Volete una citazione importante per il Giorno della Memoria? Ve la regalo io. Poi dirò qualcosa sul film IL BAMBINO COL PIGIAMA A RIGHE. Se non ve ne frega niente del film e della Giornata potete voltare pagina

Pensi che sia inutile e superato parlare dell’Olocausto e in generale di quelli che cominciano dicendo “Io non sono razzista, ma…“? Tieni d’occhio Attilio Fontana, il Difensore della Razza Bianca.
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E confrontalo con la seguente citazione.

A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere che ogni straniero è nemico; per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come un’infezione latente; ma quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al termine della catena sta il lager.

Ricordi chi è l’autore? O no?

Mentre cerchi su Wikipedia aggiungo qualche parola sul film IL BAMBINO COL PIGIAMA A RIGHE.

Come ho scritto tempo fa questo film e il romanzo da cui deriva sono il miglior modo di parlare dell’Olocausto ai giovani.

  • Niente eccesso di retorica, niente paroloni: le immagini parlano da sole
  • L’orrore è visto con gli occhi di 3 preadolescenti: Bruno (9anni), il coetaneo Shmuel e la 12enne Gretel
  • E’ relativamente corto (90 minuti); ci sono film più toccanti, ma sono interminabili: IL PIANISTA dura 2 ore e mezza, SCHILDLER’S LIST più di 3 ore, IL DIARIO DI ANNA FRANK 172 minuti e così via
  • Se ci sono particolari irreali (i reticolati di Auschwitz erano elettrificati e comunque le sentinelle avrebbero sparato a chiunque si avvicinasse), il nocciolo è vero. Vero è soprattutto il documentario realizzato dalle SS (non lì, ma a Terezin) che doveva ingannare la Croce Rossa e l’opinione pubblica dei paesi neutrali. I giovani si devono abituare, il più presto possibile, all’idea che i filmati della tv NON SONO SEMPRE VERI

N. B. La citazione l’ho presa da SE QUESTO E’ UN UOMO. Primo Levi la scrisse nella prefazione, subito dopo “Meditate che questo è stato. Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via… Ripetetele ai vostri figli…”

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8 commentiLascia un commento

  1. Bellissimo post, Marco. Grazie davvero!

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  2. quello che non mi riesco a spiegare è come il fenomeno del razzismo (ancorché inutilmente celato dietro quella frase che giustamente ricordi: “non sono razzista, ma…”) sia in preoccupante aumento nonostante il livello della scolarizzazione delle persone sia decisamente più alto, ad esempio, rispetto alla metà del secolo scorso…
    forse che la paura nei confronti del diverso e l’avversione che ne scaturisce sono un carattere inestirpabile della condizione umana, o quanto meno di una fetta consistente (mi verrebbe da dire: maggioritaria) della popolazione?
    forse è proprio così, e il fatto che le parole di Primo Levi che hai citato siano ancora attualissime va in tale direzione…

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    • Grazie del commento
      Quanto alla scolarizzazione e al livello culturale… c’entrano poco. Odiare gli stranieri fino a desiderarne la morte non è una questione di testa, ma di cuore. Sono sicuro che i teorici e i burocrati della Shoah erano molto più acculturati dei contadini che spesso aiutavano gli ebrei a scappare

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      • eh hai ragione…
        per alcune persone un maggior livello culturale si trasforma soltanto in un’occasione per incrementare la propria arroganza, fino addirittura a ritenersi di diritto superiore rispetto a chi è diverso… mentre spesso il maggior livello di dignità e di umanità si ritrova in classi sociali meno fortunate (come i contadini che hai citato tu)… o forse semplicemente, come ben dici, è una questione di cuore e di sensibilità personale, più che di cultura…
        non lo so, ovviamente non ho una risposta, solo grosse perplessità rispetto a quanto avviene quotidianamente…

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  3. […] BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE (film del 2008) – Non è realistico, ma è veramente bello. Se non lo avete ancora visto ecco l’occasione per colmare una lacuna (Skycinema lo […]

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  4. Non ho visto “La vita è bella”.E non ho visto ” Il bambino col pigiama a righe”. Sai perchè? Dopo aver visto “Shindler’s List” sono stata male per 3 mesi. Ero a Palermo. Sono andata allo Zen e ho lasciato là tutti i miei libri, i miei gioielli, i miei quadri, i miei vestiti, tutto quello che possedevo.
    Non l’ho detto mai a nessuno. Son riuscita a entrare allo Zen perchè ero vestita come una zingara ( loro controllano tutto).
    Quando ero ragazzina e vidi un film “Amazzonia” durante la pausa uscii fuori da cinema, andai in un negozio, comprai dei trucchi, tornai al cinema, andai in bagno e mi truccai come un Indios. Alla fine del film tutti mi guardavano come se avessero visto un alieno. Stesi male per mesi e mesi. Scrivevo lettere disperate al presidente del Brasile, scrivevo al Papa, tantissime lettere che non hanno avuto mai risposta.
    Certi film, su certe verità, mi fanno scattare qualcosa, e rischio la vita. Faccio cose assurde.
    Dopo aver visto “American Sniper” feci il biglietto per l’Iraq e dovevo partire. Solo che ho problemi di salute e il mio medico mi disse che sarei andata a morire senza i miei farmaci.
    Non posso sapere di certa sofferenza sennò sto troppo male e faccio cose impensabili.
    Quando avevo 4 anni abusarono di me per tanto tempo, e quindi so cosa si sente quando si riceve un grande dolore. Non dipende da me, non posso liberarmene.

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    • Se non hai visto LA VITA E’ BELLA ti consiglio di acquistare il dvd; è un film commovente e allo stesso tempo comico; basterebbe la figura del medico tedesco che il protagonista (Guido) conosce e apprezza al Grande Albergo e poi si trova davanti nel Lager…

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  5. […] me è una data molto importante. Come potete vedere qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e […]

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