al litro, a seconda delle compagnie).
Ecco altri esempi, presi dalla carta stampata e dai tg degli ultimi 2 giorni.
“crollo dei passeggeri sui bus” (e abbassare il prezzo dei biglietti? no, eh?)
“crollo demografico, non si nasce più” (lo afferma il sen. Scilipoti; ma mi dicono che la madre dei cretini è sempre incinta)
“crolla la vendita delle mascherine” (per mesi e mesi tutti andavano a farne incetta, anche in confezioni da 50; logicamente il mercato si è saturato)
“crollo del turismo” (dalla foto qua sotto non si direbbe)
“crollo verticale della Lega” (non mi sembra tanto verticale; comunque provate a sostituire Salvini con qualcuno meno rozzo…)
Si usa e si abusa… l’importante fare “rumore”.
Buon Pomeriggio.
Quarc
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I giornalisti (non solo loro) seguono il detto “Chi vuol fare grande effetto sulla massa si serve di tamburo e di grancassa”
Perciò le parole CROLLO, TRIONFO, DISASTRO, APOTEOSI, FLOP, TRACOLLO ecc sono tanto usate
Buon pomeriggio anche a te.
Marco
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