Ogni tanto circola in rete la notizia della tua morte.
Porta bene! Porta benissimo!
Colgo comunque l’occasione per salutarti, Mina. Sei stata e resti la colonna sonora della mia vita.
Negli anni frizzanti e pazzarelli del boom cantavi di zebre a pois, di bolleblù, di ragazze che passavano la notte sui tetti (sopra i tetti come i gatti) per prendere una surreale tintarella lunare e di un fidanzato troppo casto chiamato Renato.
Poi la canzone di Marinella (che sei volata in cielo su una stella). E poi Gino Paoli, Giorgio Gaber, Battisti, Cocciante e chi più ne ha più ne canti.
Mi fermo qui. E prometto di tornare a tessere le tue lodi il prossimo 25 marzo, quando compierai… non si dice l’età, pirla!