Avevo promesso una recensione seria di questo bel film.
Mantengo la promessa.
Anzitutto vi dico quello che NON è:
- Non è la versione cinematografica della pièce di Rostand. Infatti se non la conoscete molto bene NON capirete molte scene (la dichiarazione d’amore per interposto poeta, la presenza di Roxane sul campo di battaglia, la figura del conte De Guiche…)
- Non il remake di SHAKESPEARE IN LOVE. Non mancano i parallelismi col film del 1998: se proprio volete li elencherò dopo l’ultima immagine. Ma lo stile è totalmente diverso. Qui gli attori e le attrici vengono dal teatro e si vede. In SIL c’erano le star del cinema (J. Fiennes, G. Paltrow, J. Dench, C. Firth, Ben Afflek, G. Rush…) e i dollaroni di Hollywood.
- Anche se la parola AMOUR compare nel titolo (nella versione italiesca; nell’originale il film si intitola EDMOND) non è una storia d’amore. Almeno nell’accezione ormonale del termine, quello che riempie le sale dove proiettano il dozzinale AFTER. Tema centrale di questa celebre opera teatrale è lo sforzo creativo di Edmond Rostand…
A questo punto devo proprio riassumere la TRAMA.
Fine ‘800, più esattamente dicembre 1897. Uno scrittore marsigliese colleziona un fiasco dopo l’altro, nonostante la più famosa attrice del suo tempo, Sarah Bernhardt, lo abbia in simpatia. Si ostina scrivere in versi (mentre tutti gli altri, da Ibsen a Shaw, scrivono in prosa). Parla di sentimenti nobili e antiquati come la lealtà verso l’amico e il disinteresse per i beni materiali. “Sarà un altro fiasco, peggiore dei precedenti!”
Lavora giorno e notte Edmond Rostand. E alla fine la spunta.
Direi che il fascino di questo film è la contrapposizione tra il romanticismo (dopo vi trascrivo un esempio del suo stile) e la modernità incalzante (il protagonista entra in una sala buia dove Monsieur Lumiere mostra, per un franco, la sua invenzione).
Ci vuole la modernità (of course!); ma lasciatemi apprezzare anche le rime baciate di Monsieur Rostand!
“Ma poi cos’è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo tra le parole t’amo…”
Un baisier, mais à tout prendre, qu’est-se?
Un serment fait d’un peu plus près,
un aveu qui veut se confirmer,
un point rose qu’on met sur l’i du verb aimer…
Concludo con i parallelismi tra SHAKESPEARE IN LOVE e EDMOND
- in entrambi i casi si parte da questioni di soldi; meglio, di mancanza di soldi – Beh, che c’è di strano? Nel mondo del teatro tutti hanno sempre problemi finanziari…
- due giovani scrittori sono privi di idee: Will Shakespeare non si sblocca col suo ROMEO E LA FIGLIA DEL PIRATA, Edmond non riesce ad andare al di là del titolo – Beh, che c’è di strano? Tutti gli scrittori si sono trovati prima o dopo in questa situazione…
- l’ispirazione viene da altri scrittori: Edmond incontra Anton Checov in un bordello parigino, Will incontra Christopher Marlowe in una taverna sulla riva del Tamigi – Beh, che c’è di strano? A voi non è mai capitato di incontrare al bar un Nobel della letteratura che vi dà l’idea che sblocca tutto? A me succede tutte le mattine…