Un romanzo che piace molto alle lettrici e ai lettori di BOOKLAND.
Scritto nel 1886, continua a essere tradotto, letto e commentato in tutto il mondo. Una ragione ci sarà.
Riassumo per i pochissimi che non conoscono la trama. HENRY JEKYLL è uno stimatissimo medico di Londra, famoso per la sua alta moralità. Ma quando beve una pozione, ottenuta per caso nel suo laboratorio, diventa un altro: EDWARD HYDE, piccolo e deforme bruto. Jekyll si diverte a trasformarsi in Hyde per poter soddisfare i suoi istinti più torbidi; ma, quando non riesce più a controllare il suo alter-ego, si uccide.
Non occorre la psicanalisi per sapere che IN TUTTI NOI, in qualche modo, vive un HYDE. Nessuno di noi è tutto buono o tutto cattivo.
Qui il fascino della narrazione è aumentato dalla descrizione fisica di Hyde, che cresce di statura ogni volta che avviene la metamorfosi.
E qui apro una parentesi cinematografica. In un filmuzzo del 2004, assistiamo all’ennesima variazione sul tema. Hyde, proseguendo la sua scellerata carriera, è diventato un gigante e soltanto quando viene ucciso ridiventa il piccolo Jekyll. Film di non eccelsa fattura, VAN HELSING, di cui mi occuperò nel prossimo post DEDICATO AI VAMPIRI in letteratura e al cinema. Chiusa la parentesi.
Concludo con un quesito sull’innominabile peccato a cui si abbandonava Hyde-Jekyll. Di che si tratta? L’ho chiesto molte volte alle classi che l’avevano letto.
Le risposte si sono divise in parti uguali tra il NON-LO-SO e l‘omosessualità.
Probabile, anche se non certissimo. L’epoca (la fine dell’ottocento) non permetteva nemmeno di nominare il “vizio nefando” e sappiamo bene che fine ha fatto Oscar Wilde, precipitato dalle stelle alle stalle nell’anno 1895.