C’è un limite anche alla tolleranza.
Mi riferisco a quello che ha scritto un coglionazzo uno sprovveduto sul suo profilo facebook rivolgendosi ai suoi alunni: “se becco qualcuno di voi alla manifestazione contro Salvini renderò la vostra vita un inferno, vedrete il 6 col binocolo e passerete la prossima estate sui libri; di idioti in classe non ne voglio!“
Nella mia vita precedente sono stato un prof. So che in certi momenti si arriva sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Qualche volta anche oltre quell’orlo.
Premesso ciò consiglio al collega mentalmente instabile al collega con qualche problema di lasciar perdere facebook.
Facebook è pericoloso. Tu sei tentato di esternare qualsiasi stronzata qualsiasi opinione leggermente scorretta pensando “tanto chi se ne accorgerà?”
E invece diventi famoso…
Mezza Italia (ministro compreso) ha saputo che un prof di Fiorenzuola (PC) adotta un criterio di valutazione di merda alquanto rozzo: “chi la pensa come me merita la promozione, chi non la pensa come me è un idiota!”
Consiglio altresì il collega in questione di cercarsi qualche attenuante: “ero ciucco come Lazzaro (come usa dire da noi), sapete com’è…”
Il problema dei social è che tutti pensano che scrivere quello che pensano (affinché tutti gli altri possano leggerlo) sia un’idea brillante. Non lo è. E magari anche prima dei social molti pensavano cose stupide, ma almeno se le tenevano per sé o le confessavano a pochi amici e conoscenti. Adesso invece riescono a rendersi ridicoli di fronte a molte più persone!
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Concordo.
Se proprio non riesci a trattenere la tua brama di esternazione prendi l’aereo per Londra, raggiungi lo Speaker’s Corner di Hyde Park e dì tutto quello che vuoi (almeno ti sentiranno in pochi)
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Ahahah! Sarebbe una soluzione migliore per tutti e lo Speaker’s Corner sarebbe molto affollato oggigiorno!
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Se Voltaire l’avesse mai detto, sarebbe stato sicuramente in senso ironico, almeno questa è l’idea che mi son fatto leggendo e rileggendo le sue opere…
Quanto al prof, son d’accordissimo con quel che dice Sam qui sopra… ma ormai i social esistono e ce li teniamo…
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“Un male necessario”
Così fu definita la rivoluzione industriale: macchine a vapore, polvere di carbone, smog ecc
Diciamo che i social sono un male necessario. Almeno gli insegnanti li usino con discernimento
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