Stesso regista: Radu Mihaileanu. Stessa co-produzione franco-belga-romena. Stesso tipo di umorismo intrecciato alle tragedie della storia.
TRAIN DE VIE è del 1998. Una comunità di ebrei abbandona il suo villaggio e si autodeporta in URSS per evitare Auschwitz.
Un bellissimo film, ben recitato e con una splendida colonna sonora. Non sono mancate le critiche, soprattutto all’irrealtà della trama: come fanno a comprare un treno, uniformi naziste e armi in quelle circostanze? come può il treno attraversare la linea del fronte, quando i binari e i ponti sono i primi a essere distrutti?
OK, è una storia irreale. Ma se cancelliamo le storie irreali impoveriamo il mondo: l’Odissea, L’Orlando Furioso, Faust, E. A. Poe, quasi tutto Chaplin, quasi tutto Fellini, quasi tutto Kubrick…
Un po’ più realistico il film del 2009. Un ex direttore del Bolscioi, retrocesso a uomo delle pulizie, ritrova i suoi vecchi orchestrali e li trascina a un trionfale concerto a Parigi.
Superhappyend: non solo passerà il resto della sua vita girando il mondo con la SUA orchestra, ma (è ancora più importante per lui) potrà svelare a una solista di fama galattica come morirono i suoi veri genitori.
Film che andrebbe visto in v.o. (il doppiaggio fa parlare i russi con un accento da barzelletta), ma chi di noi sa afferrare certe sfumature linguistiche, come quando l’impresario Gavrilov parla un francese maccheronico?
N.B. Qualcuno ha biasimato il regista per aver descritto alcuni personaggi ebrei SMANIOSI DI FAR SOLDI. Ma lui (100%ebreo) può.
Purtroppo Train de vie non l’ho visto, quindi non posso fare una scelta ma posso dire che Il concerto è davvero splendido. Allego il mio commento pubblicato sul mio blog:
Mihaileanu crea un piccolo gioiello in cui “orchestra” mirabilmente diversi generi: si passa dalle risate alle lacrime, dal dramma alla commedia dissacrante, tutto amalgmato in modo splendido! Mihaileanu crea anche un “coro” di personaggi magnifici e ironizza sulla Russia moderna fatta da oligarchi con manie di grandezza, ebrei che non pensano altro che a commerciare, mafiosi e altri personaggi improponibili caratterizzati in modo splendido da un ottimo cast. Le emozioni affiorano e travolgono fino all’asso nella manica finale: il concerto finale da applausi (e lacrime) a scena aperta.
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il tuo giudizio porta quindi in vantaggio IL CONCERTO
UNO A ZERO!!!!!!!!!!
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Anch’io voto “Il concerto”, ho quasi pianto al cinema durante gli ultimi minuti!! “Train de vie” è comunque un film geniale.
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premessa dunque la genialità di TRAIN DE VIE, siamo sul DUE A ZERO
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Spiacente di marmaldeggiare, ma anch’io ho visto – e apprezzato – solo Il concerto. Fra l’altro me lo sono sparato in originale con il solo aiuto dei sottotitoli. Avrò perso qualche battuta ma mi sono convinto che sia più divertente così.
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TRE A ZERO!!!!!!!!!!!!!!
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Mi astengo, ma le tue parole mi fanno voglia di vedermi subito Il concerto.
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merita di essere visto e rivisto
resta comunque TRE A ZERO
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Purtroppo anch’io ho visto solo Il concerto, che avevo trovato carino. Confermo per quanto riguarda la v.o.: il film va assolutamente visto in lingua originale. Il doppiaggio è dannoso sempre, ma in questo caso ancora di più. 🙂
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In assoluta controtendenza, il Concerto è bello, ma Train de Vie è un’opera geniale e tra talento e genio c’è un abisso. A tutto vapore sul treno, the ultimate movie sull’olocausto!!!
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la partita è ancora aperta:TRE A UNO!
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allora bisogna proprio che li veda entrambi dopo la tua recensione!
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Bentrovata, cara Leucosia!!!!!
guardali pure con comodo: ti piaceranno certamente
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[…] IL CONCERTO – recensito qui […]
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[…] 20 luglio 2011 […]
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