Sabato sera al Chaplin per vedere COLETTE e poi da Neri (sotto il portico di Saragozza) per cenare.
Dopo un po’ mi accorgo che al nostro tavolo si è seduta Karla Marx, sorella gemella di …no, scherzo: è proprio lui (mi capita spesso di trovarlo qui).
Si comincia a parlare del + e del –
“Ti aspettavi, Karl, che il tuo 200° compleanno venisse celebrato in tante città del mondo?” (in Italia no, manco ce ne siamo accorti)
“Beh, mi ha fatto piacere! Voglio vedere se tra 2 secoli ricorderanno Gianni Morandi con tanto interesse…”
“Ti piacciono le canzoni di Gianni?”
“Per lo più fanno cagare. Ma mi ha colpito UNO SU MILLE CE LA FA – MA COM’E’ DURA LA SALIIITAA” (cantiamo tutti in coro)
Andiamo avanti così per un po’, divagando di Franco Migliacci, della lotta di classe e delle donne inglesi. Alla fine gli chiediamo se ha visto COLETTE.
Sì, ha visto il film. Ma non lo ha entusiasmato.
“Keira ha sempre la stessa faccetta adolescenziale, sia che divorzi dal marito (per questioni economiche, si divorzia sempre per denaro), sia che navighi coi pirati, sia che simuli un orgasmo! Secondo me è stata brava solo in ORGOGLIO E PREGIUDIZIO… e infatti all’inizio di questo film sembrava che Elisabeth fosse stata sedotta dal cinico Wickham…”
-A quanto ascolto, signore, conoscete bene il mio romanzo!-
Jane Austen è seduta al tavolo accanto al nostro e sembra divertita.
“Lo leggo continuamente, miss Austen! E ogni volta mi piace di più! Apprezzo tanto il vostro acuto esame della psiche femminile e la vostra concretezza nell’analizzare le dinamiche sociali…”
Continuano a duettare, scambiandosi complimenti. Io sto zitto, ammirando la capacità di Marx di intortare le donne romantiche. A un certo punto mia moglie chiede a Karletto:
-Ha notato, signor Marx, che tutto il cast è britannico? Si parla di Parigi, di romanzi scritti in francese ma non c’è un’attrice o un attore che non sia inglese o irlandese!”
“E’ sempre una questione economica, signora! Girare con una troupe multilingue è costoso; fa perdere tempo and time is money, you know! Per non dire che il mondo anglosassone è fermamente convinto che Geova, se esiste, parla inglese. Noi continentali siamo accettati nella conversazione solo se parliamo un inglese perfetto”
Ma si è fatto tardi (quasi mezzanotte) e mia moglie gentilmente mi scuote dal sonno e mi guida verso l’uscita.
Torna a dire che COLETTE è troppo britannico: “di francese c’è solo il can-can…”