Sabato siamo andati a vedere un dramma romantico in cui nessuna pecora è stata maltrattata (una recensione sintetica la potete leggere nell’altro blog) e poi a banchettare in un tempio della gastronomia bolognese, tra polpette e crescentine.
Al quarto bicchiere di lambrusco i fratelli Lumieri si sono seduti al nostro tavolo.
Ho chiesto ai quattro vegliardi (ma forse erano due, sapete com’è quando si è bevuto un po’…) di farmi capire perché il cinema italiano ha perso tanta quota rispetto a quello francese.
– il fatto è -dissero- che voi italieschi mancate di innovazione; non vi piacciono le novità, soltanto da voi si ripete da secoli lo stanco rito sanremese, soltanto voi sopportate 200 sere all’anno un bischero come brunovespa; soltanto in Italia Berlusconi poteva durare tanto… e anche Renzi ve lo godrete almeno per altri vent’anni…-
Ma (tentai di controbattere) abbiamo avuto anche noi delle nuovelle ondate: il neorealismo, la commedia all’italiana…
– una rondine non fa primavera, un fico secco non fa un pranzo di nozze! la commedia à l’italienne si basava sulla bravura di Monicelli, Salce, Pietrangeli e Dino Risi, di Gassman e Tognazzi, di Manfredi e Monica Vitti… finiti loro è finito tutto! siete andati avanti per decenni con i cinepanettoni, ora la moda è Montalbano: il giovane Montalbano, il nonno di Moltalbano, la suocera di Montalbano, la cugina di quarto grado della zia di Montalbano, Moltalbano contro Dracula…-
A quel punto gli amici, preoccupati di vedermi colloquiare con un attaccapanni, mi hanno portato a casa.
Peccato, perché mi era venuto in mente un episodio di Italia 1990 che esemplificava bene il concetto… vabbè, lo tirerò fuori al prossimo incontro