Cinquanta sfumature di Trump

Punto primo. Siamo sicuri che le primarie siano un buon sistema per selezionare i candidati alla presidenza?

C’erano dei personaggi più presentabili tra i repubblicani (ad esempio, Ben Carson) e più brillanti tra i democratici (ad esempio, Bernie Sanders)
benberni
Ma alle primarie non emergono i migliori. Almeno non sempre.

Ci vogliono MOLTI SOLDI per concorrere. Chi li ha, i soldi, va avanti anche se non ha niente da dire. Chi ha mezzi limitati prima o poi si ferma.

Punto secondo. La cultura è utile per diventare Presidente… oppure è un ostacolo?

Qui siamo convinti che in America tutti siano stati all’università (o almeno al college) e che facciano la fila per vedere i film di Woody Allen o dei fratelli Coen.

Mica vero. La maggior parte degli americani non ama la cultura e soprattutto non ama le persone colte. Successe 12 anni fa con John Kerry (che si è laureato a Yale e parla 4 lingue oltre all’inglese) e succede oggi a Hillary.

Hillary (anche lei laureata a Yale) è la classica “prima della classe” che suscita poche simpatie. Troppo brava, troppo colta, troppo in alto.

Meglio un rozzone come Trump: molti tra i suoi elettori firmano con la croce sono più rozzi di lui.

Punto terzo. Perché i sondaggi sono così poco attendibili?

Molti, quando sono intervistati, mentono (o semplicemente non vogliono essere intervistati). Succede anche da noi. Avete notato nelle edicole quelli che comprano un giornale berlusconesco? Lo chiedono a bassa voce e lo piegano in due, in modo che non si veda il titolo…

Beh, per oggi mi sono immagonito troppo e mi fermo.

Magari la prossima volta riprendo il tema.

Published in: on novembre 9, 2016 at 8:05 PM  Comments (7)  
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