Tutto quello che avreste sempre voluto sapere su FADING GIGOLO’ (e non avete mai avuto il coraggio di chiedere)

In Italia il titolo è GIGOLO PER CASO (no, non è per caso… ma ne parliamo poi).

Regia e sceneggiatura di John Turturro, che è anche protagonista. Woody Allen è la “spalla” di lusso.

Sintesi. In 2 punti.

Punto primo: RICCHE E POVERI

Nelle commedie americane classiche (da K. Hepburn a D. Day a G. Clooney) sono tutti ricchi (mentre i poveri affollano il settore drammatico).

Qui la ricchezza appartiene solo alle clienti del gigolò Fioravante. Bellissime le case, i gioielli, i vestiti (i profumi al cinema non si sentono, ma sono certo che sono costosisissimi). Invece Fioravante, come il suo “pappa” Murray, sono alla canna del gas. Ecco perché esercitano il mestiere più vecchio del mondo.

All’inizio il protagonista fa la spesa in supermarket di basso livello. Poi il suo portafogli si gonfia (migliaia di dollari a prestazione, esentasse) e il suo abbigliamento cambia da così a così. Lo stesso dicasi per il pappa (prende il 40%, se non ho capito male).

Rimessosi in sesto, Fioravante pensa di smettere. Forse perché si è innamorato (non vi dico di chi, stavolta niente SPOILER) e forse perché l’età comincia a farsi sentire (Turturro ha quasi 60 anni). Comunque, “il legno vecchio è il migliore” (proverbio ebraico).

Punto secondo: IL PROCESSO (ma Kafka non è stato invitato)

Forse Woody ha accettato questa parte per fare della bonaria ironia sugli ebrei ultraortodossi di Brooklin (cioè sulle proprie origini). Lì sono potentissimi: hanno un corpo di polizia e un tribunale tutto loro. Nel finale, infatti, il pappa viene sequestrato in pieno giorno e trascinato davanti ai giudici chassidici (vedi foto) per stabilire se la castità della bella vedova di un rispettatissimo rabbino abbia subìto oltraggio. No, non c’è stata fornicazione. Meglio così, sennò…
fading
Difetti? E quale film non ne ha?

A parte che non mi piace sentire canzoni italiane da voci anglosassoni (Tu si ‘na cosa grande per me… e ho sentito anche la versione americana di Emozioni di Battisti)… a parte ciò rimpiango la bella voce di Oreste Lionello (che ha doppiato 50 anni di grande cinema, dal dittatore Adenoid Hynkel al dottor Stranamore).

Gullotta è bravo anche lui, ma ha un tono più acuto, quasi isterico.

Published in: on aprile 24, 2014 at 1:03 PM  Comments (5)  
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5 commentiLascia un commento

  1. Non è un filmone, ma si ride, a volte di gusto (visto le facce dei rabbini inegralisti durante il processo)… sulla ricchezza delle clienti, che dire? In una società diseguale, come la nostra, ci sono i Ricchi e ci sono i Poveri, altrimenti non sarebbe diseguale… il film è un misto tra le commedie di Woody e i film di Turturro… a tratti ci ho visto Almodovar, a tratti Spike Lee. Ripeto, non un filmone, ma da vedere.

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  2. […] Commedia amarognola. O volete considerare un lieto fine l’energumeno che “avrà cura” della bella vedova? […]

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  3. Spunti interessantissimi, specie il Woody che fa da spalla a Turturro, ma forse hanno esagerato con gli altri personaggi. Ok, lo vedrò a occhi chiusi.

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    • Se lo vedi a occhi chiusi sentirai meglio la colonna sonora
      ma ti perdi qualcosa

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      • Non ricordavo il tuo commento alla colonna sonora, un punto in meno per il film.

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