L’immagine del babà al rhum postata l’altro ieri ha suscitato interesse.
Vale la pena approfondire.
Adottato all’unanimità dall’Unione Europea come simbolo della dolcezza e della felicità (è stato deciso stanotte in una riunione ad altissimo livello, nella sala degli Orazi in Campidoglio) il Babà piace a tutti.
I francesi lo definiscono “un gateau a pate légère imbibé d’eau-de-vie”, mentre per i tedeschi è “ein hoher, runder Napfkuchen aus susen Hefeteig, der nach dem Bachen mit einer Mischung aus Lauterzucker und Rum getrankt wird” (provate a pronunciarlo in fretta: sembra la raffica di una mitragliatrice!)
In spagnolo è “un dulce elaborato en el horno; la masa (mas ligera que la del bizcocho) està remojada en licor, generalmente ron o limoncello”
Ci sarebbe una definizione in inglese; ma tanto hanno deciso di uscire dall’Unione… Peggio per loro.
Comunque la storia babaresca coinvolge un re polacco (Stanislaw Comesiscrive), sua figlia Maria (che sposò re Luigi XV di Francia, portando a Parigi la ricetta) e il cuoco napoletano Angeletti che nel 1836 scrisse un manuale culinario ecc.
Queste informazioni le ho desunte da Wikipedia, dove si legge tra l’altro che “pure se ‘e napulitane dicene ca sto dolce è ‘o loro, fuje originario d’ a Pulonnia”
Post Scriptum letterario. Uno degli accampamenti che i legionari hanno costruito intorno al villaggio di Asterix & Co si chiama proprio BABAORUM