Commedia francese, diretta da Philippe Le Guay.
TRAMA ESSENZIALE. Parigi 1962. Una coppia di ricconi assume una cameriera spagnola. La signora apprezza molto la sua dedizione e la sua abilità nel lavoro. Suo marito l’apprezza per altri motivi.
Come andrà a finire? Ve lo dirò dopo il trailer. Intanto qualche considerazione personale.
In termini marxiani, è un esempio di lotta di classe. Ma chi vince?
Le domestiche spagnole del 6° piano rappresentano il proletariato, i signori del piano nobile la borghesia. I borghesi si annoiano, le proletarie sono più vitali. Non vanno sempre d’accordo (alcune vanno in chiesa, una è comunista) ma si aiutano.
A parte la love story, si verifica l’IMBORGHESIMENTO del proletariato. Le domestiche depositano in banca i loro risparmi e comprano azioni. Le vediamo commentare le quotazioni sui giornali e leggere Vogue sotto il casco del parrucchiere. In una scena del finale una delle ex-proletarie, tornata in Spagna, mostra con orgoglio una vasca da bagno piuttosto costosa con dorature di un kitsch inaudito.
Insomma, ha vinto la borghesia. E’ successo anche da noi, a partire dagli anni sessanta.
Ora, se ci tenete a sapere come va a finire, oltrepassate il video.
CONCLUSIONE. Prevedibilmente, il padrone divorzia e insegue la cameriera in un paesino spagnolo. Vivranno felici e contenti? Me ne importa una cippa.
Diciamo che il film non è male. Si segnala per la sua bravura Sandrine Kiberlain, la moglie svampita (non si accorge di niente per un’ora di film).
Non l’ho visto!
Grazie mille per il commento, CIAO!!!
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